Power unit 2021, Todt e gli investimenti da tutelare

Power unit 2021, Todt e gli investimenti da tutelare© sutton-images.com

La prossima generazione di motori dovrà essere attenta agli investimenti ingenti realizzati dagli attuali motoristi e non lasciarsi trascinare dalle richieste di potenziali nuovi fornitori

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Fabiano Polimeni

12.12.2017 12:53

Sarà il presidente FIA chiamato a ratificare le decisioni sul futuro della Formula 1, oltre il 2020, Jean Todt. Rieletto per l’ultimo mandato quadriennale, traghetterà verso una nuova era tecnica le attuali power unit. E’ e resta la Federazione, l’organo responsabile della definizione delle norme regolamentari, non va dimenticato. La proposta partorita da Liberty Media e supportata dalla FIA, non è piaciuta ai motoristi oggi presenti nel mondiale, i punti critici sono noti: una mancata differenziazione tecnica tra i progetti, ancor più di quanto già non avvenga; la necessità di ulteriori, copiosi, investimenti per la progettazione di power unit prive del recupero dell’energia dal turbocompressore.

Ferrari, Mercedes, Renault e Honda, ovvero, attori certi da tenere in considerazione. Anche perché, visto l’attuale processo decisionale in essere in Formula 1, è inimmaginabile procedere senza la creazione di un consenso diffuso, al quale dovrà lavorare Ross Brawn. E chi sottolinea l’importanza delle case presenti oggi Jean Todt, per dire: «Sento sarebbe ingiusto sottovalutare degli attuali fornitori di motori coinvolti in Formula 1 e ascoltare quelli che possono pensare di arrivarePer me, è importante - alla luce della situazione esistente - vedere quale sarà la migliore evoluzione del motore per il futuro, rispettando gli investimenti di coloro i quali li hanno effettuati finora».

Tradotto: attenzione a non calcare troppo la mano sui motoristi attuali confidando nell’arrivo di nuovi protagonisti. «Sono contrario all’avvio dello sviluppo di un motore completamente nuovo, credo che dovremmo prendere quando abbiamo appreso su questo motore e consentire agli attuali costruttori, che hanno investito risorse ingenti, di poter continuare a beneficiare di questi investimenti sulla prossima generazione di motori. Al tempo stesso, dobbiamo incoraggiare l’ingresso nuovi costruttori», ha aggiunto il presidente FIA.

Il nodo tecnico del MGU-H è centrale. L’abolizione, come previsto dalla prima bozza di interventi avanzata da Formula One Group e FIA, inciderà sull’efficienza termica delle power unit e obbligherà i motoristi a una progettazione ex novo, come sostenuto da Renault. E’, al tempo stesso, la barriera principale all’accesso di nuovi costruttori che, per impegnarsi, chiedono la sua eliminazione e l’imposizione di precisi limiti di spesa nello sviluppo delle future power unit. La sintesi diventa un appiattimento generale che, ai costruttori oggi in griglia di partenza, non piace affatto. Comprensibile.

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La proposta di Liberty Media è destinata ancora a ricevere numerose rivisitazioni. Basti pensare all’incremento dei regimi di rotazione delle power unit, 2.000 giri/min in più che, in assenza dell’innalzamento del flusso orario di carburante è impossibile da attuare. «Se mi chiedete cosa penso dell’attuale motore, credo sia stato un interessante esercizio. E’ troppo complesso e credo sia troppo costoso. Ma rappresenta, probabilmente, un ottimo primo passo per procedere verso la prossima generazione di motori, che saranno un’evoluzione di quel che abbiamo adesso», ha aggiunto Jean Todt. Abolire MGU-H, vincolare sempre più pesi e dimensionamento di specifici componenti della power unit, probabilmente, agli occhi dei motoristi, più che un’evoluzione rappresenta un’involuzione.


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