Formula 1 Messico, i due "indigeni" protagonisti in conferenza

Formula 1 Messico, i due "indigeni" protagonisti in conferenza©  sutton-images.com

Il Paese americano può contare su due piloti, Perez e Gutierrez, presenti all’incontro stampa assieme a Rosberg, Sainz, Ericsson e Ocon

Maurizio Voltini

27.10.2016 20:04

Nella consueta conferenza stampa che precede il Gran Premio, a Città del Messico non potevano certo mancare i due piloti di casa Sergio Perez ed Esteban Gutierrez, ai quali vanno le prime domande su cosa significhi per loro correre qui. «Sono felicissimo, ho aspettato questa gara per tutta la stagione - inizia Perez - e sono circondato dalla gente qui in pista già dal martedì. Mi fa sentire molto fiero e spero di poter regalare loro una bella gara». «Anche per me è un’emozione incredibile, con tutta questa gente carica d’entusiasmo - prosegue Gutierrez - ed è come una grande festa che dura per tutto il weekend. Sono grato di questo sostegno, mi ritengo fortunato di aver avuto una nuova opportunità per essere qui a correre». In questo, Esteban si riferisce all’assunzione in Haas a inizio anno, e quindi la successiva domanda passa a quando verrà annunciata la squadra piloti del team americano: «Credo Gene sia stato chiaro con i giornalisti, vuole aspettare un’altra gara prima di fare l’annuncio. Certo spero si definisca tutto il prima possibile, nonposso aspettare troppo e rischiare di perdere tutto», conclude manifestando la preoccupazione su cosa accadrebbe se non fosse riconfermato. 

A Perez, di conseguenza, si rimarca che il compagno di squadra attuale, Nico Hulkenberg, è passato a un team di un costruttore ufficiale: «Per me è ok restare qui in un team che conosco, con il quale stiamo lottando per il quarto posto fra i costruttori». E chi potrebbe arrivare al posto di Hulkenberg nella prossima stagione, in Force India? «Sostituire uno come Nico è difficile. Vorrei qualcuno che venisse con il giusto atteggiamento, quello di aiutare il team. Qualcuno abbastanza veloce da spingere anche me a dare il meglio. Credo che le prestazioni di quest’anno siano dipese anche da come io e Nico siamo sempre vicinissimi e quindi ci spingiamo l’un l’altro». E a Gutierrez: ti piacerebbe diventare tu il compagno di Checo? «Perché no?!», risponde con un sorriso che fa capire che non gli dispiacerebbe proprio... 

Sempre in tema di mercato piloti, un nome collegato quasi ad ogni sedile libero è quello di un altro dei presenti, Esteban Ocon, grazie ai progressi compiuti durante la stagione: «Sono molto contento di aver compiuto quei progressi di cui parlate - risponde il pilota francese - ho fatto un lavoro positivo. La Mercedes sta gestendo la mia carriera, io mi concentro sulle gare, vedremo come andrà e cosa faremo. Non so se farò un’altra stagione con la Manor, vedremo»

Passando a Marcus Ericsson, si accenna ai progressi che per la prima volta la Sauber sembra aver messo in mostra nello scorso GP: «Io credo che già da Singapore si possa parlare di progressi, ogni gara che facciamo ci avvicina ai primi dieci. Ad Austin è stato grazie anche alla mia prestazione che siamo arrivati 14esimi. Ad un certo punto ero 11°, ma abbiamo faticato un po’ con le gomme e così abbiamo perso un paio di posizioni. Comunque questa che abbiamo preso è la direzione giusta, dobbiamo continuare così. Non è un segreto che vogliamo puntare alla zona punti, per superare la Manor». In quella dei prossimi GP pensate di avere le migliori possibilità? «Penso tutte e tre le gare, si tratta di recuperare quel paio di decimi che ci consentirebbero di lottare davvero per la top ten. Dobbiamo sempre dare il massimo per approfittare di eventuali sorprese in gara. In quale delle tre questo possa succedere, è difficile dirlo». Credi di avere qualche possibilità di passare alla Force India? «Tutti puntiamo a tutti i sedili disponibili, e la Force India è una squadra molto competitiva. Ma devo dire che al momento anche la Sauber è una squadra promettente e con cui vorrei proseguire, hanno un progetto molto forte per l’anno prossimo. Spero di sapere presto cosa accadrà nel mio futuro»

Fra i presenti anche Carlos Sainz, ed è quasi automatico arrivare a parlare della sua grande prestazione in Usa e della sua lotta con Alonso: «È già una grande soddisfazione essere un pilota di F1, ma quella battaglia con Fernando ha avuto qualcosa di più, di speciale per me. Sono cresciuto che lo guardavo correre e ora che mi sono trovato nella posizione di lottare con lui... Sono quelle cose di cui non ti rendi conto subito, ma quando vai a letto poi ci pensi. Non avevo l’aderenza per lottare al meglio e mi mancava anche velocità, ma bene così. Quest’anno siamo stati danneggiati dal deficit di potenza, ma si è visto che la macchina va forte e mi sto divertendo molto a guidarla». E l’anno prossimo la guiderà una coppia di piloti con esperienza... «Sì, credo che avremo l’esperienza giusta per sfruttare al meglio il potenziale della macchina  2017 e se avremo velocità di punta potremo ottenere risultati positivi»

Poi, sarà perché questa è la settimana in cui si festeggiano i morti, che in Messico è una ricorrenza affrontata in modo particolare, ma si passa a chiedere a Perez quali siano i più grossi timori di un pilota: «Onestamente non sento alcun timore in particolare, non ho grosse paure quando corro». Ma cosa pensi della morte? Sergio ci pensa un po’ e dice: «È il momento della vita che nessuno vuole raggiungere, ma sappiamo che prima o poi ci si arriva...». E allora interviene Rosberg che puntualizza come in Messico sia un evento che viene celebrato in modo particolare. «È vero, e infatti ci sarà festa al riguardo, domenica», chiude Perez. 

Proseguendo, si cita Bernie Ecclestone che avrebbe detto che gli piacerebbe vedere dei muri attorno ai circuiti, anziché gli spazi di fuga, per aumentare lo spettacolo... «Credo ci siano altri settori a cui guardare, prima di questo, per rendere migliore lo spettacolo e questo sport - replica Nico Rosberg - prima di farlo andando indietro sulla sicurezza». «Ci sono altri settori, sono d’accordo - prosegue Perez - e se vogliamo aumentare lo spettacolo potremmo piuttosto rendere più impegnativi i circuiti, senza bisogno di muri. Basterebbe rimettere la ghiaia negli spazi di fuga per rendere più rischiosi gli errori». E Sainz ribadisce questa linea di pensiero: «Sono assolutamente d’accordo: la sicurezza viene al primo posto, ma se si potessero rendere le cose più impegnative, sarebbe meglio. Se uscendo di pista si rischiasse di rompere qualcosa o almeno di perdere tempo, andrebbe bene: ora con questi spazi asfaltati rischi solo di rovinare un po’ le gomme»

Infine, proprio a Sainz viene chiesto il motivo del soprannome Chili: «Credo provenga dai miei amici - risponde un po’ imbarazzato il pilota spagnolo - che in qualche serata passata insieme si sono ubriacati un po’ troppo e hanno storpiato il mio nome: da Carlos a Charlie, e poi Chili. E il bello è che a me non piacciono nemmeno, i cibi troppo piccanti...»


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