Hamilton e Rosberg: gli eventuali ordini di scuderia riusciranno a contenerli?

Hamilton e Rosberg: gli eventuali ordini di scuderia riusciranno a contenerli?© sutton-images.com

Nico è solitamente "ligio" ma siamo al limite, mentre Lewis non si farebbe problemi a sfasciare macchine e/o suppellettili. La lotta diretta per il titolo sarà aspra…

Maurizio Voltini

06.07.2016 17:31

Siamo sicuri che nella conferenza stampa con i piloti al giovedì, quella prima del GP a Silverstone, molte domande saranno dirette a Lewis Hamilton, fra i presenti. Questo dopo il ben noto contatto finale con lui e Nico Rosberg al GP dell'Austria in seguito al quale i dirigenti Mercedes-AMG hanno minacciato di tornare agli ordini di scuderia, sui quali proprio questo giovedì Toto Wolff avrà un chiarimento con i suoi driver. Immaginiamo sarà dunque questo il tema principale dei quesiti al pilota inglese, oltre a una sua "ultima opinione" sull'incidente in sé: vi saranno già in Inghilterra degli ordini di scuderia per preservare i risultati finali (in particolare le "doppiette", ovviamente) e di quale tipo?

Noi però ci permetteremmo una domanda leggermente differente: serviranno a qualcosa, questi ordini di scuderia? Pensiamo che realmente sia Lewis sia Nico diranno "obbedisco!" quando in palio ci sarà il titolo mondiale? Abbiamo visto tutti cosa è successo a Spielberg quando in palio c'era "solo" la singola vittoria di gara. Da un lato un pilota che quando ha la possibilità di agguantare il successo "vede rosso" e non si fa più scrupoli né calcoli mentali; dall'altro lato un pilota che non ci sta più a subire passivamente la situazione, nemmeno quando ha una macchina rovinata e quasi senza freni.

Che la situazione stia in ogni caso arrivando a vette di competitività e nervosismo estreme (e non solo da parte dei due), lo si coglie da tanti fattori. Per esempio dal fatto che Hamilton nelle dichiarazioni pubbliche cerchi di evitare risposte "serie" sul suo rapporto con Rosberg dicendo che va tutto bene. Mentre Niki Lauda va invece a sbugiardarlo pubblicamente affermando che «ha detto la prima cosa che gli passava per la testa, per smorzare gli attriti e avere una gara serena». Ok, potevamo già immaginare che fosse così, che le esigenze di immagine pubblica portino a dichiarazioni all'acqua di rose: ma perché c'è da confutarlo in questo modo? Perché mai ci si trova a smentire un pilota anche quando dice che "va tutto bene" per non creare tensioni in pubblico? Non è l'opposto, di solito? Oltretutto, anche se poi ha fatto retromarcia su queste dichiarazioni, Lauda ha proseguito: «Anche quando è andato a sbattere nelle qualifiche di Baku, poi non sono potuto entrare nel suo camerino nel motorhome Mercedes perché stava distruggendo tutto. Ma gli faremo pagare le spese…».

A prescindere che ciò sia successo realmente o no, puntualizzare una cosa simile nei confronti di un campione che guadagna milioni di euro all'anno, sembra quantomeno ridicolo. Lo diventa meno se il messaggio che si vuole far passare è del tipo "non gli permetteremo più di continuare a fare quello che vuole". Perché anche se pochi sanno ovviamente davvero cosa si sono detti in Mercedes nei debriefing dopo Barcellona, Montreal e Spielberg, resta il fatto che Lewis in un caso non ha alzato il piede quando avrebbe dovuto, nell'altro ha dato una ruotata al compagno-rivale mandandolo fuori pista e infine nell'altro ancora non ha ceduto all'intimidazione di Rosberg e gli ha sterzato addosso come a cercare il contatto. Certo, aveva delle scuse, ma talvolta un po' "scarse": per esempio, se alla curva 2 austriaca non aveva visto Rosberg all'interno, perché allora non ha fatto la traiettoria normale? Dal punto di vista Mercedes, in ogni caso, resta il fatto che ogni volta ha rovinato il risultato di squadra cercando invece il suo personale. Una tendenza che si può capire, però solo finché non diventa "seriale" come invece è successo.

Sull'altra sponda della situazione abbiamo Rosberg, perché non è che stiamo addossando tutto all'inglese. Se per quest'ultimo sono la fame di vittorie e la naturale aggressività agonistica a causare certi comportamenti, per il tedesco vi sono altre cause: nonostante tante volte abbia dimostrato di lottare praticamente sullo stesso piano con piloti del calibro di Michael Schumacher e appunto Lewis Hamilton (a parità di macchina, oltretutto) Nico non gode di una considerazione neppure decimale rispetto a questi due colossali campioni. Quello che gli manca è quella "consacrazione" che gli potrebbe arrivare da una corsa stratosferica (ma ciò non è nel suo stile di gara e anche quando è successo non gliel'ha riconosciuto nessuno, vedi seconda metà stagione scorsa) oppure dalla vittoria di un titolo mondiale. E questa stagione è quella che forse gli darà l'ultima possibilità di ottenere il campionato.

A questo punto è quasi naturale che anche lui giochi il tutto per tutto, che non accetti più di subire le manovre "forti" del compagno-rivale, anche se nel corpo-a-corpo diretto (nel senso più profondo del termine, vale a dire con le monoposto che si toccano) non è certo a suo agio come Hamilton. Anche questo fattore ha portato Rosberg a "metterci del suo" in certi incidenti, pur se la sanzione ricevuta in Austria (10 secondi che non hanno cambiato la posizione d'arrivo) è talmente "soft" da far capire che nemmeno i commissari gli hanno dato una vera colpa "totale" per il contatto. Tornando comunque alla questione iniziale, siamo sicuri che un pilota come Nico, finora sempre ligio alle indicazioni del team anche quando gli hanno fatto fare la figura del perdente, lo sarà pure stavolta quando in palio ci sarà questo titolo mondiale così importante, anzi fondamentale per lui? Noi abbiamo più di qualche dubbio, e voi? 


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