Ecclestone: voglio motori alla pari

Ecclestone: voglio motori alla pari
Dopo l’accordo raggiunto tra motoristi, FIA, FOM e scuderie, Bernie punta l’accento sulla convergenza delle prestazioni nel 2017

03.05.2016 ( Aggiornata il 03.05.2016 10:07 )

Suona più come una minaccia di chi non vuole arrendersi alla naturale affermazione delle power unit, che non una concreta alternativa. Le parole di Bernie Ecclestone sull’accordo raggiunto a Sochi tra i motoristi per assicurare i punti richiesti dalla FIA nei mesi scorsi puntano l’accento sulla convergenza delle prestazioni. Il concetto è semplice: lo scarto massimo derivante dalle prestazioni della power unit tra Ferrari, Mercedes, Renault e Honda, nel 2017 non dovrà essere superiore a una certa quota e, per assicurare che ciò accada, sono state allargate le maglie dello sviluppo, libero dal sistema dei gettoni, ma con la prevista standardizzazione di numerosi componenti della parte ibrida, nonché vincoli sulla ricerca legati al peso minimo di parti specifiche e limiti alla pressione di sovralimentazione (temi approfonditi nel numero di Autosprint in edicola). Cosa ne pensa Ecclestone? «Non m’importa, per noi non fa alcuna differenza. L’unica cosa che vogliamo per i motori è che siano alla pari. Aspettiamo e vedremo, se non lo saranno, strapperemo tutto e ripartiremo con nuove norme, con le quali i motori saranno più semplici», minaccia. La realtà è che la F1 vedrà le power unit ibride nel futuro prossimo, essendo alla base dell’accordo per la riduzione dei costi di fornitura anche l’assicurazione – concordata con la FIA nei mesi scorsi – che si procederà con l’attuale tecnologia, permettendo di ammortizzare i costi su un lasso di tempo ampio. «I motori aspirati che avevamo erano più o meno uguali, avevano raggiunto tutti il massimo dello sviluppo. Si tratta solo di aggiungere qualche componente ibrida che funzioni ed è qui che iniziano i problemi», aggiunge Ecclestone, da sempre oppositore dello schema power unit per la sua complessità e difficoltà di essere “comunicato” al pubblico. Su un punto, anche Bernie è, però, d’accordo: non ci sarà nessun motore indipendente come alternativa. Pietra tombale su un’altra minaccia emersa a fine 2015, per obbligare i motoristi a raggiungere un accordo che assicurasse la sostenibilità economica delle power unit e garantisse una fornitura per tutti i team in griglia. «Sarebbe bello un motore indipendente, ma nessuno al mondo costruirebbe un propulsore per questi regolamenti. Saresti fuori dal business ancor prima di iniziare. Non avremmo avuto nessun problema di dover cambiare norme se Mercedes o Ferrari fossero state d’accordo a fornire un motore alla Red Bull».

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