Formula 1 Bahrain, Ricciardo: "Ci manca più di 1" e non si trova in una notte"

Formula 1 Bahrain, Ricciardo: "Ci manca più di 1" e non si trova in una notte"© sutton-images.com
Daniel sfata anche il mito del reparto aerodinamico Red Bull "armata invincibile" e spiega come Mercedes e Ferrari non siano certo da meno

Fabiano Polimeni

13.04.2017 18:09

Helmut Marko ha anticipato l'arrivo di una nuova macchina dal Gran Premio di Spagna e, fino ad allora, la Red Bull dovrà contenere i danni. Daniel Ricciardo, dopo aver indicato al giovedì del Gran Premio di Cina le criticità di un progetto concettualmente nato intorno alla limitazione della resistenza aerodinamica, ma al momento senza che abbia dato i frutti sperati, torna sull'argomento in Bahrain.

Era solo la vigilia del primo gran premio stagionale quando immaginava un divario inferiore ai 5 decimi da Ferrari e Mercedes. Oggi, con due gare in archivio e un quadro sufficientemente chiaro sul potenziale espresso dalle due scuderie di vertice, dice: «Sappiamo di non avere il loro passo. Non si tratta di cercare 3 o 4 decimi, siamo alla ricerca di più di un secondo e serve qualcosa di più grande che non una nuova ala o cose simili. E non si trova nel giro di una notte».

Sviluppi che richiedono del tempo e con il susseguirsi di gare lontano dall'Europa c'è poco che si potrà fare, se non relativamente all'ottimizzazione del pacchetto di pista in pista. «Abbiamo sempre pensato che una volta di rientro in Europa le cose si schiariranno, perciò mi piace dire che nel tempo che servirà per arrivare a Barcellona potremo portare il divario sotto il secondo e da lì provare a limarlo».

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Immaginare di essere competitivi su un intero campionato partendo a handicap come accaduto non solo quest'anno a Red Bull diventa difficile. Su un punto, poi, quasi sfata un mito: «Adrian Newey è di sicuro un gran nome, ma i top team, Ferrari, Mercedes, tutti hanno un dipartimento valido oggi. Abbiamo un'elevata capacità di sviluppo ed è lì che lo scorso anno siamo andati particolarmente bene, tuttavia non è un punto di forza non riuscire a iniziare davanti, è una debolezza. Purtroppo, da quando sono nel team giochiamo sempre a rincorrere in avvio».


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