L’analisi di Arrivabene: "Sapevamo di essere deboli a Silverstone”

Il team principal della Scuderia Ferrari analizza il deludente risultato delle Rosse al GP di Gran Bretagna: "Silverstone premia caratteristiche in cui siamo carenti"

Alberto Sabbatini

11.07.2016 10:47

L'analisi del giorno dopo di Maurizio Arrivabene fa capire che in Ferrari presagivano già il risultato negativo a Silverstone prima ancora di partire per l'Inghilterra.

“Siamo venuti qui sapendo che non avremmo trovato una pista facile per le caratteristiche della nostra macchina – spiega il team principal della Rossa – ma se vuoi essere al top non ci dovrebbero essere circuiti difficili”.

Ma cos'ha di particolare Silverstone che non si adatta alla SF16-H? Arrivabene non entra nei dettagli ma gira largo nella descrizione. “Questa è una pista che a parte la potenza, premia altre caratteristiche delle vetture, caratteristiche in cui noi siamo un po' carenti. Non è la prima volta che accade ciò, ma in questo week end l'effetto è stato molto evidente”. 

Proviamo a spiegarlo noi allora. Silverstone è un tracciato medio-veloce, con una serie di curve veloci in appoggio, un solo vero lungo rettifilo e alcuni tratti misti a bassa velocità. È una pista sinuosa. Il motore è meno importante perché non è una pista di accelerazione, tranne l'uscita di un paio di tornanti; non ci sono frenate secche e violente che mettono in crisi i freni e richiedono una stabilità eccellente (come Monza o il Canada) dote in cui la Ferrari eccelle. Non è un circuito cosiddetto “stop&go”, frena e riparti. È un tracciato sinuoso che impone un certo ritmo nella guida. Essendo un circuito con tante curve veloci in appoggio (soprattutto a destra) è necessaria una eccellente aerodinamica: grande downforce generata dal corpo vettura. Chi non ce l'ha, cerca di recuperare aumentando l'incidenza dell'ala, ma a quel punto è svantaggiato in velocità massima. Rigidità del telaio, sospensioni che fanno “lavorare” le gomme e consentono una buona maneggevolezza nei cambi di direzione sono le doti necessarie. Aree in cui la Ferrari è evidentemente un po' carente rispetto ai principali avversari come Mercedes e Red Bull, ma anche McLaren. Che difatti in prova e anche in gara in certi frangenti è stata più vicina alla Rossa di quanto lo sia mai stata nei GP precedenti.

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Prosegue Arrivabene: “Date le caratteristiche della pista e della nostra auto, abbiamo optato per una strategia molto aggressiva cercando di fare il pit stop per le gomme intermedie immediatamente dopo lo stint iniziale sotto Safety Car”. Infatti Raikkonen è stato il primo del gruppo a rientrare ai box per togliere le full wet e montare le intermedie subito, appena la safety car si è tolta di mezzo, al 6° giro.

“Peccato che questa scelta – spiega ancora Arrivabene – non abbia pagato perché è uscita quasi subito la Virtual Safety Car (per l'uscita di pista di Wehrlein, ndr)”. Che ha fatto sfumare alla Ferrari il vantaggio potenziale acquisito.

Notare che in quel frangente, con le intermedie, Raikkonen aveva percorso il primo giro in 1'46”, più veloci di tutti quelli con le gomme rain ancora in pista, tanto che persino Hamilton che guidava la gara in condizioni di visibilità perfetta girava sopra 1'47”.

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Arrivabene però è realista sulla performance dell'auto e non tira in ballo la VSC come una scusa per il risultato scadente. “Ad essere sinceri, se anche fosse andato tutto bene, il massimo che avremmo potuto fare era guadagnare una posizione in gara rispetto al risultato finale”.

Cioé arrivare quarti e non quinti con Raikkonen, inserirsi quindi fra la Red Bull di Verstappen, imprendibile per la Ferrari, e quella di Ricciardo che nella prima fase di gara era pochissimi secondi davanti a Raikkonen. In pratica Arrivabene ricalca la previsione di Vettel che fin dalle prove auspicava il quarto posto come la posizione massima cui poteva aspirare la Ferrari a Silverstone. Visto però il vantaggio con cui Ricciardo ha terminato la gara davanti a Raikkonen – 43 secondi – la speranza di poter precedere una delle due Red Bull appare col senno di poi a dir poco molto ottimistica.

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La realtà è che la Ferrari a Silverstone era la terza forza in campo. E nelle prossime due gare prima della pausa estiva – Hungaroring e Hockenheim - avrà il suo da fare per difendere il secondo posto in campionato dalla Red Bull che ormai è a soli 6 punti e storicamente sulla pista ungherese – anche se la Ferrari ci ha vinto nel 2015 - è sempre stata fortissima.


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