Test Pirelli, Hembery: "Dobbiamo ringraziare i top team"

Agosto di duro lavoro per il gommista, impegnato con le prime uscite delle coperture larghe. Hembery garantisce che il vantaggio per i team impegnati nelle prove di sviluppo sarà marginale

22.08.2016 08:59

Il Circus si rimette in moto, guarda al Gran Premio del Belgio alle porte, dopo tre settimane di stop buone per tirare il fiato e riordinare le idee. C'è, però, chi è rimasto al lavoro dopo Hockenheim. La Pirelli ha un 2017 da preparare, i "gommoni" da sviluppare e un dettagliato calendario di test da completare. Fiorano e il Mugello, Ferrari e Red Bull per cominciare. Gomme da bagnato e slick. E' iniziata così la marcia verso il prodotto che vedremo in pista tra sei mesi, nei test invernali che, non è un mistero, il gommista vorrebbe su circuiti che diano garanzia di temperature elevate e possibilità di avere riscontri rappresentativi. 

Ma cosa hanno detto le quattro giornate di test svolte a inizio agosto? Siamo ancora lontani dalle specifiche definitive, il lavoro è ancora quello di sviluppo e incrocio di molteplici soluzioni, passaggi obbligati per arrivare a validare il prodotto finale, che vedremo nei test conclusivi di Abu Dhabi del 29 novembre.

«Entrambi i test sono andati esattamente come programmato: abbiamo completato tanti giri e raccolto parecchie informazioni, che serviranno per i prossimi test a settembre (Ferrari due giornate a Barcellona e Mercedes al Paul Ricard per cinque; ndr). L'obiettivo era di dare un primo sguardo ad alcune delle dinamiche che si sviluppano nell'utilizzo delle nuove misure, ovviamente resta ancora tanto lavoro da fare», spiega Paul Hembery.

Un lavoro che approfondirà ulteriormente delle scelte cruciali per tracciare il comportamento della gomma, con il consueto equilibrio delicato da ricercare tra costanza di rendimento e degrado. I piloti vorrebbero pneumatici che permettano di spingere sull'intero arco di gara, esigenza da bilanciare con la variabilità naturale dettata da una gomma che degrada e apre possibilità alternative sul fronte delle strategie. Sul tema, Hembery ha già espresso quelle che saranno le linee generali del prodotto 2017.

«Abbiamo in programma di introdurre una serie di nuovi elementi sia per quel che riguarda la struttura che le mescole nel corso dei prossimi test, che ci porteranno a definire la specifica 2017, per cui si tratta di qualcosa in più di una semplice raccolta dati, piuttosto è un programma costante di ricerca, sviluppo ed evoluzione». Il capo della divisione motorsport Pirelli torna anche sull'aspetto che ha sollevato non poco scetticismo da parte dei team minori: lo svolgimento dei test con tre top team, gli unici a essersi sobbarcati i costi per la modifica delle monoposto 2015, necessaria per alloggiare le gomme e incrementare i valori di carico aerodinamico, per avvicinare in parte quelli attesi con il regolamento tecnico 2017. «Ho parlato con le persone coinvolte in passato nei nostri test e hanno detto di non aver avuto alcun indizio di quel che si  stava provando. In quest'occasione, quel che proviamo su una macchina può essere una piccola "tessera del puzzle" non abbinata a un'altra che proviamo su un'altra monoposto, quindi sarà come un arrampicarsi sugli specchi nel capire quale sarà il prodotto finale e, in termini di vantaggio ricevuto, sarà marginale», ribadisce. Ovviamente, tutte le informazioni raccolte saranno condivise con le scuderie che non prendono parte alle sessioni di sviluppo. 

Test di sviluppo delle gomme che, effettuata la transizione regolamentare alle norme aerodinamiche 2017, potranno essere condotti con tutte le scuderie, potendosi utilizzare le monoposto della stagione in corso, senza necessità di modifiche sostanziali. «Dobbiamo essere grati, e devono esserlo anche le altre scuderie, ai top team che si sono presi questa responsabilità. Mentre da parte nostra stiamo effettuando degli investimenti (si ragiona nell'ordine di oltre 15 milioni di euro; ndr) lo stesso hanno dovuto fare le squadre. Le modifiche alle coperture arrivano anche grazie al supporto delle tre scuderie più grandi e gli altri team dovrebbero essere riconoscenti di ciò».


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