F1 Singapore, analisi qualifiche: calvario Ferrari

Prevedibile una gara combattuta fra Mercedes e Red Bull anche sul piano strategico, e molto difficile per Raikkonen e soprattutto Vettel

Maurizio Voltini

17.09.2016 18:18

La Ferrari punta in alto, ma purtroppo stavolta si tratta solo della ruota anteriore interna della monoposto di Sebastian Vettel che in accelerazione fuori dalle curve si alza da terra, per via della rottura di un supporto della barra antirollio posteriore all'inizio delle qualifiche di Singapore (qui l'analisi del guasto). Partenza dall'ultima posizione in griglia quindi per lui, a meno che in Scuderia non si decida di cambiare assetto o sostituire qualcosa (al di là della semplice riparazione, che è permessa) partendo quindi dalla pitlane. Purtroppo Kimi Raikkonen non riesce a mettere una pezza, e non si può nemmeno fare riferimento alla sua debolezza sul giro secco: si è visto nettamente come combattesse con la macchina cercando di mantenerla in traiettoria, spesso senza riuscirvi. Insomma, Marina Bay conferma che la stabilità soprattutto in trazione che l'anno scorso aveva fatto la differenza, specialmente su questo tracciato, è stata persa per strada dalla Ferrari. Con queste premesse c'è da sperare davvero in un miracolo domani - e non ci riferiamo soltanto alla difficoltà di Vettel di risalire tutto lo schieramento - per puntare a un risultato più accettabile.

Non si può nemmeno puntare a strategie alternative, perché questa strada è stata seguita invece dalla Red Bull. Daniel Ricciardo non è riuscito a insidiare la notevolissima pole position di Nico Rosberg - anche qui ci sarebbe voluto un miracolo, perché il tedesco è stato perfetto già nel primo giro - ma in gara potrà puntare sul fatto di partire con gomme supersoft al posto delle ultrasoft degli altri, fattore che dovrebbe permettere di risparmiare un pit-stop. Naturalmente c'è da vedere quanto riuscirà Rosberg a "scappare via" fin dalla partenza e come l'australiano riuscirà a gestire il fatto di avere "un certo" Lewis Hamilton alle sue spalle. Il campione in carica stavolta non è riuscito a piegare a suo favore il "braccio di ferro" simbolico che ingaggia ogni volta con le piste, e la sua convinzione di guida ne ha risentito; ma di sicuro non partirà "già arreso", su questo è una garanzia. Mentre anche stavolta il pur talentuoso Max Verstappen è stato ridimensionato dal compagno di squadra, ma di certo la seconda fila di partenza gli permetterà di mettere in mostra le sue qualità in gara.

Se invece c'è un team che conferma appieno (se non qualcosa di più) tutte le speranze mostrate nelle prove libere a Marina Bay, questo è la Toro Rosso. Entrambi i piloti sembrano essere stati ricaricati dalla competitività mostrata dalla monoposto faentina fin dalle prime prove libere (nonostante una power unit "arretrata" di un anno) e così Carlos Sainz e Daniil Kvyat si ritroveranno a partire 6° e 7°. È vero che il distacco dalle tre squadre leader è sensibile (sui 7 decimi) ma il fatto di essere riusciti entrambi a sopravanzare tutti gli altri a partire dalle Force India, non è stato assolutamente casuale. Basta ora che non vi siano inconvenienti (lo scriviamo incrociando le dita per loro).

La Force India si conferma quarta forza del Mondiale posizionando Nico Hulkenberg 8° e Sergio Perez 10°, ma al netto di problemi di affidabilità dovrà combattere con le McLaren-Honda: Fernando Alonso è riuscito ad inserirsi 9° mentre Jenson Button non è riuscito ad accedere alle Q3 solo per un cerchio rotto nel "pizzicare" un muretto. Subito dietro sono le Williams, che però non sembrano davvero competitive, come del resto le Haas potranno contare solo su qualche invenzione strategica (ma non sarebbe certo la prima volta) per recuperare, posto che alle loro spalle le Renault e le Sauber non sembrano preoccupanti. Men che meno lo sarà poi la Manor, decisamente allo sbando su questo tracciato: evidentemente il propulsore Mercedes aveva un merito maggiore di quanto si pensasse, nelle prestazioni precedenti, oppure l'esperienza limitata dei suoi pur valenti piloti è stata penalizzante su una pista così particolare.

Perché, in conclusione, non dobbiamo dimenticare o sottovalutare l'incognita rappresentata dal teatro stesso del GP, una pista sempre difficilissima che tende agguati ai piloti ad ogni singola curva e che gli drena energie e lucidità giro dopo giro. Aggiungiamo la variabile pneumatici con la Pirelli che ha portato per la prima volta una mescola, la ultrasoft, che potrebbe riservare sorprese in entrambi i sensi in gara. Aggiungiamo anche la probabilità statistica pari al 100% che entri la safety car nel corso del GP: se non succedesse, sarebbe la prima volta in 9 edizioni. Sommiamo il tutto e otteniamo una gara in cui potrebbe accadere di tutto e nella quale non è scontato che il risultato finale rispetti pedissequamente le potenzialità dimostrate finora. Speriamo solo che tutto questo vada a vantaggio dello spettacolo e non della confusione.

La griglia di partenza del GP di Singapore


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