Analisi qualifiche Montecarlo: quando le sbavature fanno la differenza

Analisi qualifiche Montecarlo: quando le sbavature fanno la differenza© sutton-images.com

Quando la lotta è equilibrata e si deve "tirare", anche i migliori possono sbagliare: stavolta tocca a Hamilton e Vettel, ma non a Raikkonen

Maurizio Voltini

27.05.2017 16:42

Anche stavolta la stagione F1 2017 ha proposto qualifiche emozionanti: in particolare quelle di Montecarlo riportano alla pole position un grande Kimi Raikkonen, oggi riuscito ad interpretare meglio di tutti le difficoltà del tracciato. Così se il suo giro da 1'13"117 può essere perfettibile, resta il fatto che Sebastian Vettel ha pagato una sbavatura in curva 5 (Mirabeau) che l'ha relegato (si fa per dire) in seconda posizione per soli 43 millesimi di secondo. Questo fa parte dei giochi, e come in precedenza era magari stato Kimi a compromettere il giro veloce nel momento decisivo con errori e Seb invece a conquistare la pole, oggi è andata diversamente: non è una risultanza scandalosa, anzi diventa normale quando le qualifiche sono "tirate" e dunque i piloti si prendono qualche rischio in più. Che alle volte paga, alle volte no.

Lo si è del resto visto benissimo con le Mercedes. In questa occasione con un set-up piuttosto "difficile" da gestire per i piloti, Valtteri Bottas ha confezionato un capolavoro di precisione testimoniato più dal ritardo (anche qui si fa per dire) di 45 ms, che non dalla posizione finale, terzo. Al contrario, stavolta Lewis Hamilton si è comportato troppo… da Hamilton, e in questa situazione non ha pagato in positivo come invece in altre occasioni nel passato. Dunque ha cercato inizialmente di sopperire a certe difficoltà della macchina, con il risultato di incappare in esagerazioni; poi ha ripreso "la misura" come sa fare, ma a quel punto è stato bloccato prima dal traffico e poi dalle bandiere gialle per l'incidente di Vandoorne. La "componente sfortuna" ci sta nel senso che Lewis è stato penalizzato proprio mentre stava andando forte come sa fare, ma d'altra parte simili eventualità sono tutt'altro che inconsuete a Montecarlo: le gare - e le qualifiche - sono fatte così e vivaddìo che non si possa mai decidere sempre tutto "a tavolino". Paradossale poi che forse, se avesse tirato fino alla fine in uno dei giri abortiti per errori, avrebbe probabilmente ottenuto un crono sufficiente al passaggio in Q3. Sarà ora interessante vedere cosa si inventeranno pilota e squadra per risalire: una gara da seguire domani, quella di Lewis.

Allo stesso modo sarà interessante vedere se la prestazione di Daniel Ricciardo sia stata una "svista momentanea" - per la quale l'australiano è stato abbastanza critico con la squadra, che l'ha "lanciato" in mezzo al traffico - ritrovandosi una posizione più indietro ma anche a mezzo secondo dal compagno/rivale Max Verstappen. Ma soprattutto se la Toro Rosso riuscirà a dare fastidio al "Team A" dello sponsor/proprietario austriaco, con Carlos Sainz riuscito ad agguantare una stupenda terza fila. Peraltro, anche Daniil Kvyat stava andando forte, ma è stato penalizzato anche lui dall'incidente di Vandoorne, mancando le Q3 per 6 centesimi solamente; comunque potrà partire 9° grazie agli arretramenti delle McLaren.

Degni di nota, e di un'occhiata nel corso della gara, pure Sergio Perez e Romain Grosjean, che nei momenti difficili e importanti hanno saputo tirare fuori quello che serve per guadagnare la quarta fila. Deprimente invece che proprio nel giorno in cui riescono a mettere entrambe le monoposto in top ten nelle qualifiche, la McLaren abbia in realtà ben poco da festeggiare: nonostante il 9° tempo, Jenson Button dovrà partire ultimo per le penalità conseguenti alle sostituzioni di turbo e MGU-H; invece Stoffel Vandoorne non riesce a portare fino in fondo quanto di bello fatto vedere fino all'ultimo giro in Q2, quando è andato a picchiare. Un errore di inesperienza, certo, ma non solo del pilota, diremmo: in quel momento era già 6° e qualificato - risultato di spicco, no? - e quindi il team avrebbe potuto segnalargli che era inutile continuare a tirare. In più per il belga vi sono le tre posizioni di penalità "trascinate" dalla Spagna (per l'incidente con Massa) sempre che non vi siano danni alla scocca, al momento però esclusi.

Al riguardo, vorremmo comunque puntualizzare un fattore che non crediamo sia stato colto abbastanza, soprattutto dagli "appassionati della domenica". Cioè il fatto che quasi tutti gli errori visti alla "esse" delle Piscine (al secolo curve 15 e 16) non siano dovuti tanto a semplice esagerazione, come spesso si cerca di farli passare un po' grossolanamente, quanto piuttosto a "incertezza". Infatti, oltre ad arrivare sbilanciati a quella staccata dopo aver tagliato sui cordoli delle "esse" 13-14, basta essere un poco più "trattenuti" che il sottosterzo in ingresso si esprime in modo inferiore e così si guadagnano quei pochi centimetri verso destra come traiettoria. Centimetri che sono sufficienti per far sì che il guard-rail non sia semplicemente sfiorato, dalla ruota anteriore destra, bensì toccato proprio, con conseguente rottura dello sterzo. È stato questo il motivo che ha portato a sbattere poi in uscita della curva 16, prima da parte di Ocon e poi di Vandoorne in queste prove (e di Verstappen in quelle del 2016). Quindi giusto incolpare l'inesperienza, ma in modo meno greve di quanto si faccia solitamente.

Parlando proprio di esperienza, forse è stata questa a permettere a Nico Hulkenberg di ottenere il 12° tempo, mentre non è servita a Felipe Massa per portare la Williams più in su del 15°. Peggio ancora peraltro è andata a Pascal Wehrlein e Marcus Ericsson, e di fatto difficilmente viene da pensare che Renault, Williams e Sauber possano far vedere qualcosa di positivo in questa gara. Sempre che non succedano sorprese: come sempre il risultato sarà quello sancito dai passaggi sotto la bandiera a scacchi e non dalle simulazioni virtuali pregara, per cui attendiamo anche stavolta di vedere come andrà effettivamente la gara stessa.

GP di Monaco: la griglia di partenza


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