Verstappen, la generazione Playstation che vuole tutto e subito

A Spa il pilota Red Bull ha esagerato: l'istinto al duello è insito nella natura di tutti i campioni ma quando si diventa "giustizieri" si passa dalla parte del torto

Alberto Sabbatini

28.08.2016 19:14

Chi ha seguito Verstappen nelle gare minori, sa che lui guida così da sempre. Era irruento nel karting, era irruento in F3 quando spostava di forza gli avversari. E non ha remore anche in F1 quando di cavalli dietro la schiena ne ha 900 invece che 300. A Spa l'olandesino ha chiaramente esagerato. Ma non in partenza dove è stato aggressivo e duro, ma nei limiti della correttezza. Ha esagerato in corsa quando ha buttato fuori pista a ruotate via via più di un avversario, specialmente Raikkonen con cui aveva il dente avvelenato. 

Alla fine Verstappen ha ammesso di aver guidato duro per vendicarsi. E qeusta è la cosa peggiore. “Loro (i ferraristi) hanno distrutto la mia gara in partenza, quindi perché avrei dovuto avere riguardi?”. “Il suo unico interesse è buttarmi fuori, ha esclamato a un certo punto via radio Raikkonen stupito e spazientito, rivolto ai propri box. C'è chi come Jacques Villeneuve ha duramente attaccato Max dalle telecamere di Sky: “Gli viene permesso tutto. Cosa aspettano i commissari a penalizzarlo, che ammazzi qualcuno?”. 

Però c'è il forte sospetto che questa condotta irruenta di Verstappen sia tollerata o non repressa perché dà spettacolo, fa discutere e riporta attenzione sulla F1 che stava diventando noiosissima. Gli show di Verstappen fanno bene all'audience e quindi vanno bene a Ecclestone e alla Fia. È una teoria, per carità, però a pensare male a volte ci si prende.

Lungi dal voler difendere la condotta di guida di Verstappen, c'è però da dire che il duello a ruotate, il corpo a corpo nelle staccate, è insito nella natura di ogni corridore. Ed è quello che esalta tutti i piloti. Che per natura sono egoisti e prepotenti. Basta vedere cosa ha fatto Vettel a Raikkonen alla prima curva, che pure è il suo compagno di squadra e con il quale sostiene di andare d'accordo. 

Verstappen è il figlio di una nuova generazione di piloti, cresciuti con le Playstation dove si aggredisce, si sbatte, si continua, pensando di essere invincibili e inviolabili. Ma è anche figlio di quella generazione contemporanea che vuole prepotentemente tutto e subito, non guardando in faccia a nessuno. In fondo la sua condotta di guida spregiudicata e prepotente, non assomiglia alla prepotenza dei tifosi degli stadi che insultano l'avversario che li ha battuti? E la sua aggressività nella guida non vi ricorda quella simile aggressività verbale che è ormai molto diffusa nei social network, quando si tende a litigare con altri navigatori di internet invece di confrontarsi pacificamente con loro? 

Tutti i grandi campioni dell'automobilismo sono stati aggressivi all'inizio della propria carriera, proprio perché era l'unico modo di farsi largo in un mondo spietato. Era aggressivo nelle sue prime corse Schumacher, che si meritò una tirata d'orecchi di Senna in Francia nel 1993. Era aggressivo persino un quarantenne stagionato come Jack Brabham, che sulle piste di allora -parliamo di fine Anni '60 – andava apposta sul terriccio in uscita di curva per sollevare pietrisco con le gomme e gettarlo sugli avversari alle spalle e metterli in difficoltà. E tenete conto che a quel tempo i piloti non erano protetti dai caschi integrali, quindi era anche un comportamento quasi criminale. 

Ma anche Senna ammise tanti anni fa di essersi lasciato andare alla vendetta contro un avversario (Prost) come ha candidamente ammesso Verstappen su Raikkonen. Anzi, Senna fece pure di peggio: buttò fuori pista a Suzuka nel 1990 il francese investendolo in pieno senza togliere il piede dal gas perché sentiva in cuor suo di essere stato defraudato della miglior posizione di partenza. E quindi in diritto di fare il giustiziere. 

Ecco, il problema è proprio questo: quando ci si improvvisa giustizieri pensando di aver subito un torto, si finisce proprio dalla parte del torto. Per cui la condotta di Verstappen nel GP Belgio (non in partenza, lo ripetiamo, ma in corsa)  andrebbe seriamente analizzata e giudicata dalla Fia prima che si trascenda. Ma dopo aver criticato Verstappen, quanti di noi possono dire di avere davvero la coscienza pulita e di non aver mai reagito rabbiosamente pensando di aver subìto un torto, magari anche solo un banale sorpasso in autostrada?


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