Formula 1 Spagna, Vettel: "Dobbiamo solo continuare così"

Formula 1 Spagna, Vettel: "Dobbiamo solo continuare così"© sutton-images.com

In conferenza stampa a Barcellona loda il lavoro Ferrari e le persone che l'hanno svolto, ribadendo la sua concentrazione sulle gare in corso

Maurizio Voltini

11.05.2017 17:00

Fra i presenti alla conferenza stampa dei piloti che precede il GP di Spagna, Sebastian Vettel ha cominciato rispondendo alla domanda sul fatto che questo inizio di stagione sia uno dei migliori da alcuni anni a questa parte, diciamo dal 2011 in poi, con un vantaggio di 13 punti sul secondo nella classifica Piloti e dunque la Mercedes che insegue. «Sicuramente al momento la nostra posizione è molto migliore rispetto all'anno scorso - conferma Seb - ma è ancora troppo presto. Questa sarà una gara significativa perché questo è il periodo in cui i team cominciano a portare gli aggiornamenti più importanti. Ma d'altro canto, se guardiamo gli ultimi 10 anni circa, non c'è più una data ben precisa in cui si porta una versione nuova della macchina: i top team portano nuovi pezzi più o meno a ogni gara. Quindi credo che la Mercedes negli ultimi due-tre anni abbia avuto un percorso straordinario e siano ancora la squadra da battere. Nel complesso sono stati il team dominante ed è difficile rompere questa supremazia. Ma noi ci stiamo provando, facciamo tutto quello che possiamo».

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Parlando proprio di aggiornamenti, a Vettel si chiede appunto se abbia fiducia nelle possibilità della Ferrari di continuare come ha iniziato il campionato, portando novità "che funzionano davvero" nel corso della stagione: «Credo che fosse impossibile avere delle aspettative all'inizio di quest'anno, perché tutto era totalmente nuovo per noi. Inoltre l'anno scorso abbiamo vissuto una stagione con degli alti e bassi, piuttosto difficile, quindi abbiamo pensato soltanto a noi stessi, cercando di costruire la miglior macchina possibile, e credo che se guardiamo i risultati possiamo senza dubbio dire di avere le persone giuste fra quelle che hanno la responsabilità di costruire una macchina che possa vincere le gare. Ne abbiamo vinte in effetti due… Ma come sappiamo conta quello che continui a fare, non quello che hai già fatto. Io so che abbiamo ancora le stesse persone che lavorano a questa macchina e quindi credo che potranno portare quei miglioramenti che ci serviranno per continuare a lottare».

Dopo la pole position a Sochi e sapendo quanto valga di più a Barcellona partire davanti, si concentrerà su questo nelle prove libere? «Sì, sulle qualifiche ma anche sulla gara, non è una sorpresa questa - risponde Sebastian -. Ovviamente questa è una pista che conosciamo molto bene, però solitamente le condizioni sono molto diverse quando veniamo qui a maggio rispetto a febbraio e marzo (cioè in occasione dei test invernali, ndr). Quindi miro sempre alla pole position, se potessi scegliere mi metterei sicuramente in pole, però sarebbe piuttosto noioso se si potesse scegliere già al giovedì… Quindi vediamo cosa succederà domani e come costruiremo questo weekend fino a domenica, sabato compreso. Per cui cercheremo come sempre di fare qualifiche e gara nel modo migliore possibile».

Passando alla gara di Sochi e agli ultimi emozionanti 15 giri, viene chiesto se sarebbe riuscito a passare Bottas con più giri a disposizione, aggiungendo anche qualcosa sulla maggior difficoltà di sorpasso vista quest'anno. Per cui, potrebbe essere positivo aumentare i punti di attivazione del DRS? «Non sono a favore di questa idea: abbiamo visto che rende tutto troppo semplice e non è bello vedere sorpassi di quel tipo. Credo che sia meglio vedere delle gare in cui si sorpassa di meno. Però per molti motivi a Sochi era davvero difficile superare: perché le gomme duravano davvero parecchio, quindi poteva spingere sia chi stava davanti sia chi stava dietro, il degrado non aiutava più di tanto e non si riusciva ad avere un gran vantaggio con le gomme nuove». Ovviamente Vettel parla dal punto di vista dell'inseguitore con gomme più fresche, come era per lui in quel momento dietro a Bottas. E prosegue: «Anche in questa pista non è molto semplice seguire qualcuno da vicino, l'abbiamo visto anche in passato, per le turbolenze all'ultima curva che rendono difficile avvicinarsi in rettilineo. A livello personale mi piacerebbe poterne beneficiare di più per poter cercare un attacco; però è anche una sfida, non dev'essere permesso passare facilmente affiancandosi senza problemi. Ci devi lavorare cercando le traiettorie e via dicendo. A Sochi ci sono arrivato semplicemente troppo tardi: sono stati soltanto gli ultimi 2-3 giri nei quali mi stavo davvero, forse, avvicinando. Ma prima è stato comunque emozionante anche per me, quando cercavo di inseguire per poi fare qualcosa alla fine. Sarebbe stato ovviamente ancora meglio se tutto avesse funzionato, però… Anche io ero lì in attesa, probabilmente come gli spettatori, ma a volte funziona, a volte no. Però non dobbiamo tornare alla situazione in cui tutto sembra artificiale: sicuramente è difficile superare, però se ci riesci ti prendi i tuoi meriti. Se non ce la fai, invece no. Però così è, diciamo, più vero».

Si passa quindi alle voci di "alcuni media italiani" (testuali parole) per cui potrebbe andarsene dalla Ferrari l'anno prossimo… «Sono voci che vengono dall'Italia? Allora dovreste chiedere ai giornalisti italiani, che sembrano saperne di più di quanto non ne sappia io… Credo che la situazione sia chiara. Ovviamente la mia concentrazione è principalmente su quest'anno, questo non è un segreto. È un dato di fatto per tutti, all'interno del team. Al momento ci troviamo in un'ottima posizione e vogliamo mantenerla, continuare su questa strada per sfruttarla. Tutto il resto non è così importante… Ci sono state altre voci anche negli anni precedenti, non so, forse alcune escono dall'Italia e altre dalla Germania, ma credo che in questo caso si debba parlare con i giornalisti italiani».

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Restando in Ferrari, Seb sarebbe disposto ad avere al suo fianco un pilota di personalità come per esempio Alonso (che gli è di fianco in conferenza), come compagno di squadra? «In generale dovresti essere pronto a correre con chiunque ci sia al tuo fianco - risponde Vettel - e Fernendo credo che abbia la reputazione che ha per molti motivi, e non soltanto per i campionati che ha vinto, nei tanti anni che ha vissuto in questo ambiente. Ma alla fine non sono io che firmo il suo contratto, ma solo il mio… La decisione non spetta a me. Io sarò pronto con chiunque dovesse venire: ogni compagno di squadra che ho avuto è stato diverso, non soltanto a livello personale ma anche come pilota, ognuno con punti di forza e punti deboli diversi. Alcuni sono più pronti a convivere, altri sono meno aperti, però sicuramente tutti possono aiutarti a migliorare, a fare ulteriori progressi. Ma per il momento siamo molto contenti con l'assetto attuale e dovremmo concentrarci su quest'anno, sebbene per il prossimo non ci sia nulla di scritto. L'approccio che abbiamo al momento come team è quello che vogliamo mantenere per il futuro».

Infine, parlando delle battaglie in pista con Hamilton, si chiede a Seb se pensi di avere un vantaggio rispetto a Lewis dal punto di vista psicologico: «No!», è la risposta secca e immediata di Vettel. Perché? «Perché io non faccio battaglie psicologiche». Ma non pensa di avere meno pressione rispetto all'inglese, essendoci minori aspettative? «Per me è perfetto, se non ci si aspetta molto da me posso solo guadagnarci, no? Al di là di questo, ci possono essere sempre delle cose che possono essere interpretate come battaglie psicologiche, però sono cose che non mi interessano per nulla. Io amo guidare ed è l'unica cosa che mi interessa. Se poi ci sono dei segnali o altre cose che si possano interpretare in un modo diverso, non lo so. Se ho un vantaggio da questo punto di vista, forse non sono abbastanza intelligente da interpretarlo o da capirlo…». 


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