Brawn sfida i motoristi: "Dimostratemi che c'è un modo migliore di fare le cose"

Brawn sfida i motoristi: "Dimostratemi che c'è un modo migliore di fare le cose"© sutton-images.com

La proposta Liberty/FIA sulle power unit 2021 può essere modificata, a patto di garantire costi inferiori, una rumorosità maggire, conservare un ibrido semplificato e coinvolgere nuovi marchi

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Fabiano Polimeni

15.11.2017 12:58

A sentire piloti e appassionati, il ritorno ai motori aspirati del passato sarebbe la cura a ogni male delle attuali power unit. Un bel V10, V12, V8, architettura libera e varietà di soluzioni tecniche. A sentire le istanze delle case costruttrici impegnate in Formula 1, l’ibridizzazione è una componente essenziale dei motori da utilizzare dal 2021 in poi. Così come è essenziale conservare una componente di differenziazione tecnica, già limitata sull’attuale generazione, che dia libertà di ricerca e un senso all’investimento di milioni e milioni di euro. C’è, poi, la prospettiva della FIA e di Liberty Media, che ha portato a una proposta contestata da tutti gli attuali motoristi, perché con troppi vincoli progettuali a fronte di un nuovo concept di power unit che richiederà ulteriori investimenti.

Un ginepraio nel quale non sarà semplice mettere da'ccordo tutte le parti in causa. A essere certamente disattese saranno le speranze di tifosi e piloti. Indietro, non si torna. Ross Brawn ha commentato le critiche piovute addosso a Liberty e alla FIA, anzitutto per i modi della proposta 2021: già molto definita nei contorni tecnici, a cosa rinunciare e cosa vincolare.

«L’attuale motore è uno straordinario pezzo d’ingegneria ma non un gran motore per le corse. E’ molto costoso, non fa nessun rumore, ha componenti che, per controllarne il numero utilizzato, sta creando penalizzazioni in griglia che rendono la Formula 1 una farsa, poi ci sono grandi differenze prestazionali tra i concorrenti e non avremo mai nessun altro motorista disposto a entrare. Sono rimasto un po’ sconvolto del responso che abbiamo avuto».

Il percorso che ha portato alla proposta regolamentare è passato da diverse riunioni con i motoristi, attuali e possibili interessanti all’ingresso in Formula 1. La sintesi è arrivata avendo chiari i punti invisi agli uni e agli altri. Dal mantenimento del MGU-H voluto da Renault e Mercedes, ad esempio, alla necessità di una netta semplificazione – proprio dall’eliminazione del recupero d’energia sul turbocompressore – e riduzione dei costi, richiesta da Aston Martin e Cosworth.

«Forse avremmo potuto presentare la proposta in modo diverso, ma non mi aspettavo una reazione così forte come quella che c’è stata. Da allora abbiamo avuto un altro incontro (lo Strategy Group nella settimana del GP del Brasile; ndr) e se è il modo in cui abbiamo proposto i cambiamenti che ha fatto più arrabbiare le persone, allora mi scuso. Ma non perdiamo di vista quel che stiamo provando a fare», ha spiegato alla BBC.

Motori più rumorosi, più semplici, ibridi, meno costosi, che facilitino l’ingresso di nuovi fornitori, tutti principi sui quali si discute da due anni e irrinunciabili per Ross Brawn. Si discuta delle modifiche, senza concessioni però sulla direzione da seguire.

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«Se un costruttore riesce a dimostrare che c’è un modo migliore di fare le cose rispetto a quanto è stato proposto, perché non discuterne? Non ci sono soluzioni specifiche alle quali siamo attaccati. Crediamo che con le competenze che abbiamo e il lavoro fatto, queste siano le soluzioni in grado di funzionare. Se qualcuno ne suggerisce altre, che riescano a ottenere lo stesso risultato, non diremo no».

Nella mediazione tra diversi interessi, dice di comprendere le preoccupazioni espresse dalla Ferrari, tramite il presidente Marchionne, disinteressato a partecipare a una “Nascar globale”, a suo dire quella che diverrebbe la F1 con le proposte tecniche avanzate. Brawn difende il punto specifico e, sulla differenziazione tra i motoristi, aggiunge: «Riconosco che è importante conservare l’identità di un motore Ferrari o Mercedes. Devono poter dire: “Questo è il nostro motore”. Ma non credo abbiamo superato il limite. Adesso la proposta è sul tavolo e dovremo incontrarci e capire cosa va bene a loro e cosa no. A tutti piace un’ampia fetta della proposta, però non è la stessa».

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