Silverstone, tornano i profitti e la serenità

Silverstone, tornano i profitti e la serenità
Warwick, presidente del BRDC, conferma che si può guardare al futuro senza più l’urgenza di trovare un investitore

28.01.2016 ( Aggiornata il 28.01.2016 18:53 )

A settembre, Patrick Allen, direttore amministrativo del circuito di Silverstone, proprietà del BRDC – British Racing Drivers’ Club, metteva in dubbio che il Gran Premio di Gran Bretagna potesse garantire con assoluta certezza gli impegni assunti con Ecclestone e onorare il contratto fino al 2026; si sollecitava l’ingresso nella compagine societaria di un investitore che garantisse liquidità fresca, anche alla luce dell’incremento del 5% nelle tasse dovute annualmente sugli accordi sottoscritti. La situazione, in realtà, appare molto meno critica di quanto non riportavano i tabloid inglesi in estate ed è Derek Warwick, ex pilota e presidente del BRDC a illustrarla: «Gli ultimi cinque anni sono stati difficili per noi, non abbiamo avuto profitti ed è per questo che quasi abbiamo dovuto chiudere battenti per sopravvivere: non avevamo capacità di spesa né di fare alcunché. Diciotto mesi fa avremmo fatto di tutto per vendere». Contrattualmente possono permettersi, adesso, di valutare con maggior serenità le proposte sul tavolo, la posizione si è rafforzata, essendo venuta meno l’urgenza di trovare un investitore. «Ora non m’importa se troviamo un accordo o meno, stiamo parlando ancora con due o tre persone e abbiamo detto: “Queste sono le nostre condizioni”, non si tratta alle loro condizioni. Questo ti dà la fiducia ulteriore che serve nelle trattative, posso condurre il negoziato in una posizione di forza», spiega ad Autosport. Warwick che riconosce i meriti di Allen, intervenuto con una campagna promozionale nella vendita dei biglietti per l’evento 2015 che ha riportato il segno più nel bilancio del week end di gara. Recentemente, il direttore amministrativo del circuito ha prospettato anche la necessità di iniziative ulteriori a vantaggio dei tifosi, per consentire l’avvicinamento a una Formula 1 inaccessibile agli appassionati. Fabiano Polimeni

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