Ecclestone: gare più corte e addio Singapore

Ecclestone: gare più corte e addio Singapore© sutton-images.com

La necessità di una Formula 1 più snella nel format, i dubbi sulla Red Bull 2017 e l'incertezza sul futuro del GP di Singapore nelle parole di Bernie

F.P.

21.11.2016 09:32

Torna ad avanzare l'idea di un diverso format del week end, Bernie Ecclestone. E nell'immaginare la strada che dovrebbe percorrere la Formula 1, guarda a due gare brevi. Questione di soglia d'attenzione del pubblico, dice. Seguire 90 minuti e oltre di gara, come tradizione vuole, secondo Ecclestone non funziona più e non è un format allineato alle esigenze degli spettatori in tv. «Le persone hanno una capacità di concentrazione molto più breve e tanti sport stanno guardando all'introduzione di formule più corte. Gli ascolti tv in Brasile sono stati alti, abbiamo avuto una gara lunga con pioggia pesante e alcuni incidenti, ma questo ha comportato due partenze, per le bandiere rosse, e la gente si è collegata», spiega all'edizione domenicale del The Times

Due gare da 40 minuti, entrambe alla domenica, un nuovo concetto che catturi il telespettatore: «Nella pausa i piloti potrebbero venire intervistati, si potrebbe lavorare sulle macchine e sarebbe un format attraente per pubblico, televisioni, sponsor». Ciclicamente si discute di quale nuova struttura dare al week end di gara, senza che finora siano intervenute decisioni sostanziali. Ecclestone ammette che sarebbe un cambiamento radicale, quello delle due gare da 40 minuti: «Non so se abbiamo il coraggio di cambiare. I tempi tuttavia cambiano ed è qualcosa alla quale guardare. Tutti gli sport americani sono strutturati su limiti di tempo, essenzialmente perché il pubblico americano non riesce a concentrarsi, propongono tutto con segmenti televisivi di 15 minuti, le persone sono uguali ovunque, oggi»

Ci sono altri scenari futuri sui quali si esprime, intervistato da Auto Motor und Sport. Su quello che sarà l'impegno una volta che Liberty Media rileverà la maggioranza delle quote azionarie della Formula 1, e il funzionamento del Patto della Concordia, valido fino al 2020 e modificabile - sottolinea Ecclestone - solo in caso di una pronuncia contraria del Commissario europeo alla concorrenza, impegnato ad analizzare il ricorso avanzato un anno fa da Sauber e Force India, il capo del Circus si proietta alla prossima stagione e si interroga sulle "certezze" Red Bull. Sarà uno spettacolo diverso, più lotta al vertice?

«Non sono più ottimista sul 2017. Se la Red Bull crede di poter battere Mercedes con un miglior pacchetto aerodinamico, gli chiedo: perché sono così convinti? Mercedes potrebbe anche essere superiore sul piano aerodinamico». Non manca un passaggio sul calendario 2017. I gran premi a "rischio" come Canada, Germania e Brasile, vivono situazioni molto diverse tra loro. A Montreal si correrà senza problemi, visti gli ultimi sviluppi, più complesso è lo scenario in Germania, dove Ecclestone ha escluso la possibilità di sostenere economicamente la gara a Hockenheim. In Brasile, proprio a Interlagos si è incontrato con il presidente Temer, mentre gli organizzatori si sono detti pronti a fare a meno della Formula 1. In questo quadro, emerge anche un interrogativo su Singapore, non dal 2017. 

«In Formula 1 non c'è gratitudine, lo stesso accade con gli organizzatori. Guardare a quel che abbiamo fatto per Singapore. Sì, il gran premio è costato tanti soldi, ma ne ha generati anche parecchi. Improvvisamente Singapore è diventato qualcosa in più di un uno snodo aeroportuale e ora credono di aver raggiunto il loro obiettivo e non vogliono più il gran premio».


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