F1 Usa, analisi sabato: non resta che sperare nelle gomme

F1 Usa, analisi sabato: non resta che sperare nelle gomme© sutton-images.com

Forse la differenza strategica costruita dalla Red Bull in qualifica può essere l'unica sorpresa per la gara, anche perché Lewis è in palla

Maurizio Voltini

22.10.2016 23:03

Quando le varie squadre si dividono intere file dello schieramento, posizionando i piloti "a coppie", è solitamente un fatto manifesto che si tratti di una prestazione di squadra. Cioè delle monoposto. Dunque il fatto che in prima fila abbiamo le Mercedes, in seconda le Red Bull e in terza le Ferrari, non è purtroppo un bel segnale per le Rosse. Ad Austin si partirà dunque con ambizioni di gara ben differenti rispetto a Suzuka, dove solo le penalità avevano arretrato in griglia prima Sebastian Vettel e poi Kimi Raikkonen. Qui il finlandese è stato ancora una volta più efficace del tedesco nel momento decisivo, pur dopo aver un poco litigato con alcune curve, ma sarebbe ingeneroso gettare la croce su Seb: dopotutto anche un suo ipotetico miglioramento di mezzo secondo non sarebbe stato sufficiente a modificare la situazione, ma solo a vincere una stucchevole sfida interna.

Meglio concentrarsi su quelle che sono le prospettive di chi parte avanti: le Mercedes hanno mezzo secondo di vantaggio sul giro e per di più Lewis Hamilton sembra davvero "in giornata", ma partiranno in gara con le gomme soft, quelle usate in Q2 al posto delle supersoft. Una scelta che potrebbe essere vantaggiosa, facendo risparmiare una sosta in gara, ma anche no. In questo senso è buona, in termini di squadra, la mossa Red Bull che ha diversificato le strategie dei suoi piloti: Daniel Ricciardo con le supersoft e Max Verstappen con le soft. In questo modo l'australiano potrebbe avvantaggiarsi nelle prime fasi di gara se non già in partenza, mentre l'olandese marcherebbe direttamente gli avversari nei pit-stop, per quanto possibile (e la Red Bull è bravissima a giocare di undercut). Non si può tuttavia dimenticare che a parità di gomme gialle Max aveva preso mezzo secondo in Q2… Ma indubbiamente la squadra austriaca si trova con buone carte da giocare in gara, almeno sul piano strategico. Rendendo a maggior ragione difficile pensare che qualcuno (ogni riferimento a Ferrari è non casuale) possa toglierle una posizione sul podio.

Continua su alto livello la sfida tra Force India e Williams: con Sergio Perez fuori gioco in Q2 non essendo riuscito a ripetere il crono delle Q1 (ma pur sempre 11°), Nico Hulkenberg è riuscito a sopravanzare entrambe le monoposto avversarie di Valtteri Bottas e Felipe Massa, e in modo anche abbastanza perentorio. La sfida prosegue in gara - quando conta davvero - e vi si potrebbe inserire Carlos Sainz, anche lui autore di una prestazione rimarchevole pur se in Q3 non si è ripetuto allo stesso livello che in Q2. La Toro Rosso può contare anche sull'apporto dell'appena riconfermato Daniil Kvyat, non distante.

Fra i due STR c'è anche Fernando Alonso 12°, una posizione non molto sfavorevole. Le potenzialità McLaren non devono essere sottostimate solo perché Jenson Button non ha superato le Q1, dato che nel suo unico vero tentativo ha trovato traffico in pista. Una situazione un po' strana, in quanto era entrato un giro prima degli altri e così si è trovato a dover passare chi ancora si stava lanciando. Emblematico come Button si sia trovato davanti Jolyon Palmer in traiettoria proprio sull'ultima curva: il connazionale della Renault si è spostato tutto sul cordolo a destra, ma ciò ha comunque disturbato Jenson. Del resto anche Jolyon ha avuto da ridire, perché si stava tuffando nel giro da qualifica, nel quale è riuscito a sopravanzare per poco più di 2 decimi il trio Grosjean-Magnussen-Button. Insomma, c'è mancato poco.

A lottare con la Renault troviamo la Haas, i cui ingegneri si sarebbero lamentati della prestazione di Esteban Gutierrez: eppure il messicano è 14° con una macchina che non sta facendo festeggiare nel migliore dei modi il 100esimo GP di Romain Grosjean, che non ha superato le Q1. Non male Marcus Ericsson con la Sauber, 16° dopo essersi accontentato una volta entrato in Q2 (prestazione già non banale) mentre Felipe Nasr si insinua tra le Manor, con Pascal Wehrlein riuscito a sopravanzare il compagno Esteban Ocon di 2 decimi e mezzo, quindi per ora ha vinto la sfida interna. È l'unica consolazione rimasta per chi sembra si stia vendendo sfuggire anche il possibile sedile libero alla Force India, uno dei più desiderati al momento.

GP degli USA, la griglia di partenza


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi