F1 Malesia, analisi gara: un'altra occasione mancata per Ferrari

F1 Malesia, analisi gara: un'altra occasione mancata per Ferrari© sutton-images.com

La Scuderia si dimostra forte, ma di nuovo non può sfruttare a fondo la potenzialità della SF70H nemmeno con Raikkonen, out già prima del via

Maurizio Voltini

01.10.2017 12:51

Quella di Sepang è una gara che propone molti episodi da commentare e da ricordare, sia in positivo che in negativo. Preferiamo partire dalla grande vittoria di Max Verstappen, la sua seconda in carriera, "costruita" veramente bene. Intanto l'olandese ha resistito con forza ma senza esagerazioni né incertezze all'attacco iniziale di Valtteri Bottas, mantenendo così la seconda posizione al primo giro. Poi ha tenuto un passo notevolissimo, arrivando ad attaccare Lewis Hamilton in modo tale per cui perfino il poco accomodante campione inglese ha capito subito non era il caso di resistere. Un successo che ripaga Verstappen delle tante delusioni di questo campionato, dove ha collezionato 7 DNF su 14 gare precedenti, più spesso per avarie che per colpe sue.

Chi non ha potuto lottare per il successo, o almeno per una posizione a podio, pur avendo sulla carta tutte le possibilità, è stato invece Kimi Raikkonen. Il finlandese ha comunicato già durante il giro di preschieramento che aveva problemi di potenza motrice, che non è stato possibile risolvere in griglia, né ai box dove è stato portato mestamente prima del giro di formazione. È stato escluso un problema al turbo o alle batterie scariche (come aveva ipotizzato in un primo tempo il pilota) per cui sarà pure da verificare che non si sia costretti a rinunciare a questo motore. Insomma, gara nemmeno iniziata per Kimi, proprio quando partire dalla prima fila poteva prefigurare ben altri riscontri.

Quanto la Ferrari SF70H avesse come potenzialità, l'ha del resto dimostrato Sebastian Vettel: partito dall'ultima posizione in griglia con le soft, situazione strategica abbandonata poi a favore di un riuscito undercut su Bottas, ha sfruttato bene le gomme supersoft per andare all'attacco di Daniel Ricciardo nei giri finali. Purtroppo a quel punto le gomme erano ormai quasi "alla frutta", c'è stata un'incomprensione nel doppiaggio di Fernando Alonso (che non ha agevolato, ma nemmeno "chiuso la posta in faccia" a Seb), si sono aggiunti pure problemi di calore e di consumo, e con Adami che via radio manifestava la sua preoccupazione per il rendimento delle gomme incentivando ad attaccare "subito", l'unico vero tentativo su Ricciardo non è andato a buon fine (con una deviazione in frenata un po' al limite del regolamento da parte dell'australiano).

Così Vettel si è dovuto "accontentare" di un quarto posto che è ottimo considerando la posizione di partenza, ma non tanto in ottica campionato, dove Hamilton porta il suo vantaggio a 34 punti. Questo proprio in una gara in cui la Mercedes è parsa tutt'altro che incontenibile, come dimostra il 5° posto finale di Valtteri Bottas, pur ricordando che il finlandese è partito con una configurazione molto differente da quella del compagno di squadra. Perfino Ricciardo con una Red Bull dal fondo danneggiato (un pezzo strisciava sull'asfalto) è riuscito ad avere la meglio in una bella lotta ruota a ruota durata 4 curve.

Ottimo Sergio Perez nel conquistare il 6° posto finale (ultimo dei non doppiati) ma ancor di più la prestazione del primo dei doppiati: si tratta di Stoffel Vandoorne, 7° dopo una gara consistente nella quale evidenziamo il bel sorpasso in uscita dai box su Stroll e Massa. Quest'ultimo ha avuto la macchina danneggiata al via per un contatto con Ocon, ma il "suggerimento" dai box di lasciare l'ottava posizione finale al canadese è stato probabilmente un po' eccessivo, come però era stato strano che avessero operato un undercut di Felipe su Lance subito prima.

Ultima posizione a punti per Esteban Ocon, che dopo il citato contatto con Massa ha pagato poi anche l'essere stato mandato in testacoda da Carlos Sainz, con lo spagnolo che alla fine si è ritirato (unico oltre a Raikkonen) mentre lottava per le prime posizioni tra gli inseguitori. 11° invece Fernando Alonso, stavolta meno incisivo di Vandoorne, vuoi perché partiva più indietro, vuoi perché aveva un set-up differente, vuoi perché ha anche perso tempo lottando a ruotate con Kevin Magnussen. Da scrivere sulle magliette il commento via radio dello spagnolo: "Magnussen è un idiota. Hulkenberg ha davvero ragione!".

Controversa la gara di Magnussen: cercando di resistere (maddài…) ad Alonso è andato un po' sopra le righe ma nemmeno in modo tale da essere sanzionato; poi nel superare Jolyon Palmer all'esterno viene al contatto, ma è stato l'inglese che cercando di resistere ha bloccato in frenata allargando; e alla fin fine riesce a portare a casa un 12° posto che per come la Haas era "sistemata" in questo GP era a dir poco insperato, con Romain Grosjean appena dietro, anche lui riuscito a massimizzare seppure senza "farsi notare" come il team-mate.

Buono il 14° posto finale per il debuttante Pierre Gasly: non ha fatto castronerie anche quando si è ritrovato a lottare con altri colleghi, e dopotutto ha tenuto dietro non solo le Sauber (nulla di cui vantarsi…) ma anche entrambe le Renault, con Nico Hulkenberg che alla fine ha avuto problemi non identificati dopo che si era ritrovato a combattere con Ocon per posizioni ben più interessanti. Non è solo per la Ferrari che non sempre le gare vanno come possibile…

LA CLASSIFICA DEL MONDIALE F1


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