Formula 1 Giappone, analisi qualifiche: la Ferrari c'è

Almeno in queste qualifiche, le monoposto Rosse si dimostrano complessivamente superiori alle Red Bull

Maurizio Voltini

08.10.2016 10:54

Chiariamo subito un "discorso tecnico" di base, sennò con i ragionamenti su quanto visto oggi a Suzuka in qualifica non si va da nessuna parte: se non hai una macchina "buona" nella sostanza, certi riscontri cronometrici non li puoi ottenere, mai, se non grazie a situazioni anomale. E in queste qualifiche nipponiche, in cui l'unica "anomalia" sono state le temperature non così torride come in certe gare precedenti, la Ferrari SF16-H ha mostrato quali sono le sue potenzialità, posizionandosi in modo abbastanza perentorio in quella che, al netto di penalità, sarebbe stata una seconda fila completamente Rossa.

Oggi la Scuderia ha fatto funzionare perfettamente le gomme e ha così raccolto i risultati possibili, quelli però non ottenuti in altre occasioni, e ovviamente viene automatico chiedersi il perché. Che sta appunto nella difficoltà di ottenere la giusta "finestra" di sfruttamento dei pneumatici Pirelli, riconducibile al set-up. Certo, probabilmente l'attuale Ferrari è troppo sensibile da questo punto di vista, ma non sarebbe corretto condannare l'intero progetto quando è carente per un solo aspetto.

Essere riusciti a precedere le Red Bull di un paio di decimi su una pista probante come Suzuka non può essere banalizzato, anche perché gli eccellenti tempi ottenuti da Max Verstappen e Daniel Ricciardo nel primo settore testimoniano una volta di più la validità telaistica e aerodinamica della RB12. Mentre i 3 decimi rimediati dalle inarrivabili Mercedes sembrano incoraggianti, ma sarebbe meglio non considerarli troppo: ora che il Mondiale è saldamente nelle loro mani e l'unica preoccupazione sembra essere quella di non incorrere in avarie - sennò si parlerebbe di sabotaggio nei confronti della lotta fra Rosberg e Hamilton - è più che comprensibile che sia stato limitato lo sfruttamento delle unità motrici (tra "pulsanti magici", mappature, lubrificante e così via) per evitare altre deplorevoli fiammate come quelle di Sepang. Intanto in questa lotta alla pari Nico Rosberg ha messo a segno un bel colpo con questa bella pole position, la terza consecutiva a Suzuka e la 30esima in carriera. Anche se forse è più simbolica che altro: peccato per lui, infatti, che statisticamente non sia mai stato decisivo partire al palo su questo tracciato, per cui la gara è ancora apertissima, anche perché 13 millesimi di gap (che la Mercedes ha quantificato in 82 centimetri) non sono certo determinanti. 

Quanto sia contata la corretta messa a punto - ma anche che il motore Ferrari non sia poi così "bolso" - è stato dimostrato dalla sorprendente prestazione della Haas, con entrambe le monoposto. In questa fase sembra che il team americano abbia finalmente trovato il bandolo dei vari settaggi e così sia Romain Grosjean sia Esteban Gutierrez hanno ottenuto tempi notevolissimi soprattutto in Q2, con l'unico problema avuto in pista per un'incomprensione fra i due. Una prestazione che ha influito nella lotta diretta fra Williams e Force India come quarta squadra del Mondiale, visto che Valtteri Bottas e Felipe Massa sono stati "spinti" fuori dalle Q3 proprio dal duo della Haas, mentre Sergio Perez e Nico Hulkenberg vi sono entrati tutti e due. Ma la sesta fila di partenza non è poi così distante e permetterà alla Williams di giocare la carta di strategie alternative con le gomme, cosa che a Sepang ha pagato con Bottas.

Moderatamente incoraggiante anche la settima fila di partenza per le due Toro Rosso, un po' meno i 15° e 17° posto di Fernando Alonso e Jenson Button, sulla pista di casa del motorista. Le due McLaren si alternano stavolta con le Renault di Jolyon Palmer 16° e Kevin Magnussen 18°, per le quali evidentemente le buone posizioni ottenuti nel terzo turno di prove libere erano state decisamente occasionali e dovute alle condizioni di pista, che ricordiamo inizialmente bagnata e via via asciugatasi. Mentre Sauber e Manor sono anche stavolta confinate in coda, seppur con distacchi non abissali, ma ugualmente senza speranze di ben figurare se non per qualche "miracolo" di guida dei propri piloti nei giri iniziali.

GP del Giappone, la griglia di partenza


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