Renault RS16, uno scarico per la wastegate

Renault RS16, uno scarico per la wastegate
Il dettaglio visibilmente diverso dalla show-car presentata a Parigi riguarda la configurazione degli scarichi

22.02.2016 ( Aggiornata il 22.02.2016 12:16 )

Nera, come in occasione della presentazione del team Renault a Parigi. La RS16 si è presentata così a Barcellona, rimandando a Melbourne gli annunciati tocchi di giallo a colorare una livrea elegante. Scorgere interventi tecnici significativi sulla carrozzeria non è semplice, tanto più con una colorazione che dà l’impressione di snellire le forme. Il musetto si conferma corto e dalle forme regolari. La vera novità rispetto alla presentazione di Parigi, che si riesce ad apprezzare sulla macchina portata al debutto oggi da Jolyon Palmer, riguarda il posteriore e la configurazione scelta per lo scarico collegato alla valvola wastegate. La soluzione adottata dagli altri team finora era stata di sdoppiare il condotto in due più piccoli, collocati sotto e ai lati dello scarico principale, in Renault, invece, hanno optato per un singolo terminale, posizionato al di sopra dello scarico. Quale che sia la soluzione, il regolamento tecnico prescrive dimensioni precise per l’area complessiva che può avere il condotto. Invariata è la scelta delle orecchie ai lati della presa dinamica sopra la testa del pilota. Come anticipato nel corso della presentazione, il brand Infiniti affianca quello Renault ed è posizionato sulla copertura del motore. Il marchio dell’Alleanza Nissan-Renault fino allo scorso anno era sulla carrozzeria della Red Bull, sostituito quest’anno da Tag-Heuer. «Non ci facciamo illusioni sui risultati quest’anno. Dimostreremo, però, che abbiamo preso il progetto sul serio e creato la cultura e l’ambizione per gettare solide fondamenta per le stagioni a venire», ha dichiarato Cyril Abiteboul, direttore della divisione corsa in Renault Sport. Sul fronte più strettamente tecnico, è Nick Chester a spiegare come si è evoluta la RS16. «La RS16 nasce sulla base delle precedenti monoposto progettate a Enstone, è chiaro che abbiamo dovuto cambiare significativamente alcuni dettagli per ospitare la power unit RE16. I principali interventi sono al posteriore, soprattutto nel sistema di raffreddamento. Il resto della macchina è un’evoluzione, avevamo una base accettabile lo scorso anno e abbiamo sviluppato ulteriormente senza cambiare i principi fondamentali. Sul fronte aerodinamico, ad esempio, abbiamo conservato le caratteristiche che hanno dato una piattaforma stabile ai piloti, incrementando il carico». Dettaglio “secondario”, un volante riprogettato, per consentire un’operatività migliore ai piloti, quest’anno costretti a intervenire con minor assistenza dal muretto box. Chester anticipa come in fabbrica si stia lavorando ai primi pacchetti di aggiornamento, aerodinamico e meccanico. Dopo questa prima sessione di test arriverà un’evoluzione sul versante delle sospensioni. Per quel che riguarda la power unit, con un progetto evoluto sul 2015, la sfida è stata quella di alloggiare l’unità Renault là dove lo scorso anno c’era quella Mercedes. Remi Taffin, a capo dei motoristi di Renault Sport, spiega quali migliorìe, invece, siano arrivate per incrementare le prestazioni: «Abbiamo apportato dei cambiamenti alla camera di combustione, al turbo e all’elettronica, per dare più potenza senza sacrificare l’affidabilità. Finora, i test al banco sono stati promettenti e aspettiamo i riscontri dei piloti una volta che saranno in pista». Fabiano Polimeni renault1 renault2 renault3

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