Brembo, ascesa senza freni

Brembo, ascesa senza freni©  Fundarò

Viaggio nella provincia meccanica alla scoperta di una realtà tutta italiana che da piccola officina si è traformata in un kolossal da 9 mila dipendenti. 

Presente in

F. Colla e D. Fundarò

01.11.2017 10:46


Brembo fornisce direttamente sette delle dieci scuderie del Circus e indirettamente altri due con la Ap Racing, storica concorrente poi acquisita. Instaurando la dittatura nel mondo dei freni. Il monopolio dell’eccellenza. Fonte di prestigio e ricavi ma anche di stress e lavoro incessante. La divisione high performance occupa 130 dipendenti, in gran parte ingegneri, responsabili della presenza Brembo in F.1, Wec, Wrc, vari campionati Gt, tanto quanto in MotoGP e Superbike.

Uno di questi è Andrea Algeri, classe 1980, responsabile assistente di pista Brembo in F.1, nonché nostra guida d’eccezione. Anche lui è un’eccellenza del territorio, al pari di gran parte dei suoi colleghi: nato e cresciuto a pochi chilometri dalla Brembo è il capo della piccola task force che segue il Circus, confrontandosi con i team gara dopo gara. Al venerdì si analizza il comportamento di tutte le monoposto in ogni curva della pista, comunicando ai team come regolare le prese d’aria affinché gli impianti frenanti, al pari delle gomme, lavorino nella finestra di utilizzo ideale. Che a inizio frenata prevede temperature ottimali tra i 350 e i 500 gradi. Tuttavia i dischi in carbonio sopportano agevolmente temperature anche superiori ai 1000°.

Sollecitazioni estreme richiedono controlli capillari. Basti pensare che ogni 2500 km i team mandano a Curno gli impianti frenanti per essere revisionati; ogni Scuderia ordina mediamente 12 set a stagione, per un totale di 400 dischi e 800 pastiglie. La revisione viene eseguita con metodi degni della Nasa: passando, ad esempio, gli elementi all’esame del Gom, un apparecchiatura che spara fasci di luce sulla pinza, rilevando anomalie anche di pochi micron.


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi