Radiosprint, cosa hanno detto i piloti in Canada

Raikkonen sempre interessante protagonista, così come Vettel. Dai problemi di Rosberg alla dedica di Hamilton ad Alì. I team radio dei piloti a Montreal

Fabiano Polimeni

13.06.2016 17:42

Sarà stato il freddo, sarà stata l'assenza di grandi duelli in pista, ma il Canada regala un Radiosprint dai toni insolitamente tranquilli. Pochi protagonisti, ma di peso. E sono i ferraristi a mettersi in luce: non solo Vettel in battaglia per la vittoria, non solo di strategia sbagliata, si parla dopo Montreal, ma anche delle reazioni durante i 70 giri di gara. Prima, però, monumento a Max Verstappen

Battute iniziali, Ricciardo che trova il passo giusto e sembra averne di più, tanto da avvicinarsi all'olandese e dal box lo avvisano, con un'istruzione chiara: «Ok Max, non rallentare Daniel per favore». Non lo rallenta affatto, spinge di più e se ne va all'arrivo con un quarto posto meritatissimo. Peccato non avere il team radio delle concitate fasi finali, in lotta con Rosberg, tenuto ruota-a-ruota per tre curve, poi indotto all'errore all'ultimo giro: resistenza epica. 

Nico costretto a recuperare terreno, spremere la Mercedes e ritrovarsi con il volante a mo' di albero di Natale: luci accese, a segnalare attenzione sui freni e sul consumo. Ci sarà da fidarsi? Giro 46 dei 70 in programma: «Dovete darmi più informazioni per tutte queste cose che ci sono sul volante, con gli allarmi e tutto...». La risposta dal muretto arriva e non è incoraggiante: «Ricevuto. Gli allarmi sono concreti...».

Altra comunicazione poco dopo: «Ok Nico, ha una foratura lenta al posteriore. Box, box, box»

Ha provocato la Virtual Safety Car che ha generato tutta una serie di effetti chiave sulla strategia, Jenson Button. La power unit Honda evoluta lo appieda sul dritto di ritorno verso il traguardo, deve parcheggiare e le fiamme al retrotreno non hanno bisogno di particolari spiegazioni. Le dà l'inglese al box poco prima di ritirarsi: «Calo di potenza, ragazzi. Calo... il motore è andato».

E' pista esigente su motore, freni e consumo di carburante, Montreal. Tutti aspetti da preservare e gestire. Più facile a dirsi che a farsi, specialmente quando hai una lotta intensa alle spalle da affontare, come accaduto a Raikkonen. Al giro 30, via radio lo avvisano: «Stai tranquillo, Kimi, stai tranquillo». Qualora non fosse chiaro dalla tv, il finlandese spiega la situazione: «Non posso stare tranquillo con questi dietro!».

Tranquillo non è nemmeno con chi sta davanti, nel caso specifico la Manor. Giro 68, il traguardo è a un passo e, legittimamente, Kimi si chiede: «Che ca**o sta facendo la Manor?». Traffico nei doppiaggi che ha rallentato a momenti alterni Hamilton e Vettel. Sebastian impegnato nella rimonta e con la Mercedes da riprendere. Ha dovuto seguire per quasi un intero giro Grosjean, prima di doppiarlo e al giro 31 dice al box - indirettamente rivolgendosi a Charlie Whiting -: «Levatemi questo traffico davanti».

Ferrari ha sbagliato strategia o no, in Canada?

Sotto la bandiera a scacchi, per un liberatorio «Sì! Ahahah, sì!», di Bottas, nuovamente sul podio, c'è la citazione storica (con dedica) di Hamilton: «Danza come una farfalla, pungi come un'ape. Ahhaha, questa è per Muhammad Alì». Ma se Alì-Foreman a Kinshasa era finita per ko nel 1974, a Montreal Hamilton-Vettel si decide ai punti. «Mi sono divertito a darti la caccia. Stavi menando forte», dirà Lewis nel retropodio a Sebastian (oltre al legittimo: «Perché ti sei fermato a cambiare le gomme?»).


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