Vettel, delusione e nervosismo: “Una brutta giornata"

Solo nono al pomeriggio con una Ferrari troppo instabile, il tedesco è dietro anche alle Toro Rosso col motore Ferrari 2015! 

Alberto Sabbatini

26.05.2016 18:06

Una giornata assai negativa per le Ferrari, caratterizzata oltre che da un tempo piuttosto scadente, a circa 1”3 dal miglior crono di Ricciardo, anche da un certo nervosismo in pista  mostrato da tutta la squadra. Meccanici e piloti. Di sicuro vedere le Mercedes ancora una volta fuori portata, ma soprattutto la Red Bull nettamente davanti alle Ferrari a battagliare con Hamilton e Rosberg deve aver innervosito i ferraristi.

Specie dopo che Vettel alla vigilia di Montecarlo con un po' di presunzione aveva liquidato l'exploit di Verstappen in Spagna dicendo che la Ferrari era comunque più veloce. E che la ferrari non avrebbe fatto la gara sulle monoposto anglo-austriache ma sulle Mercedes che sono davanti a tutti.

Le cose per Vettel sono andate male nel pomeriggio. In mattinata si era difeso, con 1'15”956 suo miglior tempo di giornata a 4 decimi dalla Mercedes. Distacco istituzionale che a Montecarlo può andare anche bene. Ma quando al pomeriggio tutti hanno spinto di più limando via decimi su decimi e Ricciardo ha stampato quel tempo incredibile di 1'14”607, un secondo più veloce della mattinata, Seb è affondato. Nonostante le ultrasoft non è andato meglio di 1'16”269, 3 decimi peggio del mattino. Scavalcato da ben otto piloti, comprese le Toro Rosso con il vecchio motore Ferrari versione 2015 che non ha nemmeno i cornetti di aspirazione a lunghezza variabile che a Montecarlo danno un buon vantaggio perché aumentano la risposta ai bassi regimi del motore all'uscita delle curve più lente.

Con i tempi incrociati delle due sessioni Vettel sarebbe comunque soltanto sesto, ben lontano da Red Bull e Mercedes, schiacciato a panino fra le due Toro Rosso, col rischio di dover battersi in qualifica appena per la terza fila se non la quarta, che a Montecarlo significa rassegnarsi a partire battuti.

Alla fine un Vettel abbastanza sfiduciato ha ammesso: “Abbiamo provato qualcosa di nuovo e non è andata bene come ci si aspettava. Non ho mai trovato il ritmo e non ho fatto buoni giri con le ultrasoft, poi ho anche toccato il guard-rail (in uscita dalla Sainte Devote, ndr) danneggiando sia il giro veloce che stavo facendo, sia la macchina”.

Un contatto lieve, che ha richiesto poco per essere riparato ma che ha innervosito Vettel che dopo le prove non ha più replicato la teoria del “Noi in Ferrari ci preoccupiamo solo della Mercedes perché sono loro  i più veloci”, snobbando la Red Bull come aveva fatto il giorno prima. Stavolta dopo l'exploit delle due Red Bull la frase è diventata più diplomatica: “Io non guardo il colore delle auto che ci stanno davanti, io cerco sempre di fare meglio di loro”.

Il problema è che né Vettel né il team sanno spiegare bene i motivi di questa debacle. A Barcellona erano le gomme morbide che uscivano dal range di temperatura ideale e quindi la macchina perdeva aderenza. Qui il problema sembra ben diverso: Vettel è sempre in difficoltà nelle curve, “rema” come si dice in gergo, è spesso alle prese con il controsterzo per correggere l'auto. Persino sotto al tunnel. Una vecchia volpe della F1 come l'ex progettista Ferrari ing. Scalabroni (quello che aveva fatto la Ferrari F1 di Prost del 1990) dice che la SF16-H si comporta come se avesse l'assetto troppo rigido. Stavolta Vettel avrà un giorno extra per rimuginare su come cambiare il set up della macchina. Il venerdi a Montecarlo è libero.

“Devo modificare un paio di cose per sabato, ma certo questa non è la nostra posizione abituale. Siamo per un pelo dentro la top ten e di solito siamo molto più veloci. Vogliamo migliorare decisamente, perché stare a lottare per l'ottavo o per il quinto posto non ci interessa”. 


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