F1 Gran Bretagna, Vettel: "Giornata storta, ma non bisogna buttare tutto all'aria"

F1 Gran Bretagna, Vettel: "Giornata storta, ma non bisogna buttare tutto all'aria"

Il pilota della Ferrari, solo nono al traguardo, getta acqua sul fuoco e parla di un episodio anomalo

Alberto Sabbatini

10.07.2016 16:58

Per la seconda volta nel 2016 le Ferrari sono finite fuori dal podio. Quinto Raikkonen e nono Vettel. Il peggior risultato dell’anno ma non la peggiore gara del 2016 in assoluto perché a Monaco, a fronte di un 4° posto ci fu anche un ritiro di una delle due auto (Raikkonen). Vettel partiva indietro, solo 11°, e non è mai stato in condizioni di salire molto in alto. Addirittura ha dovuto lottare per entrare nei punti duellando con Hulkenberg, Alonso, Massa e Kvyat e finendo nettamente battuto per esempio da Sainz che guida una Toro Rosso con motore Ferrari di un anno fa.

La scelta di fermarmi per primo a mettere le slick ha pagato - dice Vettel - perché era il momento perfetto, abbiamo guadagnato tanto perché dopo quella sosta mi sono ritrovato sesto, poi ho rovinato io tutto con un testa-coda (alla curva 1 che gli ha fatto perdere 9 secondi e due o tre posizioni, ndr)”. Ci si aspettava una debacle della Ferrari su questa pista che si adatta perfettamente alle Mercedes e alla Red Bull e non alla Ferrari. Molti curvoni veloci, cambi di direzione continui e poche frenate secche (dove la Ferrari è superiore). Serve grande deportanza, dove Ferrari non eccelle. Maranello si aspettava di prendere la paga anche delle red Bull, Vettel l’aveva anche ammesso dopo le prove dicendo che qui sarebbero stati indietro, ma si sperava restassero agganciati al quarto posto duellando per il podio se tutto andava bene, non faticare a stare nei top cinque (Raikkonen) o a rimontare per entrare in zona punti (Vettel).

In definitiva qual è il motivo di questa crisi? Vettel a fine gara - con lo sguardo serio e senza il suo solito sorriso - fa una analisi fredda e logica. Ma anche molto spietata. “Basta guardare la classifica (negativa) per capire il nostro problema: non siamo stati veloci sul giro. Come ieri in prova. Anzi, sul giro secco non andava poi così male, ma nel corso della gara non siamo mai stati abbastanza veloci per eguagliare il passo delle Red Bull e seguire le Mercedes”. Più lenti, dunque. Ma quanto lenti? Da uno a due secondi al giro sul passo gara, di più sul bagnato, di meno sull’asciutto. Per la precisione una media di 1”3 al giro (Raikkonen ha accumulato 69 secondi di distacco in 51 giri di gara).

Una analisi specifica del ritmo di gara dimostra quanto dice Vettel e il limite velocistico della Ferrari. Per esempio, a metà gara, già con le slick, l’elenco dei giri più veloci vedeva le Mercedes di Rosberg e Hamilton in testa con 1’37”317 e 1’37”911 rispettivamente, le Red Bull praticamente sullo stesso ritmo (Verstappen 1’37”818 e Ricciardo 1’38”027) e Vettel quasi due secondi più lento in 1’39”259. Poi, a due terzi di gara (40° giro) a distanze acquisite, poca benzina e gomme consumate, la Ferrari ha mostrato un ritmo più vicino ai leader: le Mercedes giravano in 1’36”3 (Rosberg), le Red Bul in 1’36” alto (Verstappen 1’36”792 e Ricciardo 1’36”965) mentre Raikkonen era praticamente sul passo delle RB: 1’36”994, e Vettel solo qualche decimo dietro: 1’37”194. Ma ormai il distacco dal leader della gara era quasi di un minuto e quindi ogni possibilità compromessa.

Ma allora dov’è il problema? Vettel getta acqua sul fuoco e parla di episodio anomalo o unico: “È stata una bruttissima giornata e basta. Ma non credo che dobbiamo mettere tutto sottosopra, è la cosa peggiore che possiamo fare, abbiamo fiducia nell’auto e nel team e non c’è motivo di farsi prendere dal panico e buttare tutto all’aria. Però possiamo capire parecchio da questa vicenda e comprnedere perché siamo stati deboli in queste condizioni".
 
E poi una ciliegina finale: “Ma ci sono state anche cose positive: abbiamo reagito bene agli imprevisti e siamo ai box per il cambio gomme nel momento più giusto”. Già, almeno stavolta la strategia è stata efficace. Ma basta questo a consolarsi? No, perché la prossima corsa è il GP Ungheria, dove nel 2015 la Ferrari trionfò mentre adesso i fasti di quei giorni sembrano ben lontani. Anche perché i GP di Monaco e Barcellona insegnano che la Ferrari 2016 non eccelle più in trazione (che è la dote più importante sulla pista di Hungaroring).

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