Formula 1 Singapore, Raikkonen e quel podio perso al pit stop

Il finlandese paga caro l'errore del muretto Ferrari: l'analisi del duello Raikkonen - Hamilton

Alberto Sabbatini

18.09.2016 18:04

Con il senno di poi è facile prendere la decisione giusta. Ma non ci vuole un maestro di strategia per capire che il muretto box Ferrari ha sbagliato clamorosamente scelta quando al 45° giro ha deciso di “marcare” Hamilton facendo sostare Raikkonen invece di lasciarlo in pista a gestire il vantaggio che aveva.

In quel 45° giro, con quella mossa azzardata, la Ferrari s’è giocata il podio che Raikkonen aveva faticosamente conquistato con una gara tenace e un sorpasso molto aggressivo su Hamilton alla curva 9. Forse avrebbero perso lo stesso il podio non fermandosi perché Hamilton, dopo il pit stop e dopo aver raffreddato i freni surriscaldati, ha davvero cambiato ritmo. Ma i loro calcoli dovevano dirgli che fermandosi a quel 45° giro sarebbero ripartiti dietro comunque dietro la Mercedes che s’era arrestata un giro prima e aveva fatto un giro velocissimo rimangiandosi il breve distacco. Per cui che senso ha fare un pit stop sapendo che ripartirai comunque dietro l’avversario? Che senso ha sperare su un sorpasso su una pista dove non si sorpassa? 

Non servivano nemmeno i sofisticati programmi di simulazione che hanno gli ingegneri al muretto per capirlo. Bastava fare due conti con una qualsiasi calcolatrice. quando Hamilton si è fermato al 44° giro, Raikkonen si è ritrovato con 28” di vantaggio. A quel punto mancavano 16 giri alla fine: si poteva gestire il vantaggio in pista. Raikkonen poteva permettersi di perdere una media di 1,75 secondi al giro su Hamilton e restare terzo. Tra l’altro Raikkonen è il pilota più adatto per queste strategie conservative perché riesce a essere “gentile” sulle gomme, guidare a lungo senza maltrattarle troppo.

La Ferrari ha deciso di compiere il pit stop per sicurezza: nel timore che le gomme soft di Raikkonen, che nel finale avrebbero avuto oltre 30 giri sulle spalle, degradassero di colpo facendogli perdere oltre 3” al giro e impedendogli di difendersi dalla rimonta di Lewis. 

Ma la considerazione da fare sulla scelta strategica è una sola: aveva senso effettuare il pit stop ulteriore solo se la Ferrari fosse stata sicura di far ripartire Raikkonen davanti a Hamilton in quel 45° giro, non dietro!

La prova che restare fuori e difendere il vantaggio era la mossa migliore viene dalla scelta del vincitore. Rosberg, invece di fermarsi, ha preferito gestire il margine che aveva su Ricciardo (più o meno lo stesso, circa 25 secondi) ed è riuscito a vincere comunque. 

A parziale giustificazione della Ferrari c’è da dire che il team ha avuto ben pochi secondi per prendere la decisione se fermare o no Raikkonen: Kimi era in pista mezzo minuto davanti a Lewis e hanno potuto esaminare solo il primo intermedio di Hamilton, che è il meno significativo perché nel T1 i divari tra i piloti sono minimi. Poi era già tempo di ordinare a Raikkonen si entrare o stare fuori, altrimenti avrebbe passato l’ultima curva. Ma analisi, simulazioni e strateghi servono proprio a quello: interpretare e prevedere lo sviluppo di una vicenda anche se è ancora in divenire. Al muretto Ferrari dovevano capire che Hamilton avrebbe volato quel giro e si sarebbe ritrovato davanti alla Ferrari se Kimi si fosse fermato.

Anche Raikkonen a mezza voce, com’è nel suo stile, era perplesso per la scelta del pit stop. Prima via radio quando in risposta al team che gli chiedeva di forzare il ritmo per attaccare Hamilton se n’è uscito con un ironico: “Che volete, che vada anche più forte in pit lane?” Poi a fine gara quando fra le righe ha criticato la strategia. “Ancora non so come e perchè siano riusciti a passarci e non so cosa sarebbe successo se non fossimo rientrati. Ora dobbiamo indagare qual è il motivo per cui è successo”.

Perché è successo lo dice l’analisi dei giri di ripartenza di Hamilton e Raikkonen: Lewis nel suo giro di ripartenza dopo il pit stop ha percorso il giro in 2’07.740. Velocissimo! E questo gli ha permesso di chiudere il gap sul ferrarista e ritrovarsi davanti a lui quando Kimi è ripartito dai box. Anche nel giro successivo a gomma calda Hamilton è stato più veloce di Raikkonen nel confronto, ma ormai era già davanti. Mentre il finlandese, pur avendo fatto uno stop di appena 2”5, nel giro di ripartenza (ma era stato già superato da Hamilton) è stato 8 decimi più lento.

I tempi a confronto sono: 
Hamilton 2.07.740 - 1.48.617 
Raikkonen 2.08.51 - 1.49.058

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