Analisi F1 Monza venerdì: selezione meccanica

Analisi F1 Monza venerdì: selezione meccanica© sutton-images.com

Basilari le differenze di macchina, con Mercedes davanti, Ferrari immediate inseguitrici, e quelle più cariche meno penalizzate del previsto

Maurizio Voltini

02.09.2016 18:07

C'è sicuramente ancora qualcosa da affinare su una pista sempre piuttosto particolare come Monza, con le sue alte velocità mixate però a curve da marce basse, ma qualcosa si sta indubbiamente intravvedendo già dal venerdì. A partire - sai che novità, dirà qualcuno - dalla supremazia Mercedes mostrata alternativamente con Nico Rosberg e con Lewis Hamilton a spartirsi le due sessioni. Con distacchi dal resto del gruppo che sono abbastanza sensibili, per quanto diminuiti al pomeriggio. Per adesso, quindi, tutto porta a far prevedere una lotta privata fra i due alfieri Mercedes, con la prima chicane ad attenderli domenica.

A sottolineare come siano le macchina a fare la differenza su questo tracciato "di potenza", troviamo sempre entrambe le Ferrari a seguire. Come detto il distacco è diminuito al pomeriggio e forse poteva essere ancor minore se Kimi Raikkonen non avesse trovato le bandiere gialle nel momento (s)favorevole (per via dello stop di Esteban Ocon in pista), ma è comunque netto e nei long run è stato anche più ampio. Tuttavia ci sono motivi per non fasciarsi la testa, almeno non subito: al di là di Sebastian Vettel che dichiara ci siano ancora dei margini e delle cose da sistemare sulla macchina, e dei buoni riscontri che sembra siano arrivati dai motori "gettonati" a nuovo (buona mossa: è inutile tenersi gli sviluppi per quando il campionato è già finito, se si sa dove intervenire), si nota una tendenza a sfruttare le gomme più a lungo rispetto a Mercedes.

Vedremo però se tutto ciò potrà davvero risultare in un vantaggio strategico. Più si va avanti, infatti, e più si vede che nonostante le alte temperature ambientali anche qui (picchi di 46°C sull'asfalto) i pneumatici dimostrano comunque una maggior resistenza rispetto a Spa, oltre a un divario fra supersoft e soft limitato (si parla di 6 decimi al giro). Questi fattori sembrano confermare anche stavolta la possibilità/convenienza di puntare ad una tattica su un solo cambio gomme: peccato, perché oltre a limitare le possibilità di "giocare di strategia", si è già visto in passato come ciò appiattisca la gara. In tal senso (negativo) probabilmente giocherà pure la scelta della Pirelli di imporre pressioni di gonfiaggio piuttosto conservative (cioè alte) e quindi i piloti dovranno guidare cauti sul gas per evitare surriscaldamenti con conseguente degrado e perdita di prestazioni.

Anche in questa occasione si è visto come di base si punti ad impostazioni aerodinamiche decisamente scariche e "penetranti" per favorire la velocità nei lunghi rettifili; ma come già accaduto in passato, poi alla fine si torna a cercare un minimo di carico alare per recuperare una stabilità accettabile nelle impegnative staccate. Senza dimenticare che avere maggior velocità di percorrenza alla Ascari e alla Parabolica offre comunque un aiuto nella parte iniziale dei rettifili successivi, compensando parzialmente quello che si perde nella parte finale (in velocità massima).

E così tornano a farsi vedere monoposto più "da carico" e teoricamente molto svantaggiate come le Red Bull, piazzatesi invece entrambe alle spalle delle Ferrari, pur con un certo distacco ma col dubbio di cosa avrebbe saputo fare Daniel Ricciardo se avesse sfruttato bene le supersoft. Come pure le McLaren, di cui al momento è più facile apprezzare le doti telaistiche piuttosto che quelle motoristiche, si sono messe in evidenza soprattutto con Fernando Alonso ma anche con Jenson Button, appena più in là e sempre nella top ten. Ciò detto, che qui la deportanza non sia tutto come invece su altre piste lo dimostrano le Williams con Valtteri Bottas 8° e Felipe Massa appena fuori dai dieci, peraltro dopo aver sofferto numerosi problemi.

Da verificare sulla distanza le prestazioni messe in mostra a sprazzi dalle Haas di Romain Grosjean (comunque buon 9°) ed Esteban Gutierrez, mentre la Force India sembra aver momentaneamente perso il filo del discorso nella messa a punto, senza dimenticare tuttavia che a Nico Hulkenberg e a Sergio Perez sarebbero bastati meno di 2 decimi per essere entrambi più avanti di 4 posizioni: in questa zona la lotta è davvero aspra e ravvicinata. In certi momenti le Sauber si sono messe più avanti del solito, mentre continua il periodo nero delle Toro Rosso costrette a giocarsela con le Manor. Ancor peggio dal punto di vista cronometrico per le Renault, ma la gran massa di giri compiuti oggi da Kevin Magnussen (71) e Jolyon Palmer (80 addirittura) può far capire come il loro programma di lavoro fosse orientato su questioni diverse dalla prestazione pura, con molti dati raccolti ai fini della gara e soprattutto assenza di problemi. Vedremo sabato se cambierà qualcosa di sostanziale rispetto a questi riscontri.


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