Analisi venerdì Silverstone: lotta ancora aperta… dietro

Distacchi pesanti da Mercedes anche a team dimezzato per lo stop di Rosberg, mentre Red Bull mette in mostra la sua efficienza e Ferrari insegue

Maurizio Voltini

08.07.2016 18:19

Grandi distacchi quelli mostrati sia nella prima che nella seconda sessione di prove libere del venerdì a Silverstone, soprattutto in quella pomeridiana che peraltro ha visto una pista un po' più "alta" rispetto al mattino. In più l'assenza assoluta di Nico Rosberg ha "isolato" ancor di più Lewis Hamilton al vertice. Purtroppo al momento dell'avvio motore che precede le prove, la W07 numero 6 ha mostrato una perdita d'acqua. I meccanici hanno smontato cofano e fondo per accedere al motore e risolvere, ma una volta rimesso tutto assieme (con Nico già in macchina) si sarebbe evidenziato pure un altro problema (non specificato) che a quel punto ha fatto decidere di saltare l'intera sessione. Un inconveniente non da poco per il tedesco, stante la lotta così ravvicinata col compagno-rivale inglese, come testimoniato dai 33 millesimi che li separavano al mattino. Vedremo se l'ora finale di prove, quella del sabato mattina, sarà sufficiente per recuperare.

A seguire abbiamo entrambe le Red Bull, molto veloci soprattutto nel pomeriggio, un fatto che tecnicamente non fa che confermare come su questa pista conti la potenza motrice ma anche l'efficienza aerodinamica, intesa come capacità di ottenere alto carico (preziosissimo nella percorrenza delle curve veloci) senza però penalizzare oltremodo l'avanzamento. In entrambi i turni Daniel Ricciardo ha sopravanzato Max Verstappen, portandosi a soli 4 decimi dalla Mercedes: un risultato molto positivo per lui, ma ovviamente siamo solo all'inizio. Nondimeno entrambi hanno mostrato un ottimo passo soprattutto nelle prove sulla distanza, anche con gomme più dure, migliore anche di quello di Hamilton con il passare dei giri, a rivelare un degrado molto più contenuto per loro. 

Seguono entrambe le Ferrari, a circa 1 secondo dal vertice. Sebastian Vettel ha preceduto Kimi Raikkonen, ma quest'ultimo è parso molto a suo agio al pomeriggio soprattutto con le gomme più dure. Si può pensare/sperare vi sia ancora del margine da esprimere, anche perché bisogna guardarsi da squadre come McLaren, Williams e anche Haas alle loro spalle. In realtà, al netto di un'ottima prestazione da parte di Alonso nel giro veloce, le posizioni sono quelle subito dietro, ma i distacchi non sembrerebbero così preoccupanti per la Scuderia. Per adesso è già un sollievo che il guaio al cambio di Vettel del mattino non fosse serio, nel senso che ne era già prevista la sostituzione.

Discorso a parte va fatto però per un possibile terzo incomodo: la Force India. Sebbene troviamo Nico Hulkenberg e Sergio Perez soltanto 15° e 16° al pomeriggio, non possiamo ignorare i loro 3° e 8° tempo al mattino e soprattutto che non hanno mai utilizzato la mescola più morbida nel secondo turno, avendone scelti meno set rispetto agli altri. Vedremo se questa decisione strategica pagherà, ma se davvero fra le gomme soft e quelle medie c'è circa 1 secondo e mezzo come dichiarato sul momento dalla Pirelli, non possiamo escluderli a priori dalla lotta alle spalle delle Mercedes.

Per quanto riguarda le retrovie, con la Haas che sembra tornata all'efficienza di inizio stagione, abbiamo una Sauber che pare stia risollevando un poco la testa pur dopo vari problemi a Felipe Nasr, eppure 14° appena dietro a Daniil Kvyat. La Toro Rosso è parsa mostrare ancora qualche problema di bilanciamento, confermato dall'11° tempo pomeridiano di Carlos Sainz, che ci auguriamo risolva nella terza sessione. La Renault è parsa in certi momenti più performante del solito, ma alla fine si ritrova sempre dietro incastrata fra le Manor, con quella di Pascal Wehrlein davanti: sempre interessante seguire il tedesco, ma pensiamo che su questa pista sarà davvero difficile ripetere il mezzo miracolo di Spielberg. Certo, sarebbe sempre bello continuare a vedere che ogni tanto l'abilità di un pilota riesce ad emergere al di là del mezzo meccanico, ma resta utopia. 


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