Autosprint Speciale Campioni: James Hunt

Autosprint Speciale Campioni: James Hunt
Riprendiamo dal numero da collezione in edicola "Campioni per sempre" qualche stralcio dell'intervista all'iridato inglese della McLaren

01.01.2016 ( Aggiornata il 01.01.2016 18:12 )

A 12 anni dal suo addio alle corse, e due anni prima della sua morte per arresto cardiaco: così si colloca l'intervista - che abbiamo ripreso sul nostro speciale "Campioni per sempre" - a James Hunt, il campione del mondo F1 del 1976 con la McLaren e recentemente riportato in auge dal film di Ron Howard che lo contrappone al suo rivale storico Niki Lauda. Non manca infatti una citazione per l'austriaco, nelle sue dichiarazioni, relativamente ai contatti che riesce a tenere con l'ambiente nel suo ruolo di commentatore per la TV inglese: «Il mio migliore amico resta Niki Lauda, ci vediamo sempre volentieri. Tra i piloti in attività, quelli con i quali mi trovo meglio sono Prost e Berger. Io sono un pilota degli Anni '70, un periodo di transizione tra l'epoca dei gentlemen drivers e il superprofessionismo attuale, logico sviluppo della mentalità creata da Jackie Stewart. Ai tempi nostri riuscivamo ancora a divertirci...». James Hunt è stato un pilota notoriamente schivo delle mondanità e di tutte le occasioni che richiedevano una certa "etichetta" e lo ribadisce anche in questo scambio di battute, come quando puntualizza che fra le condizioni di quando si accordò con la BBC per il ruolo di commentatore c'erano «che non sarei mai intervenuto nel commento se non quando ne avessi avuto voglia, e soprattutto che non sarei mai apparso sullo schermo». Del resto nemmeno quando lasciò le corse nel bel mezzo di una stagione deludente con la Wolf, la sua giustificazione denotò peli sulla lingua, dal momento che disse senza mezzi termini che lo faceva perché ormai in F1 l'uomo non contava più nulla. E questo lo affermò nel 1979... Inconsueto come il campione inglese non conservasse trofei: «Quando correvo, viaggiavo per il mondo con una sacca a mano come unico bagaglio, per non perdere tempo. Figurati se avevo voglia di andare in giro con una coppa in mano. E poi, in fondo, non me ne fregava niente»... E così anche girovagando per casa sua è stato difficile, in quella occasione, trovare qualcosa che ricordasse il suo passato pur incancellabile nella Formula Uno. Altri aspetti della vita di James Hunt in quel momento, fra uccelli e biliardo, ma anche dichiarazioni di come sarebbe potuto passare alla Ferrari, di come iniziò con una Formula Ford e così via, li ritrovate in questa intervista pubblicata assieme a quelle di altri campioni del mondo come lui, sullo speciale Autosprint in edicola per ancora un paio di settimane. Maurizio Voltini

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