F1: Liberty Media e l'idea di mettere un tetto alle spese dei team

F1: Liberty Media e l'idea di mettere un tetto alle spese dei team© sutton-images.com

La nuova proprietà sarebbe intenzionata a ripercorrere la strada di un contenimento delle spese sostenute dai grandi team: "Non ha senso avere squadre che spendono 400 milioni di dollari l'anno"

Fabiano Polimeni

19.12.2016 12:59

Ottenute le autorizzazioni necessarie dagli organismi di controllo, Liberty Media può proseguire verso il closing dell'acquisizione della Formula 1. Il prossimo appuntamento è fissato per il 17 gennaio, quando si riuniranno gli azionisti per deliberare l'offerta di azioni LMCK contestualmente al rilevamento della totalità delle azioni della Formula 1; l'orizzonte per completare la scalata resta quello del primo trimestre 2017. Accanto agli scenari più strettamente finanziari si registrano quelle che sono le prospettive di business che Liberty Media vuole proporre e sul tavolo riappare il tema del contenimento della spesa delle squadre.

Se sia più corretto definirlo in tal modo, anziché budget cap, è questione legata all'equilibrio che la nuova proprietà riuscirà a trovare con i team, specialmente i big. Con una precisazione necessaria: il Patto della Concordia in vigore fino al 2020 rende irrealizzabile un accordo prima della scadenza. L'imposizione di un tetto di spesa è stata a lungo una prospettiva rincorsa, da Max Mosley l'ultima volta nel 2009, per consentire un livellamento della competizione tra squadre dalle maggiori capacità di investimento e le piccole scuderie. Non si è mai arrivati all'imposizione di un vero budget cap, piuttosto sono state introdotte norme sempre più restrittive sulle ore di utilizzo e le sessioni possibili in galleria del vento nel corso di una stagione, insieme a riduzioni sui componenti da impiegare, dai cambi ai motori. Le cifre poste a bilancio per sostenere una campagna di Formula 1, quelle sono rimaste argomento tabù.

Nella visione di Formula 1 del futuro secondo Liberty Media serve un approccio culturale diverso al tema del contenimento delle spese. A parlare al The Telegraph è un insider della compagnia di John Malone: «Non ha senso avere squadre che spendono 400 milioni di dollari. Sono soldi che non portano nulla ai tifosi, è solo uno spreco di risorse per competere sulla tecnologia. Spese non guidate da una logica che hanno creato una società divisa in due classi.

Dovrebbe esserci la possibilità di vittoria per i più deboli, gli outsider». Dalle pagine finanziarie del The Telegraph si anticipano future discussioni in programma tra Liberty Media e i team, alla ricerca di soluzioni che se anche non dovessero giungere a un improbabile budget cap, trovino un punto d'incontro. In quale clima si troverà a operare Liberty Media lo spiega bene la recente bocciatura di una proposta Force India nel corso dell'ultimo Strategy Group, nel quale il team inglese aveva avanzato la possibilità per i team che avessero voluto, di ridurre le sessioni in galleria del vento e ricorrere a un maggior numero di sessioni di simulazioni CFD. «Abbiamo provato a dare l'opportunità alla Formula 1 di progredire con la tecnologia delle simulazioni, che è molto più vantaggiosa dal profilo economico ed è più rilevante in ottica futura che non le gallerie del vento, che diventano obsolete. I team costruttori hanno le risorse per aggiornarli, spendono milioni nell'incrementare l'efficienza e così facendo possono utilizzare questa maggiore efficienza per guadagnare più tempo sul CFD con l'attuale formulazione delle norme. In tal modo ottengono un vantaggio», le parole di Bob Fernley.

Tornando alla fonte interna a Liberty Media, sullo sviluppo delle trattative con i team in materia di controllo delle spese, ha concluso: «Il punto più grande sul quale cambiare è quello culturale. Attualmente nessuno si fida di nessuno».

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