Test F1 Barcellona, analisi day4: la Ferrari non si annacqua

Gli ultimi test "wet" confermano il buon avvio della rossa. C'è ancora da lavorare (per tutti) ma intanto le cose funzionano. E occhio sempre alla Red Bull

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Maurizio Voltini

02.03.2017 19:40

La quarta giornata della prima sessione di prova a Barcellona, non ha aggiunto granché al discorso generale scaturito dalle prime tre giornate. Del resto oggi si è girato con la pista inondata d'acqua (almeno inizialmente, perché si asciugava alla svelta) per dar modo alla Pirelli e alle squadre di effettuare un primo opportuno collaudo dei nuovi pneumatici da bagnato, anch'essi più larghi come quelli slick. Su come i piloti abbiano accolto le gomme "verdi" e "blu" nuove, ne parliamo qui. Possiamo quindi concentrarci su fattori più generali. Come il fatto che stavolta la McLaren-Honda abbia girato con maggior costanza: ma è pur sempre vero che i problemi alla MCL32 sono finora emersi sono quando si andava davvero al limite.

Parlando di problemi, la Williams si è dichiarata "assente giustificata" fin dall'inizio perché si è scoperto che la scocca della FW40 era rimasta danneggiata nell'incidente di ieri. Ora, è vero che quasi tutti i team hanno una sola scocca pronta in questa fase della stagione, ma lascia un po' sconcertati la carenza di ricambi mostrata in questa sessione, pur se Lance Stroll ci ha messo del suo per disintegrarne un po'. Beh, almeno serve a ricordare che anche avendo i soldi (e tanti) le monoposto e i componenti della Formula 1 non sono qualcosa che trovi su Amazon e ti consegna il corriere il giorno dopo…

È un peccato che la Toro Rosso sia stata ferma dopo un solo giro di installazione con Daniil Kvyat: sembra che i motori Renault abbiano veri problemi meccanici, e la sostituzione di oggi non è bastata per far tornare in pista i piloti della squadra faentina. Qualche noia anche per Red Bull, ma pare solo con gli scarichi, tanto che Verstappen ha girato molto e bene, dimostrando che quando non ci sono inconvenienti la RB13 può mettere in campo le stesse doti aero-telaistiche come nei modelli precedenti. Teniamola sempre d'occhio, dunque. Inconsueti ma non irrisolvibili i problemi elettrici che hanno tenuta ferma la Mercedes per tutta la mattinata, con qualche precauzione per non "far fuori" i sistemi elettronici ma pur sempre 68 giri percorsi da Valtteri Bottas nel solo pomeriggio.

Alla fine, quindi, rimangono valide certe considerazioni che erano scaturite già in precedenza. E da parte nostra, a tal proposito, raccomanderemmo soprattutto una cosa: evitiamo le esagerazioni e gli estremismi, in tutte le direzioni in cui questi si possano sviluppare. Per cui non vanno bene certi eccessi di entusiasmo ferrarista che hanno portato alcuni a fare calcoli del tipo: siamo a pochi decimi dalla Mercedes, ma con gomme di due mescole più dure, e dunque in realtà siamo davanti e non di poco. Purtroppo il ragionamento non funziona, perché a parità di mescola le differenze erano minime e più che giustificabili con altri fattori.

Nondimeno anche il discorso "la Mercedes si è nascosta" sa troppo di complottismo, vuoi perché in realtà i tedeschi (sì, anche un po' inglesi, lo sappiamo) vanno semplicemente avanti per la loro strada nello sviluppo e nelle verifiche soprattutto "sulla distanza", vuoi perché da sempre non hanno mai puntato a "fare show" nei test con tempi spettacolari, vuoi perché comunque hanno girato sempre con mescole morbide e hanno provato pure con quelle "ultra". Di fatto sono sempre un team "modello Bismark" e la macchina va forte senza troppi problemi: anche quelli scaturiti tra mercoledì e venerdì sono del tutto occasionali, pur se l'impatto è stato notevole, essendosi ritrovati con vari componenti elettronici "fritti".

Ma allora, direte, cosa dobbiamo capire da queste quattro giornate? Beh, intanto che la Mercedes è sempre il riferimento, ma la Ferrari "è lì", e tutto sommato la Red Bull va sempre tenuta in considerazione. Poi è ovvio che siamo ancora all'inizio dello sviluppo di monoposto quasi del tutto nuove, con ancora ampi margini prima di arrivare al loro reale limite. Da qui a Melbourne (e ancor di più ad Abu Dhabi) ci sarà tempo e modo per modificare ed evolvere tutto in modo sostanziale. Ci sarà pure chi "perderà la retta via" ma anche chi la ritroverà… E questo già nei prossimi 4 giorni di prove prestagionali. Intanto la Ferrari non è partita con il piede sbagliato, la macchina si è dimostrata reattiva e affidabile, e tutto questo è già di per sé un fatto (molto) positivo, sia per la squadra e i tifosi del Cavallino, sia per il campionato stesso, senza dare già oggi proclami di vittoria o di sconfitta.

Gli altri? Beh, qualcuno dovrà darsi da fare un po', ma registriamo intanto lo sbocciare di Haas e Renault, pur con i loro alti e bassi, e fermo restando che anche per loro dobbiamo ricordare come "siamo ancora solo all'inizio". Mentre una bella soddisfazione è stata constatare come il nostro Antonio Giovinazzi abbia lavorato bene, progredendo senza fretta e tuttavia portando alla fine la Sauber C36 a prestazioni del livello di macchine più quotate. Certo, l'ha fatto con gomme di mescola ultrasoft, ma anche in ciò ha dimostrato un'ottima sensibilità nello sfruttarle, come altri non hanno saputo fare. Senza voler male all'infortunato Pascal Wehrlein, a questo punto ci piacerebbe davvero rivedere Antonio anche nella seconda sessione di test, che ricordiamo parte martedì 7 marzo.


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