Analisi qualifiche: quel tonfo immotivato della Ferrari

Dovevano mettere il fiato sul collo a Mercedes, invece le rosse si devono accontentare della terza fila, senza nemmeno saperne il perché

Maurizio Voltini

14.05.2016 18:04

Due anni fa parlare di Ferrari in terza fila sarebbe stata normale routine - anzi con qualche complimento per Raikkonen - ma questo sabato ha senso parlare perfino di "disastro". Questo perché le aspettative erano ben diverse, dopo i riscontri delle prove libere a Barcellona, in cui sembrava perfino che le Mercedes non fossero imprendibili e che, più ragionevolmente, si potesse puntare a mettergli il fiato sul collo. 

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Invece dopo le qualifiche spagnole sembra sia stata proprio la Ferrari ad aver risentito di certe pressioni. Non solo la Mercedes ha monopolizzato la prima fila con una pole "alla Lewis Hamilton" da parte dell'inglese e Nico Rosberg che di nuovo ricorda che la gara è domani - e fin qui nessuna novità particolare - ma abbiamo pure una seconda fila occupata interamente dalle Red Bull. Bravi Daniel Ricciardo e Max Verstappen, ma in definitiva non hanno fatto granché di più rispetto a quanto visto nelle libere del mattino. Sono proprio le SF16-H ad essere mancate. 

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Un dato su tutti: 1'23"334 per Sebastian Vettel, 6° tempo in qualifica, contro 1'23"225 ottenuti in FP3. Quando le Mercedes hanno invece migliorato di 1 secondo mediamente (e quindi non è dipeso da altri fattori). Un calo di cui in Ferrari stanno ancora cercando possibili spiegazioni, al momento in cui scriviamo, anche perché si nega siano state effettuate modifiche sulla macchina del tedesco. Al contrario di quanto fatto invece su quella di Kimi Raikkonen che infatti si è trovato meglio, pur necessitando di qualche giro in più per "prendere le misure" al meglio con il nuovo set-up, tanto da risultare più veloce fra i due: 5° tempo a 26 millesimi dal 4° di Verstappen. 


L'unica spiegazione sembra al momento essere legata all'aumento delle temperature in pista, pur se quei 3-4 gradi in più sembrano un po' pochi e farebbero comunque pensare ad una monoposto quantomeno "ipersensibile", quando invece la Ferrari ha sempre dimostrato di soffrire le temperature basse, finora. Vedremo se arriveranno novità in merito e soprattutto se si riuscirà a risolvere il tutto per la gara. Sempre che, come ha ventilato qualcuno, non si tratti effettivamente di scelte molto mirate al comportamento sulla distanza e quindi penalizzanti sul giro secco. Potrebbe essere il male minore, nonostante la non favorevole posizione in griglia, ma al momento non sono arrivate spiegazioni in tal senso dal box Ferrari. 


Alla seconda fila "by Red Bull" che - ahimé - ci dà ragione quando parlavamo ieri di possibile terzo incomodo, si accompagnano i complimenti per la buona prestazione di Daniel Ricciardo ma soprattutto l'enfasi per il 4° tempo di Max Verstappen. Intendiamoci, il ragazzino è meritevole e farà strada, ma non dimentichiamoci che con distacchi inferiori ai 4 decimi che ci sono fra i due piloti RB, fino a ieri è stato dato del "fallito" a Kvyat… Valutiamo piuttosto che qui la RB12 si è dimostrata ancor più competitiva che altrove, e diremmo che tutto dipenda dal fatto che Barcellona è una pista completa che premia tutte le caratteristiche di una monoposto, e dove dunque il motore conta ma in modo sicuramente meno preponderante che altrove. 


Un motivo che giustifica le prestazioni della Force India e anche della Toro Rosso - con il bravo Carlos Sainz che ha dimostrato di non voler accettare il ruolo di 4° pilota RB - ma soprattutto della McLaren-Honda. Non è un mistero che al momento la parte telaistica della MP4-31 sia più performante di quella propulsiva, così in questa occasione Fernando Alonso è riuscito in uno degli obiettivi del team, quello di arrivare ad entrare nelle Q3 in qualifica. Con Jenson Button giusto due posizioni più indietro, le speranze di fare bene in gara sono giustificate, affidabilità permettendo. 


Seppure a 1"5 dal vertice, il 7° tempo di Valtteri Bottas depone a favore di una Williams più veloce rispetto al venerdì e che quindi può aspirare a qualcosa in gara. Purtroppo non c'è la controprova di Felipe Massa, perché incredibilmente il brasiliano è stato mandato in pista troppo tardi in Q1, quando già doveva rimediare ad un primo tentativo finito male per via di traffico in pista. Giusto per ricordare che anche la tecnologia "spaziale" è sempre subordinata alle scelte umane. Vedremo se questo concetto verrà ribadito anche in gara domani, visto che ci si aspetta una grande variabilità di strategie. 


Al momento sembrano possibili sia le due che le tre soste, ma si pensa che la maggioranza opterà per i due pit-stop, che per la Pirelli andrebbero effettuati al 20° e 40° giro (sui 66 di gara) con alternanza soft-soft-medium. Tre cambi gomma sarebbero teoricamente più veloci, nel complesso, ma nello stint finale ci si ritroverebbe alle spalle di chi ha effettuato due sole soste. E su una pista dove non è solitamente facile superare - ma vedremo se ciò sarà confermato in gara - si tratta di una situazione che è meglio evitare. 


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