F1, Ricciardo a Verstappen: "Non sapevo quanto fossi veloce"

Alla vigilia dell'ultimo GP dell'anno i due piloti Red Bull si intervistano a vicenda e rivivono la stagione

Fabiano Polimeni

24.11.2016 09:40

«Avvincente». Daniel Ricciardo sintetizza così la stagione che volge al termine. Un 2016 che ha riservato soddisfazioni e cocenti delusioni all'australiano, dal malumore per le scelte del muretto Red Bull a Barcellona alla rabbia della vittoria sfumata a Montecarlo, causa errore del team. Ma anche momenti altissimi, raggiunti in Malesia, e la dimostrazione di essere competitivo nel confronto con il nuovo arrivato, quel Max Verstappen subentrato a Kvyat dopo quattro gare. 

E' stato un campionato vissuto su una competitività inattesa lo scorso inverno: «Non mi aspettavo di finire tra i primi cinque. Fai il meglio possibilie e se la macchina è abbastanza buona puoi migliorare, non c'erano segnali concreti che saremmo andati così bene quest'anno, credevo che stare tra i primi 5 sarebbe stata un'esagerazione». Si trova tra i primi tre e Max Verstappen potrebbe essergli in scia dopo il Gran Premio di Abu Dhabi, dovesse riuscire a scalzare Vettel, avanti 5 punti.

Ha impressionato e fatto parlare di sé, nel bene e nel male, l'olandese. Non ha dubbi su quale sia stato il momento da dimenticare di una stagione su alti livelli: «Monaco, assolutamente il momento peggiore. Credo che tutti siano concordi... Sono stati i peggiori due week end in questi due anni. E' una pista sulla quale sei davvero al limite, in qualifica, nel mio caso anche oltre...»

Nel Principato hanno vissuto fortune alterne in qualifica, ma la delusione è stata enorme per Ricciardo in gara: vittoria in pugno, fino all'errore del box che ha compromesso tutti gli sforzi. «Fortunatamente abbiamo avuto diversi momenti alti, fare la pole a Monaco è stato speciale, è stato un momento della stagione da evidenziare, poi la vittoria in Malesia. Il peggiore probabilmente sempre Monaco. Non il mio peggiore momento personale, ma per tutto il team. Dal punto di vista personale, forse dopo Monaco è stato il punto peggiore, è stata la prima volta che non ho partecipato a un debrief dopo la gara, sono andato a casa senza parlare con nessuno per un po'».

L'analisi della stagione non può prescindere dal cambio di pilota in corsa, vissuto da Verstappen e Ricciardo con uguale tensione, seppur da prospettive diverse. Barcellona il primo week end al posto di Kvyat, con tutti i riflettori addosso per Max: «E' sempre una decisione molto difficile, ma è così che Red Bull lavora a volte. Ho approcciato il week end in modo neutrale, senza ascoltare i media. E' stato un fine settimana di apprendimento a Barcellona, finora credo sia andata piuttosto bene. Una vittoria aiuta tanto, non è tutto ma aiuta. E' stato un sollievo anche per me stesso, perché ti poni sempre l'obiettivo di vincere una gara, poi ci riesci e si libera tanta pressione».

Nel box accanto, uguale necessità di mostrare il proprio valore nel confronto diretto: «C'è sempre pressione in questo sport. Quando hai un nuovo compagno di squadra, è l'unico con il quale puoi confrontarti direttamente perché hai lo stesso materiale; puoi arrivare sempre secondo ma se lui le vince tutte è una pessima annata. C'è sempre stata pressione per fare meglio di Daniil, poi sei arrivato ed è stata una nuova sfida, sapevo che eri veloce ma non quanto», racconta nell'intervista doppia che ha visto protagonisti i due. 

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Eletto il sorpasso più bello della stagione nella manovra su Bottas a Monza per Daniel, e la sequenza di sorpassi in Brasile per Max, l'ultima riflessione è sulle funzioni gestibili dal volante. Hanno causato non pochi problemi a Baku a Hamilton, Ricciardo invece è deciso: «Sì, conosco tutte le funzioni sul volante. Mi riconosco dei meriti, come altri, di essere un tipo multitasking. Quando si tratta della monoposto, posso fare cose sul volante, parlare all'ingegnere, pensare al bilanciamento, ad alta velocità. E' qualcosa che mi sorprende, perché nella vita normale non ci riuscirei. Ma quando ti diverti a fare qualcosa, diventi improvvisamente migliore».

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