Hamilton: "Una gara a New York per fare grande la F1 negli USA"

Hamilton: "Una gara a New York per fare grande la F1 negli USA"© sutton-images.com

Il sogno di Lewis è di correre una gara nella Grande Mela, necessaria per "trasmettere il virus" della Formula 1 agli americani

Fabiano Polimeni

20.10.2016 15:17

Il calo di pubblico registrato a Austin dalla prima edizione del 2012 allo scorso anno è stato costante e le difficoltà a garantire la presenza in calendario del Gran Premio degli USA 2016 note. Secondo LewisHamilton, la Formula 1 deve puntare a un evento cruciale perché guadagni vera popolarità negli Stati Uniti: New York. Una gara nel cuore della Grande Mela, scenario affascinante quanto si vuole ma di quale concreta fattibilità? Il New Jersey, poi Las Vegas, nomi che ciclicamente sono apparsi come possibili approdi per la Formula 1, senza che si concretizzasse mai nulla. 

«Avevano il progetto del New Jersey, ma non sono rimasto troppo deluso che non si sia concretizzato, perché voglio una gara a New York, nel centro di New York city. Credo che se la Formula 1 vuole essere grande negli Stati Uniti abbiamo bisogno di una gara da qualche parte nel cuore della città di New York. Sarebbe un evento epico!», ha commentato a Espn. 

Su quello che è l'interesse del pubblico statunitense verso la Formula 1, un ulteriore termometro sarà il week end alle porte, per leggere i dati delle presenze sugli spalti e se esiste o meno un "effetto Haas": dagli oltre 265 mila spettatori in tre giorni del 2012, si sono persi poco meno di 15 mila presenze ogni anno a Austin, fino ad arrivare a 224 mila tagliandi venduti nelle tre giornate del 2015 - caratterizzato dall'uragano Patricia -, di cui 101 mila il giorno della gara, di fatto l'unico in cui ci sia stata vera attività in pista. La visione di Hamilton guarda alla grandezza dell'evento in sé, da qui il sogno di una gara a New York«Sarebbe fantastico poter fare una gara su un circuito cittadino, le persone sarebbero obbligate a guardarla e forse si riuscirebbe a trasmettere il "virus della Formula 1".

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Adesso, probabilmente metà della gente a New York non sa nemmeno cosa sia la Formula 1, forse anche più di metà. Non lo dico con un'accezione negativa, ma la Formula 1 è come un virus non semplice da prendere, però una volta preso ne diventi dipendente. Credo che gli americani siano più immuni, non al 100%, ma quando vengono coinvolti si lasciano trascinare. E' per questo che ci servono più gare e che più gente ne sia a conoscenza, sono sportivi appassionati e da quella che è la mia esperienza sono rimasti affascinati dalla Formula 1».

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