Motore indipendente in F1: una perdita di tempo

Motore indipendente in F1: una perdita di tempo
Kaltenborn bolla come inutili le discussioni su un motore alternativo. Il problema è l’equivalenza con le power unit

25.11.2015 ( Aggiornata il 25.11.2015 10:05 )

Non serviva il meeting della Commissione F1 di martedì per scoprire come i team fossero contrari all’introduzione del motore indipendente, fortemente voluto dalla FIA e da Ecclestone. Se introduzione sarà, dal 2017, arriverà con una decisione imposta dall’alto, al Consiglio mondiale del motorsport in dicembre, con la FIA a spingere adducendo cause di forza maggiore per scavalcare il no della Commissione F1. Dopo la notizia della partecipazione al bando di Mecachrome, insieme a Ilmor e AER, arrivano le parole di Monisha Kaltenborn. «Per logica, dovrei dire che voglio un motore meno costoso. Si deve fare qualcosa dopotutto che abbia un senso e non dovremmo discutere, nel caso dei motori indipendenti, di qualcosa che in seguito sappiamo non si concretizzerà in questa direzione. E’ più sensato intrattenere colloqui maturi in merito», spiega il team principal Sauber ad Autosport. Il punto cruciale sta nella realizzazione dell’equivalenza tra propulsori nettamente diversi tra loro: i semplificati biturbo immaginati dalla FIA come alternativa low-cost, da 6-7 milioni di euro, e le power unit con ERS, oggi all’incirca 3 volte più costose. «Non vedo come si possa realizzare un’equivalenza. Se c’è un modo che non conosco, ditecelo. Non dovremmo avere discussioni premature, è una perdita di tempo, non avendo informazioni a sufficienza per giudicare come vogliono introdurre questo motore indipendente. Se per loro è davvero una cosa seria, vorrei più informazioni per capire meglio. Viceversa, è meglio sederci e parlare del costo dell’attuale fornitura dei motori». Fabiano Polimeni

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