Ecclestone: "Non invidio Arrivabene. Ferrari spero si riorganizzi"

Ecclestone: "Non invidio Arrivabene. Ferrari spero si riorganizzi"© sutton-images.com

Il gran capo della F1 guarda alle difficoltà della Rossa, parla di quale futuro attende la categoria e ai tedeschi dice: «Paghino quanto gli altri GP europei»

04.11.2016 15:11

Ha rimesso tutte le possibili costruzioni sulla futura gestione della Formula 1 al loro posto, Bernie Ecclestone. E' e resterà il capo del Circus, una figura indispensabile e riconosciuta dalle stesse scuderie come essenziale. Ross Brawn? Il suggerimento è stato chiaro: ben venga se in una posizione sbilanciata verso la FIA, ma sul fronte commerciale il posto di Bernie non è contendibile, oggi e nell'immediato futuro, quando per una sua sostituzione si guarderà a una struttura più articolata, essendo l'uomo solo al comando irripetibile dopo l'era Ecclestone. 

Fino al 2020 il business ha una sua struttura e rapporti con le scuderie ben tracciati, «abbiamo un accordo con le scuderie e resterà com'è. Ci saranno le solite discussione per il rinnovo, che è di tipo commerciale. Vedremo cosa accadrà. Il potere che oggi hanno le scuderie non ha nulla a che vedere con il Patto della Concordia, ma con lo Strategy Group che ho messo insieme per assicurare che i team fossero rappresentati. Il problema oggi è che si sta caricando troppo; gente che fornisce i motori ha team clienti che non vogliono discutere con il fornitore, per cui non è molto democratico», commenta riferendosi a quel potere nelle mani di Mercedes e Ferrari più volte evocato da Ecclestone stesso, in virtù del numero di scuderie clienti motorizzate e portate a seguire gli orientamenti di chi fornisce le power unit. 

Sul fronte politico, a partire dalla nuova compagine societaria che si disegnerà con il completamento della scalata di Liberty Media alla Formula 1, Bernie ribadisce: «Posso assicurare ai tifosi che per quel che riguarda la società resterà com'è. Possono cambiare gli azionisti e quelli che stanno arrivando guarderanno probabilmente più agli aspetti commerciali di quanto non facesse CVC. Questo è tutto»

Tra le possibilità di sviluppo del business della F1 paventate da Liberty Media, si guarda anche alle scommesse, come anticipato sul numero 40 di Autosprint. Ecclestone a tal proposito commenta: «Ho guardato al gioco d'azzardo tre o quattro anni fa. La CVC possedeva una compagnia, Sky Bet, molto importante in Inghilterra, ma alla fine il concetto delle scommesse non l'avevamo trovato idoneo alla Formula 1». 

Una lunga intervista, quella resa al sito della Formula 1, che tocca anche il Gran Premio di Germania, inserito in calendario nel 2017 la cui sorte resta avvolta nell'incertezza sulla capacità di Hockenheim di garantire le richieste economiche della FOM: nient'altro che le cifre richieste agli altri gran premi europei, quelle di fatto assicurate da Monza. «Non c'è ancora niente di sicuro, stiamo provando a far sì che si corra, sembra che il promoter non riesca a renderlo finanziariamente fattibile. Non possono pagare la cifra richiesta, che è già molto ridotta... Non è corretto che paghino molto meno degli altri eventi europei (nel 2015 saltò l'evento davanti ai 20 milioni di dollari richiesti dalla FOM; ndr). Stiamo provando a tenere tutte le gare europee sulla stessa cifra. Forse non vogliono la Formula 1. E' molto strano, guardando la loro storia, con diversi campioni del mondo e un team di successo. Non so cosa potrebbero volere di più».

Non manca di dire la sua sulla Ferrari e le difficoltà sofferte quest'anno: «Tutto quel che spero è che la Ferrari si riorganizzi e inizi a vincere le gare. Vettel non ha lo stesso potere che aveva Schumacher. Quando convinsi Jean Todt a prendere la sua posizione e andare a Maranello - in quello che era un rischio per Jean - c'era una squadra tutta italiana ed erano un po' preoccupati dal prendere uno straniero. Ma gli dissi: quando vincerete il campionato troverete che nella famiglia di Jean ci sono antenati dalla Sicilia (ride). Ora è tornato a essere un team molto italiano e gestito come una squadra italiana. Non invidio il lavoro di Maurizio, non vorrei farlo io».

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Lavoro complesso, al quale manca qualcosa, un completamento secondo Ecclestone accanto alla figura di Arrivabene, che guarda al "modello" adottato dalla Mercedes: «Probabilmente Maurizio ha bisogno in maniera disperata di un buon supporto come lo ha la Mercedes, se lo avesse vincerebbero sicuramente le gare. Sono certo inoltre che vedremo una Ferrari diversa il prossimo anno. Vogliamo vedere Mercedes, Red Bull e Ferrari, non andare a una gara sapendo chi vincerà».


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