F1 Austria: dalla prima di Brambilla all'"obbedisco" di Barrichello

Dall'Osterreichring al Red Bull Ring, tanti gli episodi del Gran Premio d'Austria da ricordare: polemiche, incidenti e l'arrivo con il minor divario tra primo e secondo

Fabiano Polimeni

29.06.2016 10:38

Dai quasi 6 chilometri del 1970, anno in cui la Formula 1 arrivò in pianta stabile a Zeltweg, su un tracciato vero, sull'Osterreichring, (nel 1964 si corse sull'Aerodromo di Zeltweg) agli odierni 4.300 metri e poco più, la configurazione del tracciato tra le colline della Stiria ha subìto diversi aggiornamenti e altri potrebbero arrivare in futuro, per far rivivere lo storico circuito che per 18 edizioni ha ospitato il Gran Premio d'Austria. Si corre in quota, a 689 metri sul livello del mare, per un giro cortissimo, da 1'08" (224 km/h di media), riferimento destinato a cadere quest'anno, complice la mescola Ultrasoft, complice la riasfaltatura completa, che pure dovrebbe risultare un po' più aggressiva sulle gomme di quanto non fosse lo scorso anno. 

Il disegno del Red Bull Ring, già A1 Ring, è invariato dal 1997, anno in cui la Formula 1 fece ritorno in Austria dopo 10 anni di assenza. Nove curve, due strette pieghe a gomito, curva 1 e curva 2, la Remus, separate da un allungo da quasi 330 km/h (dati Williams). Si sta per il 63% del giro con il gas spalancato e il consumo di carburante è pari a 1,42 kg/giro. Questa la "carta d'identità" di un circuito che ha una storia interessante da raccontare, con svariati episodi che restano nella memoria dello sport automobilistico.

Si parte dal 1975, gara caratterizzata dalla pioggia. Lauda è il beniamino di casa, ma per Niki il successo resterà un tabù fino al 1984: dieci tentativi prima di trovare la vittoria, su McLaren. Nel '75 sembra destinato a trionfare James Hunt, ma Vittorio Brambilla riesce nell'impresa con la March. Al mattino, nel warm up, il drammatico incidente di Donohue (morirà tre giorni dopo), poi la corsa. Brambilla approfitta di un doppiato per superare Hunt e sotto la pioggia conquista la prima e unica vittoria in carriera, in una gara interrotta dopo 29 giri. Tagliato il traguardo, Brambilla finisce contro il guard-rail e danneggia l'anteriore della March: nove anni dopo Scarfiotti, un italiano torna a vincere in Formula 1. Sarà la prima e unica vittoria del monzese in Formula 1.

Zeltweg è anche il teatro dell'ordine d'arrivo con il minor divario tra primo e secondo. Nel 1982 sono in lotta Elio De Angelis su Lotus e Keke Rosberg su Williams. L'italiano avrà la meglio per appena 5 centesimi. Sullo stesso rettilineo, ma a inizio gara, nel 1987 è il caos. La prima partenza vede la Zakspeed di Brundle andare a sbattere dopo curva 1, tornando in pista e coinvolgendo altre monoposto. Bandiera rossa e ripartenza, ma la Williams di Mansell si avvia lentamente e crea scompiglio alle sue spalle: 12 monoposto bloccano l'intero rettilineo e la direzione gara deve interrompere per la seconda volta la corsa. Si ripartirà, con il terzo start, due ore dopo il "primo tentativo" e la vittoria andrà a Mansell.

Nel 1999 vince Irvine, ma si ricorderà il contatto al primo giro, al tornante Remus, tra Coulthard e Hakkinen. Mika al comando viene toccato al posteriore dalla McLaren gemella e ripiomba in fondo al gruppo. Recupererà e otterrà comunque la terza posizione, proprio dietro Coulthard, staccato di 22". 

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L'episodio che più di tutti si ricollega al Gran Premio d'Austria, però, è quello del 2002, protagoniste le due Ferrari. Barrichello scatta dalla pole e conserva la leadership della gara, una cavalcata senza avversari e con 17" dopo 10 giri su Ralf Schumacher. Al muretto Ferrari Todt e Brawn ragionano in ottica iridata, allora lo scarto tra vittoria e seconda posizione era di 4 punti e viene impartito l'ordine di scuderia a Barrichello: lascia passare Michael. La mossa del brasiliano è plateale, cede la posizione solo all'ultimo giro, pochi metri prima del traguardo: il distacco tra i due sarà di 182 millesimi a vantaggio di Schumacher. Sul podio, tra i fischi del pubblico, Schumacher cede il gradino più alto a Rubens, vincitore morale della corsa. La scenetta però contravviene al protocollo FIA e la Ferrari sarà multata per l'episodio.

Quell'anno la gara venne contrassegnata anche da un gravissimo incidente tra Heidfeld su Sauber e Sato su Jordan, che portò all'interruzione della gara. Al tornante Remus, Heidfeld perde il controllo in staccata, va sull'erba e si fionda come un proiettile con il posteriore a centrare Sato che era al punto di corda del tornante: fortunatamente nessuna conseguenza fisica per il giapponese, con la struttura di protezione ai lati dell'abitacolo che resse alla perfezione.

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