Marchionne: "Ferrari interessata a diventare azionista F1"

Marchionne: "Ferrari interessata a diventare azionista F1"

Il presidente di Maranello unico ad aprire nei confronti dell'azionariato proposto da Liberty Media: "Una volta che ci sarà chiarezza sarà molto piu' facile decidere se vogliamo partecipare"

Fabiano Polimeni

03.02.2017 09:26

Ottomila auto vendute, ricavi netti in crescita del 8,8%: la Ferrari del primo anno vissuto da entità quotata a Piazza Affari stacca numeri positivi, tutt'altro segno rispetto alle prestazioni maturate in pista, con l'augurio che il 2017 possa segnare un cambio di rotta. Nell'attesa, c'è un quadro politico da analizzare, l'avvento di Liberty Media porta con sé uno scenario che per Maranello potrebbe essere molto meno favorevole, vista la determinazione della nuova proprietà a ridurre i benefici economici riconosciuti dal Patto della Concordia, quale team storico della Formula 1.

Fino al 2020 gli equilibri resteranno immutati, sarà oltre quella data che Liberty Media potrà definire nuovi equilibri politici, ammesso di trovare la quadratura del cerchio. La prospettata possibilità di diventare azionisti e rilevare parte delle quote della nuova Formula 1 ha lasciato, per così dire, tiepidi i team: investire su cosa? Con quale potere? Ecco, pressoché nullo, perché sarebbero osservatori senza diritto di voto: proposta irricevibile a queste condizioni.

A margine della presentazione dei risultati finanziari e industriali Ferrari, Sergio Marchionne si è espresso sul tema: «Non si tratta solo di una questione legata a un investimento finanziario. Diventare un azionista senza voto in un'entità che di fatto ci tiene imprigionati senza sapere come il mondo sarà dopo il 2021 è qualcosa che considero non saggio. Una volta che ci sarà chiarezza e su cosa Ferrari potrebbe ottenere dal suo coinvolgimento nelle attività della Formula 1, sarà molto piu' facile decidere se vogliamo partecipare». Quelle di giovedì sono le prime dichiarazioni arrivate dal mondo Ferrari dall'ingresso di Chase Carey, Ross Brawn e Sean Bratches sul ponte di comando della Formula 1. Come siano cambiati i rapporti politici in Formula 1 lo racconta bene Mauro Forghieri, sul numero di Autosprint in edicola: «Ho sentito dell'orientamento di Liberty Media di tagliare la cifra annuale che viene pagata dalla FOM alla Ferrari e posso dire che Enzo Ferrari non sarebbe restato ad attendere una pronuncia di tal fatta da parte del nuovo gruppo. Il Commendatore li avrebbe invitati a una riunione privatissima a Maranello, per analizzare e dibattere i possibili sviluppi della situazione».

Tornando a Marchionne, tra le righe lancia un allarme, legato alla partecipazione del pubblico, serve creare valore per la categoria, da sfruttare in seconda battuta per ottenere benefici economici: «C'è molto spazio di crescita che, se gestito bene, può garantire ricompensi per chiunque sia un investitore in questo business. Abbiamo bisogno di chiarezza ma ancora non c'è. Mi aspetto che Liberty e Chase abbiano una chiara comprensione del lato dell'intrattenimento. Non possiamo continuare a impegnarci in uno sport che ha una audience in calo per molti motivi. Dobbiamo rendere nuovamente popolare questo sport, renderlo più accessibile. C'è molto da fare, noi faremo la nostra parte come Scuderia ma bisogna iniziare ora».


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