L'ultima gara stagionale ad
Abu Dhabi ha confermato lo stato di forma di
Nico Rosberg ma anche che la
Mercedes davanti fa quel che vuole ma non può concedersi troppe distrazioni, mentre la
Ferrari è consolidata seconda forza del Mondiale.
Kimi Raikkonen conquista un podio consolatorio arrivando staccato di una ventina di secondi: un distacco forse non esaltante, ma ottenuto senza forzare negli ultimi giri, nel quale vanno calcolati 4 secondi persi al pitstop e che va raffrontato al ritardo di ben oltre 1 minuto rimediato da
Sergio Perez. Che pure è stato autore di una gara pregevole e che ha opportunamente omaggiato il
150° GP della Force India, qui apparsa in stato di grazia, anche con
Nico Hulkenberg.
Tornando in tema
Ferrari, resta poi il dubbio su cosa avrebbe potuto fare
Sebastian Vettel senza l'intoppo delle qualifiche, pur se è ovvio che le gare non si fanno con i "se" e con i "ma". Tuttavia è più che concreto il 4° posto finale, ottenuto risalendo dal 15° in griglia di partenza. Per questo fattore, peraltro, Vettel ha avuto i suoi "bei"
momenti di rischio a inizio gara. Prima quando è stato toccato in partenza da
Nasr che era stato preso a tenaglia fra lui e
Alonso, che poi sbilanciato in frenata è rovinato addosso a
Maldonado giusto davanti alla Ferrari. Poi di nuovo, sempre al primo giro, quando ha rischiato di
tamponare Verstappen in difesa un po' intempestiva.
Da quel momento però le cose sono filate più lisce. Anzi i primi pitstop anticipati di chi era partito con le
Pirelli supersoft (anziché le soft di Seb) hanno un po' liberato la strada davanti alla Ferrari del tedesco, che ha quindi potuto esprimere senza troppi intoppi la velocità "pura" sua e della macchina.
Velocità che pare stia un po' preoccupando la Mercedes, tanto che in questo weekend ha sparato una cartuccia con la richiesta di
precisazioni sull'uso della galleria del vento. Nel mirino, pur senza essere citata, la
Ferrari nel rapporto con la squadra di
Haas. Comunque la Fia, pur confermando che ogni team deve ottemperare alle regole fin dal momento in cui si iscrive,
non ha rilevato irregolarità.
Le
Mercedes hanno dominato anche stavolta, ma questo non significa che abbiano potuto rilassarsi. Nel voler dimostrare che la stucchevole querelle sulla
libertà strategica negata a Hamilton era una montatura, hanno lasciato
Lewis libero di proseguire quando Nico Rosberg ha sostato la seconda volta al 31° giro. Il risultato è stato che Hamilton ha cominciato ad imbarcare ritardo, e quando le sue gomme soft hanno cominciato a cedere davvero era
troppo presto per poter sfruttare le
supersoft usate disponibili. Infatti mancavano 14 giri al traguardo, quando chi era partito con le supersoft era stato costretto a cambiarle tra il 5° e l'8° giro.
La Mercedes non è la Ferrari, nella gestione alla distanza delle gomme, e se Hamilton avesse proseguito avrebbe rischiato addirittura di farsi passare da Raikkonen, un rischio che ad un certo punto è diventato concreto per gli strateghi Mercedes nelle loro proiezioni di gara. E comunque alla fine la sua "
tattica alternativa" l'ha fatto finire a più di 8 secondi da Rosberg. Insomma, questa è stata la controprova che fare una strategia diversa da quella teoricamente ideale non significa automaticamente finire più avanti, e del resto non sarebbe nemmeno logico: i rischi tattici non sono come quelli alla roulette, in cui tutti i numeri hanno la stessa probabilità matematica di uscire, ma solo azzardi puri e semplici.
Come Vettel, anche
Romain Grosjean ha gestito bene la gara partendo con le soft e montando le supersoft solo nello stint finale, concludendo in modo positivo (9°) il suo rapporto con la Lotus, quando
Pastor Maldonado è stato incolpevolmente falciato da Alonso al via. Davanti al francese, un
Felipe Massa che ha spremuto il massimo da una
Williams non brillante, come dimostra il fatto che Bottas non sia riuscito a risalire dopo un disastroso primo giro. E giusto per ricordare certi limiti che paiono nel DNA di questa squadra, nello specifico i
sempre avventurosi pitstop, Valtteri è stato fatto ripartire praticamente addosso a Button, "guadagnando" un giro con l'ala divelta e 5 secondi di penalità.
La lotta in casa
fra Red Bull e Toro Rosso stavolta ha premiato la concretezza dei due Danieli, con
Ricciardo buon 6° e
Kvyat 10° dopo aver corso con problemi di ERS, riuscendo comunque a precedere
Carlos Sainz. Lo spagnolo è stato nel vivo della lotta, finendo dopotutto a meno di 6 secondi da Massa, ma nel suo caso è già positivo che non abbia avuto problemi tecnici. Piuttosto, stavolta
Max Verstappen è stato un pelo troppo esuberante. Bella e "maschia" la
lotta con Button, ma gli è mancata la freddezza di restituire la posizione una volta superato il bordo pista, pur se dopo un contatto. Come gli è mancata tranquillità mentale quando non ha rispettato tempestivamente le bandiere blu. Speriamo faccia tesoro di questi "falli" nella sua esperienza, ma di fatto tali infrazioni alla fine gli hanno causato 5 secondi di penalità in gara e la
perdita di 3 punti-licenza complessivamente…
Per concludere, una nota sul
team radio di Fernando Alonso quando ha detto:
«Se non esce una safety car, mi ritiro», perché navigava nelle retrovie dopo la sosta a cambiare musetto e il drive-through. Però ha continuato fino alla fine. Pur finendo staccato di 2 giri e con le sole Manor alle spalle. Insomma, una cosa sono
i suoi "sfoghi" momentanei, quasi come una valvola di sicurezza; un'altra cosa ciò che fa davvero e il suo
reale impegno alla guida. Forse per poter giudicare il campione spagnolo basterebbe saper distinguere questi aspetti del suo carattere latino.
Maurizio Voltini