Formula 1 Singapore, i team radio di Marina Bay

Formula 1 Singapore, i team radio di Marina Bay© sutton-images.com
La sfida della gara in notturna sotto la pioggia ha visto i piloti chiedere meno team radio possibili per non perdere la concentrazione

Fabiano Polimeni

20.09.2017 17:06

Voci nella notte a Singapore che spesso disturbano. Un calo di concentrazione e vai a muro. Così, è un festival di Leave me alone sotto varie forme, più o meno pacate, più o meno condite da imprecazioni. Nel caos della partenza, il primo team radio arriva da Max Verstappen, buono per dire quel che è apparso evidente senza necessità di narrazione: «Ho dei danni, ho dei danni. Arghh». Quantomeno perplesso è Kimi Raikkonen: «Che c***o hanno fatto. Sì sto bene, ma è.... ....ridicolo»

Due curve dopo e Sebastian Vettel scopre di dover parcheggiare la SF70H per i danni riportati al via, è Riccardo Adami a chiamare lo stop. «Mi sono girato, ho perso la macchina, credo di avere un danno sull'anteriore sinistra», dice Seb dopo essere andato a muro uscendo da curva 3. 

«Sì, hai un grande danno sulla fiancata. Ferma la macchina».

«Sei sicuro?».

«Sì, hai un problema». «Fermo al macchina, giusto?». «Sì, corretto». Necessità di conferme, perché il ritiro ha conseguenze enormi. Poi, Seb, aggiunge: «OK. Mi dispiace ragazzi, P0. Mi dispiace». Prima safety car in pista, altre tre caratterizzeranno i 59 giri di gara e in Mercedes, visto il caos al via e l'imprevedibile scenario tra le mani, dicono a Hamilton: «Ricorda Lewis, questa gara è tutta nel portare la macchina a casa intera».

«L'ho capito Bono (Peter Bonnington, ingegnere di pista; ndr), farò del mio meglio». Tra i piloti che hanno regalato spettacolo, Carlos Sainz. Quarto al traguardo, miglior prestazione in carriera, ma la necessità di concentrazione è totale e non c'è spazio per la carica data da Marco Matassa dopo il sorpasso su Ocon: «Ben fatto Chili! prossimo obiettivo Vandoorne».

«Lasciami solo, lasciami solo, devo restare concentrato, non parlarmi». Partito su gomma intermedia, non si fermerà in occasione del secondo periodo di safety car, necessario per l'uscita di Kvyat. In tanti ne hanno approfittato per cambiare gomme, dalle full wet alle intermedie o con un treno nuove di Pirelli a banda verde. Sulle prime, Hamilton non appare troppo convinto: «Qualcuno ha cambiato gomme eccetto me? Non sono sicuro sia una buona idea». E che la lettura sia sui dubbi di restare in pista con gomma usata arriva al giro 15, quando al muretto dice: «Senza alcun dubbio è più difficile staccarlo visto che ha gomme nuove». Il riferimento è Ricciardo. Eppure veri problemi nel creare il margine non ne ha mai avuti, Lewis.

Hanno atteso in Red Bull per la chiamata al box, fino al giro 27, prima di montare gomme slick. Al giro 19, il consulto: «Che ne pensi delle condizioni?».

«Alcune parti sono asciutte, ma quelle bagnate lo sono ancora troppo. Le gomme sono ancora buone, questa pista si sta asciugando molto lentamente»

Modi diversi di chiedere silenzio radio. Bottas: «Le gomme sono calate un po' ma dobbiamo limitare al minimo queste chiacchierate altrimenti finirò a muro». Oxfordiano. Altra reazione da Kevin Magnussen, eppure la richiesta dell'ingegnere di pista era assolutamente necessaria, al giro 34: «Premi il tasto L, premi tasto L».

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«Andiamo, zitto!». Passano 16 giri e la comunicazione è altra: «Rallenta, rallenta. Abbiamo perso l'MGU-K».

«Oh, per ***»

Al giro 39 è ancora Hamilton protagonista via radio. La Sauber di Ericsson è in testacoda su Andersen Bridge e la direzione gara manda in pista un'altra SC: «Perché un'altra safety car? Di sicuro avrebbe funzionato una VSC». 

Una gara sempre sotto controllo e la necessità di tenere alta la concentrazione. Nel dopogara Lewis ha spiegato la logica del prossimo team radio ricordando quanto accadde a Senna a Montecarlo, nel 1988, protagonista di una cavalcata solitaria conclusa al Portier per un errore. Dal muretto dicono a Lewis, per non farlo spingere troppo e prendere rischi: «Vogliamo tenere il gruppo compatto, non vogliamo dare a nessuno una sosta gratis se dovesse esserci un'altra safety car».

«Non capisco la tua tattica. Non mi fa sentire a mio agio guidare fuori dal ritmo». Della serie: meglio al proprio passo e pienamente concentrati che lenti e deconcentrati. 

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