Wehrlein, 15 milioni di motivi dietro l'addio alla Formula 1

Wehrlein, 15 milioni di motivi dietro l'addio alla Formula 1© sutton-images.com

Pascal correrà nel DTM e potrebbe affiancare l'impegno in Super Formula nel 2018. Spera in un ritorno in Formula 1, persa per la mancanza di un sufficiente supporto finanziario

Fabiano Polimeni

08.02.2018 14:40

Un ritorno, come sarà quello di Daniel Juncadella in DTM. Entrambi tra le fila Mercedes, a completare il sestetto con Di Resta-Mortara-Paffett-Auer. Pascal Wehrlein costretto a ripiegare sul turismo tedesco, tra le poche chance certe per essere ancora al volante nel 2018. La seconda possibilità, da affiancare al DTM, potrebbe attendere a Oriente, la Super Formula giapponese che nelle ultime due stagioni ha tenuto in allenamento Stoffel Vandoorne prima e Pierre Gasly poi. Prospettive diverse da quelle che sembrano attendere Wehrlein.

Perso il sedile in Sauber, quasi naturale che andasse a Marcus Ericsson, prossimo alla proprietà - riconducibile allo sponsor personale dello svedese - sono mancati i fondi necessari per diventare candidato forte nel contendere il volante in Williams a Sergey Sirotkin. L'unica opzione aperta in griglia sul finire del 2017. E' la chiave di lettura delle parole rilasciate dal pilota tedesco a ridosso dell'ufficializzazione dell'impegno in DTM.

Parla di cifre, Wehrlein: «Non era qualcosa che fosse nelle mie mani. Non siamo riusciti a raccogliere 15 milioni di euro l'anno, è deludente che le cose non abbiano funzionato in Formula 1, ma è così che va il business». Quantificazione della sponsorizzazione necessaria che supporta, peraltro, le indiscrezioni circolate sulle garanzie economiche offerte da Sirotkin, indicate proprio in quei 15 milioni.

Con il programma sportivo 2018 ancora da completare nel suo insieme, è impossibile esprimersi su quel che accadrà nel 2019. «C'è la possibilità che faccia un programma aggiuntivo accanto al ruolo di pilota di riserva in Formula 1», dice immaginando lo scenario Super Formula. «E' difficile programmare il 2019, è troppo presto per dire in quale direzione andrò. Un 2018 corso nelle posizioni di testa credo potrebbe essere d'aiuto. Se tornerò a essere là, potrebbe mettermi in una condizione migliore. Dopotutto, se guidi per due anni in Formula 1 nelle retrovie con squadre che non possono ottenere di più, vieni un po' dimenticato. Spero di poter essere il prossimo anno in una buona posizione e trovare il sedile che voglio», dice alla Bild.


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