Chi è abbastanza duro contro il suo pilota,
Kvyat, è
Helmut Marko. Il boss-ombra della squadra, l’uomo di fiducia del
capo Mateschitz. Ex pilota F1 ai tempi di Lauda prima che un incidente lo privasse di un occhio e ponesse fine anzitempo alla sua carriera, Marko è colui che fa davvero il bello e il cattivo tempo in
Red Bull.
Marko si è rifiutato di commentare l’accaduto e di esprimere il suo pensiero direttamente, ma si capisce che non l’ha presa bene. Perché ha sibilato una frase del tipo:
“Facciamo raffreddare gli animi, poi ne parleremo in settimana”.
Kvyat, scuse al telefono
Una affermazione però che suona più come un rimprovero che come una gesto di rassegnazione. Anche perché
Kvyat dovrà rispondere di un danno diretto provocato al suo team:
“Lui non ha danneggiato soltanto Vettel, ma il suo stesso team perché ha rovinato la sua corsa e quella del suo compagno di squadra”. Facendo perdere punti iridati preziosi alla
Red Bull che esce da Sochi con zero punti all’attivo (
Ricciardo ha finito 11° a 1 giro e Kvyat 15°) e quasi raggiunti in classifica iridata dalla
Williams che ha recuperato alla Red Bull ben 22 punti iridati.
Immaginiamo che la settimana che precede il Gp Spagna sarà bollente per
Daniil Kvyat. Anche perché
Marko è austriaco, mica inglese, e non ha l’aplomb di
Horner che ha cercato di buttare acqua sul fuoco. Gli austriaci non sono come i tedeschi: sono schietti e diretti, tanto che
Lauda, austriaco e rivale anche in pista negli Anni ‘70 di Marko, nel dopogara nel paddock avrebbe commentato:
“Fossi stato in Vettel, l’avrei ucciso!”.
Rabbia Vettel, Kvyat scuse a metà
Inoltre Marko non è affatto tenero con i propri piloti. Li muove come pedine fra un team e l’altro assumendo e licenziando i corridori da un anno all’altro e decretando il loro successo o il fallimento in carriera senza avere troppa pazienza. Difficilmente un pilota che delude Marko supera i due o tre anni col team.
Kvyat è in F1 dal 2014, prima con Toro Rosso e dall’anno scorso con Red Bull. Questa è la sua terza stagione, quanto basta perché un pilota - secondo il pensiero di Marko - o esplode definitivamente (come è successo a
Vettel e
Ricciardo) o viene messo da parte (
Speed,
Liuzzi,
Alguersuari,
Vergne).