Quanto costa la crisi Ferrari?

Quanto costa la crisi Ferrari?
Tra il secondo e il terzo posto nella classifica costruttori balla una cifra compresa tra i 10 e i 15 milioni di euro

Alessandro Vai

14.10.2016 14:45

A quattro gare dalla fine della stagione 2016 di Formula 1 la Ferrari non si trova esattamente dove sperava a inizio anno. Se le Mercedes non sono mai state un obiettivo davvero raggiungibile, tutte le altre monoposto dovevano rimanere tranquillamente dietro. Invece così non è stato e la Ferrari è al terzo posto della classifica costruttori, distaccata di ben 50 punti dalla Red Bull. Questo vuol dire che nemmeno centrare sempre il terzo e il quarto posto nei GP rimanenti garantirebbe al Cavallino Rampante il titolo di vice nella classifica riguardante i team. Un bel problema, non solo per le evidenti questioni di gloria sportiva, ma anche per una molto più profana perdita economica. 
 
 
Tra il secondo e il terzo posto nella classifica costruttori, infatti, balla una cifra compresa tra i 10 e i 15 milioni di euro. La Formula One Management versa ogni anno una cifra a ogni team, dove il totale è la somma di diverse voci che comprendono tanto i risultati sportivi quanto vari tipi di bonus. Una di queste è proprio il piazzamento nella classifica finale delle squadre. A questo proposito, bisogna ricordare che la Ferrari riceve 70 milioni di euro ogni anno (su circa 190 mln) solo per il fatto di chiamarsi Ferrari, o per meglio dire, per essere un long-standing team, cioè una squadra di vecchia data.
 
Insomma, l’essere stata iscritta a tutte le edizioni del Campionato di Formula 1 vale già di per sé un bel bonus. Al di là del giudizio di merito su questo bonus – accadesse nel calcio ci sarebbero probabilmente dei moti di piazza – è innegabile che rappresenti un cospicuo vantaggio, che tutti gli altri team non hanno. In questo modo la Scuderia di Maranello porta a casa da sola circa il 20% del budget totale distribuito dalla FOM, a cui poi vanno aggiunti i soldi che arrivano dagli sponsor e dai partner, che contribuiscono a portare il bilancio totale di una stagione nell’ordine dei 450 milioni di euro. Anche Red Bull, così come Mercedes, spende una cifra simile, ma non può certo contare sui 70 milioni di “anzianità”.
 
Insomma, non bisogna certo essere laureati in matematica per capire l’importanza di questo secondo posto per un team come Red Bull. Inoltre, è bene ricordare che nel prossimo Gran Premio di Austin la scuderia austriaca avrà a disposizione anche il quinto e l’ultimo motore nuovo fornito da Tag Heuer (Renault), che verrà montato su tutte e due le monoposto. Il contributo alle prestazioni non sarà determinante, ma è comunque un piccolo vantaggio sulla Ferrari che invece ha già terminato il "poker" di power unit. In conclusione, anche se la stagione 2017 e il conseguente sviluppo delle nuove monoposto è dietro l’angolo, lo sforzo dei top team deve essere ancora ben concentrato sulle ultime gare del 2016.

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