Formula 1 Austria, Vettel e Hamilton: il chiarimento del lunedì

Formula 1 Austria, Vettel e Hamilton: il chiarimento del lunedì© sutton-images.com

Già al lunedì dopo il Gran Premio a Baku i due si sono sentiti telefonicamente per chiarirsi. Seb ammette l'errore, Lewis: "Rispetto nei suoi confronti rimane intatto"

Fabiano Polimeni

06.07.2017 16:19

Nella melassa del continuo ribadire le scuse per la propria condotta all'infinito, a Zeltweg sono emersi due punti più interessanti di altri, nel confronto verbale Vettel-Hamilton, sollecitato da domande nella conferenza del giovedì orientate a senso unico: i fatti di Baku. Primo: i due si sono sentiti telefonicamente lunedì dopo il gran premio. Secondo: Hamilton non rimangia le proprie dichiarazioni a caldo, quando disse che il comportamento di Vettel rappresentava una vergogna per l'esempio che dava ai giovani. 

«Ho detto tutto quello che era necessario dopo l'ultima gara, ora il mio compito è concentrarmi, perché sono un po' dietro in classifica. Io e Sebastian abbiamo parlato il lunedì dopo la gara e il giorno successivo ho detto che il rispetto nei suoi confronti è rimasto intatto, continuerò a correre come ho fatto finora, con la stessa determinazione e cuore.

L'unica cosa che ho detto a Sebastian è che speravo potesse correggere la sua dichiarazione sul mio brake test: i dati hanno dimostrato che non è stato così, c'è stato un errore di valutazione da parte sua, voleva restare vicino il più possibile. Io ero in testa, accetto le sue scuse ed è chiusa lì. Nella conversazione che abbiamo avuto, via messaggio, ho accettato le sue scuse. Ci siamo chiariti al telefono con toni rispettosi.

Ci sono due cose importanti per me: che Seb riconoscesse che non ho fatto nessun brake test - così che la gente capisca, perché mi hanno inviato messaggi dicendomi che ho fatto una cosa scorretta -; la seconda, ancora più importante, è la campagna sulla quale punta la FIA (iniziative rivolte alla sicurezza stradale; ndr). Siamo esseri umani, portati agli errori, come sport collettivamente dobbiamo essere d'ispirazione e mandare messaggi positivi ai ragazzi. Noi abbiamo una posizione di potere e dobbiamo utilizzarla bene»

Chiarimento a caldo? Non era il momento adatto

Un chiarimento tra diretti interessati che non è stato portato in piazza e Seb spiega perché: «Ho sbagliato ad affiancarmi e colpire la sua gomma. In quel momento sono rimasto sorpreso perché mi era sembrato che Lewis avesse frenato, pensavo avesse fatto brake test ed è per questo che ho reagito.

Non posso cancellare quanto accaduto. Sono rimasto sorpreso in quel momento e ho avuto un'impressione sbagliata. Mi sono affiancato a lui e ho reagito in modo eccessivo. Non sentivo il bisogno di parlare con tutti voi di quello che dovevo o non dovevo fare. Dovevo parlare con Lewis, era quella la cosa più importante, non credo che i giornalisti fossero le persone più importanti con cui parlare, era Lewis e ho deciso di chiamarlo per primo.

Dopo la gara era troppo presto per parlare, abbiamo tante persone intorno a noi, riunioni e altre cose, non era il momento adatto appena sceso dalla macchina».

Tre giorni in pista ad attenderli, l'occasione giusta per riportare la sfida sul piano migliore, quello del confronto velocistico. Se la rivalità tra i due ha toccato le vette più alte della tensione a Baku sarà il resto della stagione a dirlo. L'essenza stessa della sfida tra i contendenti al titolo è nel confronto al limite e Seb aggiunge: «Spero di sì, che la lotta ci porti al limite, lui sicuramente sta spingendo tanto e io devo farlo pure, se lo fai diventi un pilota migliore, non solo contro lui ma contro tutti gli altri piloti. Apprezzo il rapporto che abbiamo ed era importante per me conservarlo intatto. 

Siamo abbastanza maturi per andare oltre, ovviamente ho sbagliato, ho commesso un errore e ho chiesto scusa. Non posso tornare indietro e cancellare quel che ho fatto, se potessi lo farei»

A margine di concetti ripetuti più e più volte, impossibili da non assimilare, si sono insinuati anche altri due temi: mercato piloti e velocità Ferrari nell'ultima gara. Alonso in cerca di un sedile, rumors vorrebbero la caccia a un volante in Mercedes o in Ferrari, ciclico esercizio di fantamercato e, quando è stato chiesto cosa ne pensassero Hamilton e Vettel di un simile scenario, entrambi hanno sponsorizzato gli attuali compagni di squadra. «Sono contento del compagno di squadra che ho ora», Lewis. «Non sono responsabile della firma dei piloti, ma se potessi esprimermi preferirei Kimi», Seb. 

Ferrari, Vettel sereno: divario di Baku non era reale

Le nove (dieci, formalmente da mercoledì scorso) curve di Zeltweg definiranno i rapporti di forza e il divario tra Mercedes e Ferrari. Sul fronte del funzionamento delle gomme, Hamilton ha approfittato per ribadire come «ci sia un apprendimento continuo con le gomme, abbiamo progredito parecchio da Montreal e di settimana in settimana abbiamo continuato a imparare. Ora siamo su una pista diversa, ogni volta ci sono sfide diverse. Abbiamo messo un punto sul problema che avevamo».

Dalla prospettiva Ferrari, invece, Vettel ha voluto riportare entro le giuste proporzioni il distacco rimediato in qualifica a Baku allontanando ogni preoccupazione: «In Canada avevamo un ottimo passo con la macchina danneggiata, a Baku in qualifica non abbiamo messo insieme le cose e il gap non era reale, non credo fossimo davvero a 1". Domenica il passo era abbastanza simile, la Mercedes è vero era in vantaggio ma il divario più piccolo di quanto non sia apparso.

In questo gran premio dovrebbe essere tutto a posto, ci aspettiamo condizioni più costanti che dovrebbero permetterci di interpretare correttamente quanto siamo vicini»


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