Formula 1 Spagna, record da inseguire e storie da ricordare

Formula 1 Spagna, record da inseguire e storie da ricordare© sutton-images.com
Immagini rimaste nella memoria, dal confronto Mansell-Senna alla collisione Hamilton-Rosberg. Dalla prima vittoria di Schumi su Ferrari all'ultima, finora, di Alonso

Fabiano Polimeni

10.05.2017 12:10

Occhio alle lancette del cronometro, per misurare tempi e distanza dal record della pista a Barcellona. Un significato maggiore del solito nel week end del Gran Premio di Spagna, non foss'altro perché il Circuit de Catalunya venne eletto quale "riferimento" per fissare il miglioramento che avrebbero dovuto centrare le monoposto 2017 nel 2015. Cinque secondi più veloci, si prospettò allora. Vorrebbe dire una Q3 di qualifica da 1'19"681, vorrebbe dire, come logica conseguenza, nuovo record del circuito. 

Restiste l'1'19"954 di Barrichello, epoca 2009, Brawn GP. Fattibile? Tutto da verificare, a partire dalle condizioni meteo, da quanto sarà caldo l'asfalto e dalla resa che offriranno le gomme morbide. Con altre temperature e altre gomme, le supersoft, nei test dello scorso marzo Raikkonen scese fino a 1'18"634. Un anno fa fu l'1'22"000 a valere la pole a Hamilton. 

Numeri che valgono per misurare la prestazione assoluta, quantificare meglio che su qualsiasi altra pista il potenziale velocistico delle nuove Formula 1 2017. Cifre a parte, il Gran Premio di Spagna ha regalato anche immagini e sentimenti indelebili, dal 1991, prima apparizione in calendario. E fu subito il confronto Mansell-Senna, appaiati sul rettilineo, scintille per un'istantanea rimasta nella memoria. Di Lewis Hamilton, ad esempio, che richiamò nel 2015 quel confronto, invocandone uno di pari portata con Sebastian Vettel. Accontentato. La stagione, questa, si presta per scrivere un copione spettacolare. 

Entrambi non sono stati grandi interpreti della gara al Montmelo, le statistiche dicono di una sola vittoria a testa. Tornando alle immagini, vale Mansell-Senna per capacità di restare nella memoria, la collisione dello scorso anno tra Lewis e Nico, che diede via libera a Ricciardo. A festeggiare fu Verstappen: prima vittoria alla prima gara con Red Bull e nuovo record di pilota più giovane a trionfare in Formula 1, 2 anni e 210 giorni più precoce di Vettel. 

Max è stato il decimo vincitore diverso negli ultimi 10 anni a Barcellona. Manca il mattatore tra gli attori odierni. Resta inarrivabile Michael Schumacher, 6 vittorie, più di chiunque altro, Alonso e Raikkonen i più "titolati" tra quanti in attività: due vittorie a testa. Forte dello slancio guadagnato nella "sua" Sochi, Valtteri Bottas può puntare all'ingresso nel club di chi ha vinto almeno un Gran Premio di Spagna. Da seguire. Club che conta anche Pastor Maldonado, riportò nel 2012 la Williams al successo dopo 7 anni.

Altra immagine, epica, risale al 1996. Sotto il diluvio Schumacher firma la prima delle 72 vittorie ferrariste. Vincerà anche nel 2001, solo all'ultimo giro e solo per il cedimento della McLaren-Mercedes di Mika Hakkinen, mentre pregustava il quarto successo di fila sulla pista che più di ogni altra esalta le doti aerodinamiche e telaistiche delle monoposto. Il poker, dal 2001 al 2004, lo servirà il Kaiser.

Un ritorno ai numeri. Sette. Come i podi di Fernando Alonso. Per due volte sul gradino più alto, nel 2006 e nel 2013, anno in cui scattò quinto ma già dopo tre curve si ritrovò terzo, con una manovra spettacolare all'esterno di curva 3 su Raikkonen e Hamilton, propiziata dalla gestione intelligente del Kers. Giornata da incorniciare, purtroppo, perché da allora Fernando non ha più vinto un gran premio e ha collezionato solo un sesto posto nel 2014 e due ritiri con McLaren. 


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