Formula 1 Abu Dhabi, Wolff bacchetta Lewis: "Ha messo se stesso prima del team"

Il team principal diviso tra due sentimenti nel commentare il comportamento di Hamilton, che ha ignorato le istruzioni impartite dal muretto in gara

F.P.

28.11.2016 09:35

Ha ignorato le istruzioni arrivate dal muretto, prima dall'ingegnere di pista, poi da Paddy Lowe, Lewis Hamilton. Ha fatto la propria tattica di gara, sperando di creare lo scenario necessario perché potesse ancora sognare in un capovolgimento di fronte in prospettiva iridata. Prevedibile alla vigilia, la decisione di non andare in fuga bensì tenere di proposito un ritmo gara molto al di sotto del potenziale della W07 Hybrid apre interrogativi nel box Mercedes. 

Cala il sipario sul mondiale 2016 ma per Toto Wolff resta da chiarire il comportamento tenuto da Lewis. Era la "sua" gara, sua e di Nico, l'ha ribadito nei team radio, quando gli veniva chiesto di alzare il ritmo per mettere al sicuro la vittoria. 

«Ci sono state due fasi di gara nelle quali c'era il rischio che potessimo perdere. Uno con Verstappen, perché non era chiaro se fosse o meno su una strategia a una sola sosta. L'altro con Vettel che girava 2" più veloce. Il principio numero uno negli ultimi 3 anni, indipendentemente che sia la prima o l'ultima gara, è assicurarci la vittoria. Si può discutere se sia o meno il principio giusto da seguire, ma è esattamente quel che abbiamo fatto dal muretto», esordisce Toto Wolff. 

Gli interessi del team prima di tutto, quel team che aveva già da tempo in tasca il mondiale Costruttori e il rischio che avrebbe potuto correre da una condotta scriteriata di Hamilton sarebbe stato in termini di immagine, qualora la gara fosse finita con un incidente. Nulla di tutto ciò si è verificato, tuttavia, resta la disobbedienza a ripetute indicazioni impartite dal muretto box

«Sono indeciso, una parte di me pensa che minare una struttura pubblicamente significa mettere te stesso davanti agli interessi del team, è chiaro. Abbiamo 1.500 persone in squadra, 300 mila in Daimler, che rispettano i valori creati. L'anarchia non funziona in nessuna squadra o azienda. L'altra metà pesa che fosse l'unica chance di vincere il titolo che aveva in quel momento e forse non puoi chiedere a  un pilota - che è uno dei migliori, se non il migliore - di uniformarsi alle istruzioni in una situazione nella quale l'istinto lo porta a fare diversamente». Bel dilemma da risolvere, che arriva dopo le regole di ingaggio dettate nel post-Zeltweg e la "scala" di sanzioni previste in caso di mancato rispetto da parte di uno dei due piloti delle regole interne: «Si deve trovare una soluzione per risolvere il problema in futuro, perché è stato creato un precedente. Lasciatemi dormire su e trovarne una domani».

Hamilton sprezzante, non accetta la sconfitta

Provvedimenti sulla condotta tenuta da Hamilton? «E' qualcosa che terremo internamente, devo anzitutto farmi un'idea. Dobbiamo esaminare la situazione nel suo complesso e capire cosa significhi. Tutto è possibile, da una modifica delle regole per il prossimo anno, perché non funzionano in queste gare critiche, per dare ancora maggior libertà nel correre l'uno contro l'altro, fino al lato più duro, ovvero, che riteniamo non siano stati rispettati i valori».

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