Analisi Formula 1 Cina: vincono Hamilton e il campionato

Gara divertente e ricca di avvenimenti, che conferma la competitività fra i leader e quanto conterà saper affrontare al meglio le singole situazioni

Maurizio Voltini

09.04.2017 12:47

Sebbene il dominio di Lewis Hamilton dall'inizio alla fine potrebbe far (superficialmente) pensare altrimenti, la gara a Shanghai è stata tutt'altro che noiosa e offre parecchi spunti di riflessione, anche di polemica magari. Volendo dare una "linea generale" di interpretazione, è la conferma che in questo campionato i giochi si decideranno gara per gara e che a risultare determinante saranno anche singole situazioni con relative strategie conseguenti (più o meno azzeccate). Oggi, dopo l'ansia causata dalla possibilità che alcuni dei protagonisti partissero con gomme diverse, gran parte della gara si è giocata con il primo pit-stop: Sebastian Vettel ha cambiato le gomme al secondo giro (sotto VSC per via di Stroll) e questa sarebbe stata una bella mossa. Purtroppo l'incidente di Giovinazzi con conseguente safety car ha mandato tutto a monte: fondamentale è stato il passaggio obbligato in pitlane per evitare i detriti, così i primi ne hanno approfittato e sono ripartiti proprio davanti a Vettel (costretto a procedere al rallentatore) che si è ritrovato 6° alle spalle di tutti i principali contendenti.

Se ciò può aver rovinato le possibilità di competere per la vittoria - affrontiamo meglio l'argomento nel nostro "mirino" - ha tuttavia dato il modo a Seb di far vedere di cosa è capace, a dispetto di chi dice che non sappia superare. Dopo alcuni giri alle spalle di Raikkonen (ne parliamo approfonditamente in seguito) lo hai poi scavalcato con decisione, e ancor maggiore decisione ha messo nel sorpasso su Ricciardo. Pregevolissimi l'attacco all'esterno di curva 6 con l'australiano che cercava di coprire l'interno, l'insistenza in percorrenza di curva e poi nel tenere giù il gas quando Daniel ha cercato di "spremerlo" (parole del tedesco) a bordo pista, tanto da arrivare a strusciare le gomme fra loro. Poi Seb ha pressato talmente Verstappen da portarlo a sbagliare in frenata. Una volta secondo ha provato a vedere se poteva recuperare su Hamilton, ma l'inglese ha risposto a suon di giri veloci, quindi a posto così.

Procedendo in ordine (d'arrivo) parliamo quindi della gara delle Red Bull: in condizioni difficili hanno ritrovato la competitività, e non "pagavano" nemmeno in termini di velocità massima. Dalle retrovie, Max Verstappen ha condotto un fantastico inizio gara, magari ricalcando un po' quello altrettanto egregio di Alonso davanti a lui. Poi ha approfittato bene della situazione sotto safety car, è stato consistente per due terzi di gara e solo in ultimo ha pagato un po' il sottosterzo per l'usura delle gomme, tanto che Daniel Ricciardo l'ha ripreso. In questa fase si è forse lamentato un po' troppo via radio, prendendosela anche con Grosjean doppiato (ma decine di metri più avanti) e riuscendo a tener dietro il compagno di squadra solo perché l'australiano era disturbato dalle turbolenze in scia, con evidente mancanza di carico anteriore in ingresso curva. In ogni caso non è la prima volta che succede così a Verstappen, per cui prendiamola come sua strategia consolidata (quella di dare il massimo a inizio e metà gara, per poi controllare a gomme finite) dando il giusto merito all'olandese per il podio. Essere appena dietro non è nemmeno un demerito per Ricciardo, giunto in definitiva a soli 8 decimi dopo un ultimo disperato tentativo all'ultima vera staccata.

Arriviamo quindi alla controversa ed emblematica gara di Kimi Raikkonen. Certamente il finlandese non ha dato prova di incisività, ma siamo sicuri sia opportuno condannare come atrocemente negativa una gara in cui alla fin fine è arrivato a 2,8 secondi dal podio? Certamente ci si aspettava qualcosa di più quando era alle spalle di Ricciardo, ma non dimentichiamo il divario di gomma (Daniel aveva le supersoft contro le soft di Kimi) e che anche Vettel in seguito ha avuto il suo daffare e si è dovuto inventare un sorpasso di cui parleremo ancora (giustamente) per qualche anno… Poi lo si è "tenuto fuori" un po' più a lungo del necessario, con le gomme davanti "andate", per poter montare le supersoft (anziché soft come fatto con Vettel) e anche qui ha perso un po' troppo. Non dimentichiamo infine che Raikkonen non si ritrova ancora con l'attuale assetto della SF70H, che al momento non gli offre il desiderato feeling con l'avantreno, e che ha avuto problemi di erogazione proprio quando accelerava nella curva che porta al rettifilo principale (scusate se è poco). Ecco, se contesteremmo qualcosa alla condotta di gara di Kimi, è di non aver lasciato andare Sebastian quando aveva questi problemi (pur se probabilmente non sarebbe cambiato granché) e forse questa ostinazione è derivata proprio da come si senta "messo in dubbio" anche quando non è il caso, come se la stagione 2016 non abbia fatto capire nulla.

Passiamo quindi a Valtteri Bottas: veloce sia in prova che in gara (certo non tanto quanto il compagno di squadra, ma ricordiamoci che Lewis è Lewis…) ma purtroppo ha rovinato tutte le sue possibilità con quel testacoda quando zigzagava cercando di mantenere i pneumatici in temperatura sotto safety car. Un errore certo deplorevole, ma anche qui cerchiamo di ricordare che le condizioni della pista oggi erano davvero difficili e sono tanti i piloti ad aver commesso degli sbagli: c'è il contatto tra Perez e Stroll al primo giro, ma più simili all'errore di Bottas vi sono i testacoda appena montate le gomme slick capitati a Palmer e Hulkenberg, per culminare ahimé con la svista di Antonio Giovinazzi, malauguratamente portato ad accelerare a ruote storte in una zona bagnata per via di Ericsson che stava rientrando dopo un lungo all'ultima curva.

Nemmeno Carlos Sainz è stato esente da errori, ma la gara dello spagnolo è stata talmente "esagerata" che ne parliamo a sé. Unico a partire con gomme slick, per di più soft, si è trovato a pattinare al via con il motore che finiva a limitatore ogni volta che sfiorava il gas; ha affrontato la prima curva col gruppo già un centinaio di metri avanti, arrivando comunque largo; è finito in testacoda toccando anche le barriere nel ripartire. Da quel momento però ha sfruttato al 100% la situazione creatasi con le safety car più o meno virtuali (ma resta il dubbio che senza di queste si sarebbe avvantaggiato ancor di più), si è trovato 8° alle spalle di Alonso e poi ha continuato a spingere davvero forte, capitalizzando fino all'ottimo e meritato 7° posto finale. Una gara che lo spagnolo si ricorderà a lungo. Discorso simile, pur con meno "avventure" ma un paio di ottimi sorpassi, per Kevin Magnussen che porta i primi punti stagionali alla Haas, impresa non riuscita per poco a Romain Grosjean (11°) per via delle disavventure in qualifica.

Incoraggianti infine il 9° e 10° posto delle Force India con Sergio Perez ed Esteban Ocon. Poi per tutti gli altri si può parlare di gara che non è certo andata come nelle intenzioni, tra Renault (pur dopo il buon riscontro in qualifica), Williams (Massa è stato tra i penalizzati dalla safety car) e McLaren: anche stavolta Fernando Alonso non si è risparmiato e ha conquistato la zona punti, purtroppo il tutto vanificato anche stavolta da un'avaria (la novità è che non riguarda l'apparato Honda…) alla trasmissione, mentre a Stoffel Vandoorne è venuta a mancare la pressione di alimentazione.


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