Alonso: “Per correre in Formula 1 devi essere senza cuore”

Alonso: “Per correre in Formula 1 devi essere senza cuore”

Il due volte campione parla di sé e del suo rapporto con le corse: “Gli altri piloti non sono nemici ma se puoi “far male” a qualcuno per avvantaggiarti è meglio”

Francesco Colla

17.08.2016 12:56

“Heart of Stone” cantava Mick Jagger mezzo secolo fa. E per correre in Formula 1 ci vuole un cuore di pietra o dice Fernando Alonso. Il pilota McLaren approfitta della pausa estiva della Formula 1 per parlare di sé e del suo rapporto con le corse: Devi essere senza cuore. Gli altri piloti non sono nemici ma devi essere sempre focalizzato sulla vittoria. E se hai la possibilità di “far del male” a qualcuno per trarne vantaggio è anche meglio”.

Mors tua vita mea avrebbero detto gli antichi romani. Ma non si tratta solo di innata competitività: “Certo sono una persona competitiva e la competitività è importante in Formula 1. Ma non corro solo per la competizione che potrei trovare anche giocando a tennis o correndo in bicicletta. Corro in Formula 1 perché le auto mi danno una sensazione unica, che non posso trovare da nessun’altra parte”

Difficile spiegare ai profani cosa si provi a pilotare al limite monoposto da 900 cavalli rischiando ad ogni gara (vedi il terrificante incidente al GP d’Australia: Non c’è niente come la F1. Devi resettare il cervello ogni volta che Sali in macchina perché lì tutto accade più velocemente. E quando non guidi una monoposto per alcune settimane quando ricominci il livello delle performance ti lascia sorpreso”.

L’asturiano ha iniziato, come quasi tutti, dai kart: “Gli stili di guida, tra kart e F1, sono simili, ma nel kart non succede nulla d’imprevisto. La tua mente non viene mai colta di sorpresa e puoi prevedere quello che sta per succedere. Non è così in Formula 1: quando spingi sul freno il cervello impiega 0.2 secondi a reagire. E’ una sensazione splendida”.

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Per raggiungere livelli di eccellenza tali da vincere due titoli mondiali nel massimo campionato del motorsport non basta allenarsi. La predisposizione naturale o ce l’hai o non ce l’hai: “Non ho mai avuto bisogno di prepararmi psicologicamente prima di mettermi al volante. La mia mentalità non cambia sia che si parli di prove libere o di gara”. 

E pensare che tutto è partito tanti anni fa per le strade di Oviedo, quando il piccolo Nando cercava di seminare la nonna che lo costringeva ad andare a scuola “Dovevo batterla ogni giorno! – scherza il pilota – Anche se mi rendo conto che quello che dico non sembra molto carino…”  


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