Alla viglia del GP del Brasile Seb commenta l'andamento della stagione e individua nell'errore di Baku il momento più negativo dal punto di vista personale
C’è ancora il secondo posto nel mondiale Piloti da difendere, certo non l’obiettivo per il quale immaginava di essere in lotta Sebastian Vettel. I fatti di un campionato corso su alti livelli per metà del suo sviluppo hanno portato alla sintesi messicana: titolo mondiale a Hamilton e alla Mercedes. L’unico risultato che conta. Un’analisi più completa della stagione Ferrari e di Vettel non può dimenticare i progressi compiuti dal team, la realizzazione di un progetto vincente e subito competitivo, che si è evoluto assicurando i miglioramenti attesi, qualcosa che da troppi anni non riusciva più a Maranello.
E’ mancata l’affidabilità nel momento chiave, è mancata la velocità su tracciati specifici, ed è mancata la stagione perfetta da parte dei piloti. L’avvio al rallentatore di Raikkonen, con sprazzi di competitività insufficienti per essere utile contributo al mondiale Costruttori; i passaggi a vuoto di Vettel, soprattutto l’errore di Baku. A Interlagos è tempo di rileggere i 18 gran premi che hanno scritto l’esito dei due campionati e il rammarico di Seb è sul comportamento avuto in Azerbaijan: «Ci sono sempre cose che avresti probabilmente fatto in modo diverso. In generale, credo che tutti siamo d’accordo nel dire che non abbiamo avuto la stagione che avremmo potuto o dovuto avere a questo punto dell’anno, per vari motivi. Guardando indietro è Baku che spicca, il resto credo sia stato ok».
Affidabilità ed errori dei piloti. La prima sanabile sul progetto 2018, già da tempo sui tavoli dell’area tecnica e sul quale iniziare a lavorare in pista sotto forma di soluzioni da verificare e trasferire, evolute, al prossimo anno: «Il tempo passa e guarisce. Il Messico è stata una grande delusione, ma adesso c’è un’altra gara, una sfida diversa da raccogliere. Per questi due ultimi Gran Premi vogliamo, con tutta la squadra, fare le cose veramente bene e goderci questi weekend di gara. Non abbiamo abbandonato il lavoro sulla macchina, i miglioramenti fatti quest’anno serviranno anche per il futuro: lo sviluppo non si ferma e, visto anche che le regole non cambieranno molto, possiamo imparare tanto da quest’anno e trasferirlo sul prossimo».
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A Interlagos la Ferrari non vince dal 2008, Vettel dal 2013. «Questa pista mi piace davvero, mentre non mi soddisfa il fatto che ogni anno si cambino i cordoli, ma non sono io a decidere. Nel complesso comunque è un gran bel posto e non vedo l’ora di correre qui».
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