Formula 1: da Barcellona a Melbourne, si cambia!

Formula 1: da Barcellona a Melbourne, si cambia!
Caratteristiche molto differenti per i tracciati che hanno ospitato i test invernali e ora il primo GP stagionale, vedremo se ciò riserverà delle sorprese

Maurizio Voltini

23.03.2017 16:57

Come ormai tradizione, la stagione di Formula 1 si apre anche quest'anno sul circuito dall'altra parte del globo: quello di Albert Park a Melbourne. Si tratta di 5.303 metri di circuito semipermanente, con tutte le caratteristiche tipiche del caso (a partire da un fondo certamente parecchio sporco inizialmente) e soprattutto un andamento che differenzia significativamente il tracciato australiano da quello di Barcellona dove si sono svolti i test precampionato. Un fatto che già di per sé potrebbe riservare altre sorprese oltre a quelle che è già lecito aspettarsi in una prima gara con macchine sensibilmente modificate in conseguenza dei nuovi regolamenti tecnici.

Intanto il tracciato di Melbourne è caratterizzato dalla maggioranza di curve "secche" da marce basse, quasi da "stop & go" con frenate violente e forti accelerazioni in uscita. Ci sarà dunque da vedere come si districheranno le monoposto più larghe di quest'anno, ma soprattutto il comportamento dei nuovi pneumatici maggiorati, da più punti di vista. In questo circuito infatti il carico aerodinamico, aumentato per via delle maggiori superfici alari, si farà sentire in misura molto inferiore rispetto a quando verificato a Montmelò. Dunque le prestazioni saranno certo migliori, ma dipenderanno più dal maggior grip meccanico offerto dai pneumatici.

Le mescole portate quest'anno dalla Pirelli a Melbourne sono di uno step più morbide rispetto al 2016, come gradazione ufficiale (ultrasoft, supersoft e soft), ma in realtà sono state rese più resistenti e quindi grossomodo non dovrebbe cambiare molto da questo punto di vista. Però la maggiore impronta a terra dovrebbe aiutare nelle staccate, in particolare quella della prima curva che è una delle più violente del campionato: si passa infatti da 320-330 km/h a poco più di 160, con una forza d'arresto favorita dalle forti incidenze alari richieste dalla pista e che quindi raggiungerà i 6G, nelle previsioni. Sarà comunque la prima vera verifica delle mescole più morbide offerte dalla Pirelli quest'anno, perché a Barcellona sono state usate abbastanza poco, su un fondo molto particolare e comunque con temperature ben più basse di quelle attese in Australia, dove ricordiamo è estate.

Anche gli sforzi cui sono sottoposte le gomme e le monoposto sono molto differenti rispetto a quelli di di Barcellona: in Spagna si ottengono forti sollecitazioni laterali, soprattutto sull'anteriore sinistra in curva 3, mentre a Melbourne sono di gran lunga prevalenti le sollecitazioni longitudinali. Questo non solo per le forti frenate cui abbiamo accennato, ma anche per le accelerazioni in uscita dalle curve lente che metteranno a dura prova le capacità di trazione delle monoposto. Per questo il pneumatico più sollecitato risulta essere il posteriore sinistro, su questa pista. Peraltro il fondo è piuttosto liscio e quindi non dovrebbe causare un degrado eccessivo (altro fattore che differenzia Albert Park da Montmelò) nel corso dei 58 giri di gara.

Per quanto riguarda la pista in sé, non vi sono modifiche sostanziali rispetto alla configurazione del 2016: sono state riviste alcune barriere di protezione, come pure sono stati migliorati i fissaggi dei cordoli alla esse delle curve 11 e 12, aggiungendo anche un doppio cordolo in uscita. Ricordiamo infine che sono previsti due punti di attivazione dell'ala mobile (DRS): il rettilineo di partenza e quello immediatamente successivo, tra la curva 2 e la 3. Il "detection point" è però unico, e si trova appena prima della curva 14, delle 16 totali presenti.


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