Formula 1 USA, Vettel: miseria e nobiltà

Ad Austin piccole soddisfazioni per il tedesco, che nelle ultime dieci gare è salito sul podio una sola volta: "Sembra tutto difficile per noi ma questa gara ci lascia qualcosa di positivo"

Alberto Sabbatini

24.10.2016 00:09

Vettel se ne esce dal GP Usa con un misero quarto posto, ma due piccole soddisfazioni: il giro più veloce - 1’39”877 - e il sorpasso su Raikkonen in campionato. E anche il brivido di aver guidato la corsa per un paio di giri, ma solo per il gioco dei pit stop perché è stato l’ultimo dei primi a fermarsi per il cambio gomme Scavalca il finlandese di 7 punti grazie al ritiro di Kimi. 

Ma è veramente ben poca cosa per un 4 volte campione del mondo che quest’anno assomma la miseria di un podio nelle ultime dieci gare e per la Ferrari che continua ad andare a marcia indietro in classifica. Ora le Rosse sono a 53 punti dalla Red Bull in campionato.  E il gap tra le due squadre si amplia inesorabilmente gara dopo gara...

Spieghiamo subito che il giro più veloce di Vettel non è certo merito di un ritmo sul giro ritrovato della Ferrari: semplicemente Sebastian ha deciso  di montare gomme supersoft a tre giri dalla fine, tanto ormai aveva oltre 40” di margine su Sainz alle sue spalle, e quindi con le coperture più soffici e la vettura scarica di benzina, non ha fatto fatica a scendere sotto 1’40” mentre tutti gli altri viaggiavano con gomme consumate su 1’42”.

L’amara realtà anche del Gp USA è una Ferrari che ha chiuso la gara a 43” dalla Mercedes vincitrice di Hamilton. Che significa un distacco medio di quasi 8 decimi al giro e l’ennesimo piazzamento giù dal podio. 

Poi se andiamo a rileggere la corsa, Vettel non è andato così male per tutto il Gran premio. Ha subìto alti e bassi in base alle gomme che aveva in quel momento. Le ha usate tutte: rosse, gialle, bianche e ancora rosse; e questo fa pensare che la SF16-H non fa lavorare bene gli pneumatici; e che gli stessi tecnici del box non riescono a trovare la strada della messa a punto per farla andare meglio. 

La considerazione positiva è che nella prima parte di corsa Vettel è l’unico che ha tirato di lungo con le suspersoft. Mentre tutti cambiavano pneumatici (anche le Mercedes e Verstappen che avevano scelto le gialle) tra l’ottavo e il 12esimo giro, Vettel è riuscito ad arrivare al 14esimo senza perdere troppo tempo. Anzi, dopo aver messo le soft ha persino recuperato qualche decimo in 6 giri sulle Mercedes invece di acuire il distacco. Per metà gara ha tenuto stabile il divario da Hamilton entro circa 15 secondi mentre tutti gli altri perdevano qualche secondo. Questo ha illuso qualcuno. 

Poi con le bianche (montate al 28° giro) la Ferrari, un tempo “gentile” sulle gomme, invece di arrivare in fondo è crollata. Vettel doveva percorrere gli ultimi 28 giri con le coperture medie. Un traguardo non impossibile a vettura mezza scarica di benzina. Invece a tre giri dalla fine le gomme erano talmente finite che Seb è dovuto rientrare ancora ai box per montare un treno di gomme rosse usate per completare la corsa. 

Vettel analizza la sua corsa così: “Sembra tutto difficile per noi, ma in realtà anche questa gara ci lascia qualcosa di positivo. Credo che la nostra Ferrari sia stata più competitiva in corsa che in prova: abbiamo fatto migliore figura delle qualifiche (dove il suo distacco sul giro secco era di 1”3, ndr). E verso la fine degli stint avevo più velocità. Nel complesso è andata meglio delle prove anche se è stata una corsa difficile. Siamo abbastanza contenti del passo in gara mostrato oggi. Anche sabato il bilanciamento non sembrava male, ma eravamo sempre al limite, mentre oggi riuscivo a reggere più giri sulle gomme”

Però contentarsi di questo è davvero poco. La cruda realtà è che la Ferrari anche in Usa è stata nettamente battuta dalle Red Bull e se Vettel non è finito soltanto sesto al traguardo, cioé ultimo dei top 3, è soltanto per il ritiro di Verstappen e di Raikkonen, come ammette anche lui. 

È incredibile come il quattro volte iridato, che era il più forte sul giro secco da qualifica negli anni scorsi (a parte il 2014), appaia così poco incisivo in qualifica e passivo in corsa. Anche nei confronti del suo compagno di squadra che gli era partito davanti e davanti gli è sempre rimasto fino al ritiro. Sembra di rivivere il 2014 quando Vettel non riusciva a trovarsi con la Red Bull e veniva battuto costantemente da Ricciardo. Ma allora aveva già deciso di lasciare il team a fine stagione e quindi forse il suo impegno non era totale. Oggi invece no

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