Formula 1 Usa: monopolio Hamilton in conferenza

Formula 1 Usa: monopolio Hamilton in conferenza©  sutton-images.com

Alla vigilia del GP di Austin l'inglese è stato il più richiesto nel tradizionale appuntamento con la stampa, che la scorsa volta non era andato benissimo…

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Maurizio Voltini

20.10.2016 20:32

Per la tradizionale conferenza stampa con i piloti, si è rivisto per la seconda volta consecutiva Lewis Hamilton, che ha così avuto l'opportunità di "recuperare" dopo le reciproche polemiche con la stampa per l'uso un po' disinvolto del cellulare in piena conferenza, allo scorso GP giapponese. Insieme a lui erano presenti Sebastian Vettel (del quale trattiamo a parte), Nico Hulkenberg, Valtteri Bottas, Kevin Magnussen e Romain Grosjean. 

La prima domanda va tuttavia al pilota della Force India, che ha da poco annunciato il suo passaggio alla Renault: «È da quando sono in Formula 1 che ho sempre voluto correre per un grande costruttore - risponde Hulkenberg - una carriera lunga in cui ho fatto tanta strada, e questo è stato il momento giusto. Credo sia stata una buona decisione da parte mia». Eppure la Force India ha fatto una buona stagione. «Certamente, il team ha fatto un ottimo lavoro anche con lo sviluppo e a rendere ancora più semplici le cose c'è la macchina competitiva su tutti i circuiti, sia ad alta che a bassa velocità. Siamo stati "pericolosi" per tutti i team a parte i primi tre, grazie al buon lavoro che hanno fatto tutti nella squadra». Cosa ti aspetti di più dalla Renault? «Da un costruttore ci sono altre aspettative e prima o poi arriverà al successo, che è ciò che cerco anch'io. È vero che hanno un lungo viaggio per tornare al top, dopo che sono usciti da un difficile periodo come Lotus, ma vedo un bel futuro davanti»

Automaticamente si passa a chi in Renault sta correndo quest'anno: «Il mio obbiettivo è di continuare così anche l'anno prossimo - risponde in merito Magnussen - e spero non passi troppo tempo prima di poter annunciare qualcosa. Ma per ora mi concentro su questa gara». Come ti sembra sia andata la stagione? «Esattamente come mi aspettavo. Mi figuravo un'annata difficile, eravamo indietro con lo sviluppo e con la potenza del motore. Sapevamo sarebbe stato un anno di transizione, ma pensiamo di averlo sfruttato al massimo»

Invece a Bottas si fa presente che la sua guida in Williams ha raggiunto livelli record, come permanenza nello stesso team: «È ancora presto per capire se starò ancora con Williams, ma è un bel dato, una buona statistica. Finora mi sono trovato bene con questo team, vedremo come proseguirà. Abbiamo un po' faticato nelle ultime gare, come velocità sul giro: il team si è concentrato sulla macchina dell'anno prossimo, e si vede chiaramente. Ma sono sicuro avremo altre belle gare prima di fine campionato, dobbiamo solo fare tutto nel modo giusto»

Su Hamilton invece piovono un sacco di domande, quasi nessuna delle quali sulla gara in sé. Per esempio sul fatto di essere stato inserito nel gioco Call of Duty: «Ci gioco d'inverno, farne parte è stato entusiasmante. Un mio amico, quando mi vedrà fra i personaggi, rimarrà a bocca aperta…». Poi sul circuito: «È fantastico e disegnato alla perfezione, uno dei pochi che permette di seguire e superare le macchine davanti». Sull'uragano a Haiti: «Un Paese così ballo ma anche così povero, eppure vedevi i sorrisi in persone che hanno tanto meno di noi, anche dopo la devastazione. Io sto lavorando con la mia fondazione per aiutarli». Grandi gare, ma anche weekend tumultuosi finora: «Non guardo indietro, ma avanti. Finora è andata così, ma abbiamo fatto anche belle gare e abbiamo un'ottima macchina, per cui non ho motivi per non essere ottimista». 

Avevi detto che dovrebbero essere i fans a fare le domande ai piloti e non i media: uno di loro ci chiede come ti comporteresti se dovesse vincere Nico. «Non si può vincere sempre - risponde Hamilton ringraziando anche per la domanda - fa parte del gioco ed è successo anche ad altri grandi campioni del passato. Tutto è ancora possibile, ma se dovesse andare male, volterò pagina e penserò al futuro, all'anno prossimo». Un anno sabbatico? «Non ho proprio in programma nulla del genere, e se dovessi fermarmi, ma non ci sto pensando, lo farei definitivamente». Vuoi chiarire qualcosa sulla discussione che c'è stata per l'uso del cellulare? «Forse non ve ne rendete conto, ma io presto sempre attenzione a tutti, tengo un orecchio libero per ascoltare quello che mi chiedono i tifosi. Se stessi a parlare solo con i giornalisti, toglierei tempo ai tifosi e penso sia importante coinvolgerli. Stavolta ho fatto le foto a voi prima che iniziassero le domande, spero di essere stato abbastanza rispettoso». Su quanti sono stati bloccati sui suoi "social": «Non ne gestisco ogni aspetto in prima persona, ma se qualcuno dice cose cattive su di me, i miei assistenti lo bloccano. So che dopo l'Asia c'è stata una fiera di bloccaggi… Non posso stare tutto il giorno attaccato al telefono o al computer, ma ogni opinione che viene espressa lì è la mia»

Relativamente ai festeggiamenti nelle due factory Mercedes, ai quali ha partecipato dopo la conquista del terzo Mondiale Costruttori, Hamilton racconta: «È davvero qualcosa che ti atterrisce, vedere quanta gente c'è che lavora per noi. Parlare a tutti loro è davvero difficile, ma vuoi mostrare gratitudine a queste persone che fanno orari pazzeschi per permetterti di essere al via e di vincere». Problemi al piede? «Ho avuto un incidente correndo e il mio fisioterapista mi ha consigliato alcune cose, ma ora sto bene, sono al 100 per cento». Su Prince e Mohammed Alì: «La cosa bella della musica è che vive anche al di là di chi la crea. Riguardo Alì, ha sfidato ogni avversità ed è stato un uomo eccezionale. L'ho incontrato, ma purtroppo la malattia era ormai troppo avanti per poter discorrere con lui». Sulle partenze e la difficile prima curva del Cota (Circuit of the Americas): «Il via è qualcosa che mi ha condizionato l'anno, più che altri settori. Abbiamo lavorato molto per scoprire ogni aspetto del problema, ma anche se cerchiamo sempre di capire cosa può succedere, capita sempre qualcosa di nuovo»

Dopo tutte questa sfilza di domande a Hamilton, che abbiamo cercato di condensare, agli altri piloti viene chiesto: Lewis aveva detto che le conferenze stampa dovevano cambiare perché noiose, qual è il vostro livello di noia? Grosjean risponde: «Beh, visto che in realtà noi che stiamo dietro non abbiamo mai quasi nessuna domanda… C'è margine di miglioramento, ma va così». Magnussen: «Potrebbe andare meglio, ma siamo qua…». E Hulkenberg: «Abbiamo visto che le domande vanno principalmente a Lewis, ma va bene così». 

Comunque c'è qualche altra domanda anche per loro. Così Grosjean può parlare della visita alla factory Haas a Carlotte: «Ci siamo andati lunedì, è stato interessante, non capita spesso di poter vedere l'altra squadra del team, quella che lavora nella serie Nascar. Ora proveremo a ripetere qualifiche come quelle in Giappone, anche se di quella gara non possiamo essere contenti perché non abbiamo raccolto punti: ci proveremo qui, dove è bellissimo correre con una bandiera americana sulla macchina». 

«È uno dei migliori weekend del calendario - aggiunge Bottas - un GP molto divertente e una gran pista su cui guidare, che piace molto a tutti i piloti. E la vicina città di Austin offre molte possibilità. Ho passato una giornata al distretto di polizia locale, e ho battuto il loro record sul circuito di allenamento…». Ma per quanto riguarda il passo della Williams? «Come ho detto molte volte, sono convinto si possa fare molto meglio rispetto a quanto visto quest'anno, come è stato l'anno scorso. Sicuramente il potenziale c'è, le strutture sono buone, ma è tutto complicato. Ma tutti spingono al massimo e i cambiamenti di regolamento dell'anno prossimo saranno una buona opportunità»

Infine, a Hulkenberg viene chiesto del "see you later" detto a Bottas dopo il sorpasso in Giappone: «Non intendevo nulla di particolare, mi è venuto con naturalezza perché dopo averlo superato ero talmente soddisfatto, così mi è uscita quella frase». 


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