Formula 1 Montecarlo, la bestia nera Williams

Formula 1 Montecarlo, la bestia nera Williams© sutton-images.com
Pista "bestia nera" della Williams, Felipe spera in un esito diverso nel week end alle porte. Lance Stroll immune alle critiche: "Che vinca o che perda c'è chi mi vuole buttare giù"

Fabiano Polimeni

24.05.2017 16:50

Si aggrappa agli indizi avuti a Barcellona, in quel terzo settore al quale tanti guardano per capire quale sorte li attende a Monaco, Felipe Massa. Montecarlo è la bestia nera della Williams, sempre in crisi nelle ultime tre stagioni, in deficit di grip meccanico. Si sforza di pensare positivo, che possa arrivare un risultato migliore del 10 posto ottenuto un anno fa: «Negli ultimi 3 anni questa è stata la gara peggiore dell'anno, un feeling terribile. Senza dubbio non è stata la pista giusta per la nostra macchina, stavolta ci sono diverse regole, sfide, l'unica cosa che posso dire - e che mi porta a essere più ottimista - è quanto visto nell'ultimo settore a Barcellona: non è stato così cattivo, eppure era stato terribile anche lì negli ultimi 3 anni. Forse è qualcosa che può darci un po' di ottimismo in più, che la macchina possa essere un po' più competitiva»

Guarda a quanto accaduto in Russia e in Spagna, risultati che hanno penalizzato una prestazione altrimenti interessante, da parte della Williams e del brasiliano. Solo 18 punti all'attivo, vero, ma la foratura a Sochi e l'incidente al primo giro al Montmelò incidono fortemente sul bilancio: «Avevo la sesta posizione in tasca in Russia, poi la foratura e mi sono dovuto fermare. All'ultima gara, la cosa più importante era partire bene, sono riuscito a passare Perez e Alonso, poi Fernando era all'esterno di curva 2, non avevo idea che fosse lì, ci siamo toccati appena e le gomme sono andate. Avevo il passo per finire davanti a Perez. Non so cosa sia, se si tratti di sfortuna, delle corse che vanno così ma è un peccato, se non avevssi avuto questi ultimi due risultati, tutto sarebbe diverso». Come dargli torto. 

Il week end alle porte darà un peso enorme alla qualifica, giacché la tattica di gara domenica si annuncia piuttosto bloccata e intorno alla singola sosta ai box. A tal proposito, Felipe svela: «Una sola sosta non è l'ideale, ricordo che nell'ultimo meeting con alcuni piloti e Charlie Whiting parlavamo di avere due soste obbligatorie a Monaco, sarebbe divertente, potrebbe capitare qualcosa con la strategia e sarebbe migliore per lo spettacolo».

Un anno fa a Montecarlo si tratteggiava nei rumors il futuro, fuori dalla Williams, di Felipe. Oggi è ancora lì, ad assicurare i risultati da solo. «E' una grande sfida correre qui a Monaco, è sempre diversa, impari ogni anno, ci sono così tante curve diverse ed è difficile. Quest'anno sarà ancora più grande la sfida, con gomme più larghe e macchine più grandi. Ricordo quando Piquet disse che correre a Monaco è come girare in bici in cucina. E' bello rivedere Jenson, gli auguro il meglio - di essere dietro di me - però il meglio».

Finora chi è stato dietro è Lance Stroll. Il week end del Gran Premio di Monaco sarà l'appuntamento più difficile della prima metà di campionato, ma il canadese mantiene la concentrazione e si lascia scivolare addosso i dubbi e le critiche ricevute per un esordio non memorabile. «La pressioene è la stessa di sempre, siamo in Formula 1 ed è ovvio che ci sia, ma nulla in più del passato. Devo affrontare gara dopo gara e concentrarmi su quel che posso fare, il resto è qualcosa che esula dal mio controllo», racconta Lance.

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Abituato a ricevere critiche, perché se vinci ti ricordano il percorso agevolato e il sostegno economico del padre, se deludi è un attimo a creare il nesso con una presenza pagante (di fatto azionista stesso del team Williams): «Ho vinto i campionati con l'obiettivo di trovarmi qui, ci sono e ho corso le prime 5 gare. E' stato difficile, non cambia nulla, c'è ancora una lunga stagione davanti.

Senza dubbio arrivo da condizioni per le quali quando vinco la gente prova a buttarmi giù e quando perdo uguale. Lo accetto e lo trovo in qualche modo divertente. Io sono concentrato su quel che sto facendo, mi sto divertendo, mi godo l'esperienza e sono qui a 18 anni ed è qualcosa di speciale».

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